Il premio conta sei sezioni, alle quali ci si può iscrivere entro il 15 settembre 2022: romanzi o raccolte di racconti inediti in lingua italiana, racconti inediti in lingua sarda, poesia inedita in lingua italiana e in lingua sarda. Seguono le sezioni dedicate al Fumetto e alla saggistica. I primi classificati, per ogni ambito, riceveranno un premio di 500 euro.
L’evento d’inaugurazione della gara, organizzata dall’Associazione Casa Natale Gramsci e l’agenzia Altrove, è cominciato con l’illustrazione del bando. Presente la Giuria, che quest’anno ha cinque nuovi membri.
Al presidente Salvatore Zucca, Roberto Scema e Sandro Dessì si aggiungono innanzitutto due docenti universitarie: Lea Durante, proveniente dall’Università “Aldo Moro” di Bari e direttrice del centro di ricerca per gli studi gramsciani, ed Ester Cois, sociologa all’Università di Cagliari. Tra gli scrittori, prendono parte alla giuria Ilenia Zedda, autrice di “Nàccheras”, e Mauro Tetti, fresco di pubblicazione con “Nostalgie della terra”. Completa il gruppo Laura Stochino, insegnante di scuola secondaria e membro dell’Istituto sardo per la storia dell’Antifascismo e della Società contemporanea.
Protagonista della seconda parte dell’evento è stato il reading “Canzoni per Nino. Una biografia in musica di Antonio Gramsci” scritto, musicato e recitato da Giacomo Casti e Matteo Sau: quarantacinque minuti di “scatti fotografici, lettere, consigli, momenti”, ha spiegato Giacomo Casti in apertura. Accompagnati dalle canzoni della tradizione cantautorale, da Fabrizio De André a Franco Battiato, il duo ha ripercorso la vita di Gramsci, a partire dall’ infanzia difficile, caratterizzata dalla povertà, dalla malattia e dall’attitudine precoce verso lo studio e la lettura. Ha trovato spazio l’Antonio bambino intento a osservare la natura e gli animali, abitudine che lo porterà a scrivere alcune tra le sue fiabe più note, come “L’albero del riccio”.
Lo spettacolo ha poi esplorato l’adolescenza del liceale Gramsci, catapultato, d’improvviso, nella vita della città di Cagliari. Seguono gli anni universitari, a Torino, che coincidono con l’inizio della sua attività giornalistica e politica, tra l’indipendentismo e le teorie di Karl Marx: come è ben noto, l’intellettuale assegnò un ruolo centrale al meridione e alle classi contadine e operaie. È quindi raccontato il “rivoluzionario di professione”, il suo viaggio a Mosca e l’incontro con Giulia Schucht, fonte d’idillio e turbamento. Poi la prigionia, con le nevrosi, il decadimento, e la meditazione sul senso della vita e della sua fine. Infine, la morte, sopraggiunta a soli 40 anni, l’unica a riuscire nell’intento d’impedire a quel cervello di funzionare.
Claudia Palmas