Gelidi venti di guerra soffiano sulle pianure ucraine. Lungamente preparata da anni di politica bellicista, espansione a est della NATO, sanzioni e provocazioni, colpi di stato e conflitti locali, corsa al riarmo e dispiego di truppe sul terreno, nazionalismo aggressivo e addestramento di milizie fasciste, un’altra conflagrazione avanza a grandi passi in Europa.
La guerra è la prosecuzione della politica con mezzi violenti: per gli USA questa politica si chiama mantenimento del dominio yankee in Europa e dell’egemonia mondiale. Per la Russia l’essenza della pressione sull’Ucraina riguarda le “garanzie di sicurezza” che vuole ottenere, ovvero l’allontanamento della NATO e dei suoi missili dalle sue frontiere.
La superpotenza imperialista USA sta inviando truppe e armi in Ucraina, forzando la sua adesione alla NATO (finora, 14 ex paesi dell’Est sono stati incorporati nell’alleanza militare diretta dal Pentagono). La Russia imperialista ripete che non ha intenzione di attaccare l’Ucraina, tuttavia, è evidente che sta aumentando la sua presenza militare nell’area e nel Baltico.
Di ciò approfittano gli USA che mentre affermano che “la Russia invaderà l’Ucraina”, spingono il governo ucraino ad azioni militari, coprendo in tal modo il mancato rispetto degli accordi di Minsk da parte di Kiev.
Gli sviluppi mostrano che gli Stati Uniti stanno aumentando la tensione bellica per i seguenti obiettivi:
– conquistare pienamente le regioni e i paesi che erano precedentemente sotto l’influenza russa e includerli nella NATO;
– accerchiare militarmente la Russia, indebolirla economicamente per impedirle di partecipare come potente attore alla lotta imperialista per la spartizione del mondo;
– infliggere un colpo alle relazioni commerciali ed energetiche dei paesi europei, in primo luogo la Germania, con la Russia, anche attraverso sanzioni da prendere in caso di conflitto;
– ribadire la leadership degli Stati Uniti rafforzando la disciplina all’interno della NATO, mettendo in riga i paesi che hanno strizzato l’occhio alla Russia (Turchia, Ungheria…);
– mettere i paesi europei davanti al fatto compiuto e spingerli contro la Russia, così da permettere agli USA di concentrare le forze nell’Asia-Pacifico contro la Cina socialimperialista;
– creare le condizioni affinché i monopoli statunitensi del complesso militar-industriale forniscano più armi ai paesi europei (F-35 etc.).
Gli USA dicono di voler lavorare all’unisono con la UE, ma è chiaro che esistono divergenze. La borghesia di alcuni paesi europei non vuole essere sacrificata in uno scontro USA-Russia. E’ altrettanto chiaro che diversi paesi europei della NATO, a cominciare da Gran Bretagna, Olanda, Polonia e dai paesi Baltici, sostengono il piano Biden-Blinken e sono favorevoli a un’escalation della tensione.
Man mano che i pericoli di guerra cresceranno e le tensioni aumenteranno, l’allineamento alla politica USA diventerà più evidente e riguarderà anche il nostro paese, la cui borghesia è tradizionalmente subordinata a Washington. Le pressioni e le ingerenze sono in rapido aumento. La disinformazione, le speculazioni e la crescente propaganda bellica sono un chiaro segnale di ciò.
L’Italia è un paese chiave per il mantenimento dell’egemonia USA in Europa. Nel suo territorio vi sono centinaia di basi a disposizione delle forze USA e NATO. Negli ultimi anni ha intensificato il suo coinvolgimento nei preparativi di guerra. Ha numerosi mezzi aerei, navali e terrestri stanziati nell’Est europeo che saranno coinvolti in caso di conflitto, con disastrose conseguenze per i lavoratori e le masse popolari.
Ricordiamo che le rivalità e le ambizioni imperialiste hanno già determinato una lunga serie di guerre in tutto il mondo che sono costate milioni di vittime negli ultimi anni. Iraq, Afghanistan, Siria sono tragici esempi.
A minacciare la sicurezza del popolo italiano sono i governi e i ministri vassalli degli USA e della UE, corresponsabili dell’escalation in atto.
Denunciamo e condanniamo l’imperialismo italiano e le alleanze militari, in primo luogo la NATO e la UE. Rifiutiamoci di sostenere in qualsiasi modo la politica di guerra, di assecondare il “nostro” imperialismo, di metterci a rimorchio di una potenza imperialista contro un’altra. Sviluppiamo la protesta nei luoghi di lavoro, nelle associazioni di massa, nelle piazze, nei territori.
Diciamo stop ai preparativi di guerra in Ucraina. Basta con la vendita di armi e il sostegno politico e finanziario al regime ucraino. Ritiro delle truppe inviate all’estero. Drastica riduzione delle spese militari a favore di quelle per sanità, scuola e trasporti pubblici, per il lavoro stabile e sicuro, per aumentare i salari falcidiati dal carovita. Via le basi USA, fuori l’Italia dalla NATO! Esigiamo l’uscita del nostro paese da questa organizzazione di guerra e di terrore (come va emergendo anche dalle inchieste sulle stragi fasciste) e da ogni altra alleanza bellicista.
Per la pace, l’amicizia e la collaborazione fra i popoli, per l’internazionalismo proletario!
27 gennaio 2022, 77° anniversario della liberazione dei prigionieri del lager di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia