Concluso l’Avviso FEMI 2021.01
27 imprese hanno attivato uno dei percorsi formativi dei 6 sportelli del Fondo Formazione Italia. Investiti solo 250mila euro.
Il commercio guida la classifica regionale, seguono agricoltura e costruzioni.
Il mondo del lavoro ha fame di formazione e di competenze che possano condizionare positivamente la ripartenza economica al termine della fase più critica della pandemia.
Secondo i dati Ocse, la formazione professionale in Italia è cresciuta del 113%, sospinta anche dalla possibilità di seguire online ed in ogni momento i corsi di apprendimento. Un’opportunità che è stata poco recepita dalle aziende sarde che hanno investito nei percorsi formativi dell’Avviso FEMI 2021.01 di FondItalia solo 250.000 euro, una cifra irrisoria rispetto alle necessità di un territorio che ha bisogno di lavoratori con competenze adeguate per sostenere processi di crescita e sviluppo.
Avviato a novembre 2020, a durata annuale e articolato in 6 Sportelli, l’Avviso FEMI2021.01 finanzia progetti di tipo aziendale, interaziendale ed individuale, concordati tra le Parti Sociali che promuovono il Fondo e le imprese aderenti. Al finanziamento delle proposte formative concorrono le risorse destinate dalle aziende nella misura dello 0,30% del monte salari. I sei Sportelli 2021 si sono chiusicon2.227 imprese beneficiarie e 24 Conti di Rete coinvolti.755 i progetti approvati per un importo totale pari a € 14.285.149,19mentre i lavoratori destinatari della formazione sono stati 24.206.
Sardegna fanalino di coda per numero di aziende che investono in formazione
Non tutte le regioni hanno mostrato, tuttavia, la stessa attitudine verso la formazione. Solo la Lombardia conta ben 659 imprese beneficiarie delle attività a Sportello, mentre la Puglia 292 e la Campania 183. La Sicilia con 138 aziende è all’incirca a metà classifica.
Un più alto numero di aziende ha coinciso con un maggior numero di lavoratori formati solo in Lombardia e Puglia, dove i destinatari coinvolti sono stati rispettivamente 6.187e 4.784; seguono il Lazio con 2.164, la Campania con 1926, la Sicilia con 1.434 e l’Emilia Romagna con 1.416.
La Sardegna con 27 aziende si colloca agli ultimi posti seguita solo da Calabria con 24 e Basilicata con 6 imprese. Fanalino di coda per il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia con 3 aziende.
“Anche lo scorso anno abbiamo previsto la pubblicazione di un unico Avviso FEMI, articolato in sei Sportelli per consentire la programmazione a lungo termine delle attività formative, – spiega Egidio Sangue, Vicepresidente e Direttore di FondItalia – e finalizzato a promuovere la crescita e la qualificazione professionale dei lavoratori a supporto dello sviluppo e dell’innovazione delle imprese. La dotazione iniziale è stata aumentata progressivamente superando i14 milioni di euro, grazie all’incremento delle risorse sulla base dei trasferimenti INPS che si sono resi disponibili”.
Quali sono i corsi su cui converge il maggior numero di richieste? Su un totale di poco meno di 74.000 ore di formazione oltre 15 mila ore sono state dedicate alle costruzioni, poco meno di 15.000 alla sanità e assistenza sociale e al commercio all’ingrosso e al dettaglio oltre alla riparazione di autoveicoli.
La classifica sarda
Al 1° posto il commercio all’ingrosso e dettaglio oltre a riparazione di autoveicoli con 7 aziende, seguito dall’agricoltura, silvicoltura e pesca con 6aziende e le costruzioni con 4 aziende. Tra i 531lavoratori destinatari dei corsi, 130 provengono dal commercio e della riparazione, 100 dall’agricoltura silvicoltura e pesca e 70 dall’amministrazione pubblica e difesa insieme a assicurazione sociale obbligatoria. Ultimo posto per l’istruzione con 7 iscritti.
Teleformazione ancora in minoranza
Nonostante la pandemia, la formazione in aula si conferma la modalità maggiormente richiesta (92% del monte ore) anche se è sempre ammessa la teleformazione, conforme ai provvedimenti emanati dalle competenti autorità ai fini del contenimento del contagio dal virus COVID-19.Afferiscono a questa voce le ore erogate nella tipologia “a distanza sincrona e tracciabile”, del tutto assimilata alla modalità in presenza.
“FondItalia rappresenta un riferimento importante per le aziende aderenti, soprattutto per le piccole e microimprese – sottolinea Francesco Franco, Presidente FondItalia– promuovendo formazione di qualità e facilitazioni per le aziende aderenti. Anche quest’anno abbiamo previsto l’abolizione permanente dell’apporto proprio, ossia il cofinanziamento da parte delle imprese che optino per aiuti di importanza minore. Abbiamo messo in campo, inoltre, nuove risorse per favorire la ripresa delle imprese nell’ottica di promuovere l’innovazione attraverso la realizzazione di nuove metodologie organizzative e produttive. FondItalia, inoltre, offre adeguata assistenza alle imprese per mettere a punto percorsi formativi in grado di sostenere l’occupazione dei lavoratori e per favorire una ripartenza del sistema produttivo del Paese”.
Le aree prioritarie
Per Comitato Tecnico Scientifico del Fondo, sono: aggiornamento e mantenimento delle competenze; adozione di nuovi modelli di gestione aziendale (risorse umane, qualità, tecniche di produzione) ed amministrazione; sviluppo delle abilità personali; introduzione di elementi di innovazione tecnologica; promozione della conoscenza del contesto lavorativo; diffusione delle competenze linguistiche; supporto all’internazionalizzazione e green economy.
Il 1° sportello dell’Avviso FEMI 2022.01 ha chiuso il 22 dicembre 2021e la graduatoria dei progetti approvati sarà pubblicata sul sito www.fonditalia.orgil 10 febbraio 2022.
FondItalia
Promosso da UGL, Unione Generale del Lavoro, tra i sindacati maggiormente rappresentativi in Italia, e da FederTerziario, organismo datoriale apartitico senza fine di lucro, Fondltalia è un Fondo Paritetico lnter-professionale Nazionale per la Formazione Continua che finanzia progetti e programmi a supporto della formazione dei lavoratori.
Mission di FondItalia è promuovere una cultura della formazione nel contesto nazionale e finanziare progetti formativi aziendali, interaziendali ed individuali, compresi quelli in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
In particolare, il Fondo raccoglie e redistribuisce le risorse che, nella misura dello 0,30% del monte salari, le imprese possono destinare per legge ad attività formative, con la possibilità di scegliere se indirizzarle a un Fondo Interprofessionale, come FondItalia, o se lasciarle nelle casse dell’Inps alla gestione pubblica, senza la possibilità di intervenire sul loro utilizzo. Aderendo a FondItalia, invece, ogni azienda può utilizzare quanto versato per la definizione e la realizzazione di attività formative per investire sul proprio capitale umano.