Interconnessioni e L’isola della libertà, il tema che gli artisti in residenza hanno sviluppato nel dialogo continuo con la comunità, i luoghi e i linguaggi dell’arte per valorizzare la ricchezza dei territori e stimolare la creazione artistica.
Si è conclusa la quarta edizione del programma di residenza diretto da Simonetta Pusceddu che ha visto stavolta da luglio a dicembre il quartier generale a Carloforte e nell’isola di San Pietro con quattro compagnie di danza di livello internazionale.
Luoghi e arte performativa, tra danza, teatro fisico, circo contemporaneo, musica dal vivo, cinema, sperimentati e trascritti attraverso i linguaggi dell’arte. Si è chiuso a dicembre Interconnessioni, il progetto di residenza artistica nel territorio con la direzione di Simonetta Pusceddu per Tersicorea. Giunto al suo quarto anno di attività, organizzato in tandem con il Comune di Carloforte, ha visto il suo quartier generale in questa edizione negli spazi più importanti del centro abitato e dell’isola di San Pietro. Un intervento artistico, sociale e poetico sul territorio che, partito a luglio, si è articolato per sei mesi e ha visto il coinvolgimento di diversi artisti di livello internazionale e nazionale con le rispettive compagnie “My!Laika”, “LAM”, “Oltrenotte” e “Zerogrammi”, in un dialogo continuo tra il segno coreografico, la comunità di Carloforte e i luoghi simbolo del paese che li ha accolti con grande generosità.
“Qui si respira un’altra aria di tempo, un’altra voce un altro dialetto un’altra lingua, ti permei di questi altri ritmi sonori, di questo altro profumo. Tutti questi cambiamenti personali che sono esperienza ritornano anche dentro il nostro lavoro che si arricchisce di nuovi toni e colori diversi, con più sfumature”, commenta Andres Aguirre della compagnia Oltrenotte.
Il programma si è sviluppato in quattro fasi, una per ogni compagnia selezionata:
tappe importanti di costruzione artistica nel percorso di ricerca in residenza che hanno animato i luoghi più suggestivi e storici dell’isola per poi restituire le creazioni al pubblico negli spazi suggestivi del Giardino di Note, Casa del Duca, Torre San Vittorio, nel bellissimo luogo paesaggistico delle Saline di Carloforte e nei teatri convenzionali quali il Teatro Mutua e il Teatro Cavallera.
Un calendario fitto di residenze artistiche, laboratori e spettacoli dal vivo la cui ricerca si è fatta ispirare dal titolo di questa edizione “L’isola della libertà”, dedicato all’evento storico che vide la fondazione della prima Repubblica italiana nell’isola di San Pietro nel 1793 con la redazione di una costituzione. Documento che però non è mai stato ritrovato, ma che ha lasciato tracce, in particolare nella testimonianza di Filippo Buonarroti. “’Libertà’ è il termine a cui il tema di Interconnessioni 2021 si ispira. La cosa più importante del processo di residenza, come il termine stesso dice, è quello di illuminare le specificità di un territorio. Ho creduto molto importante scegliere quindi un’isola, questo lembo tra terra e mare che descrive ampiamente il concetto di territorio fatto di confini morbidi, il mare, e i confini duri, le rocce, e quello che sta dentro il mare – spiega Simonetta Pusceddu, direttrice artistica di Interconnessioni. Un tema molto legato alle specificità del luogo con cui far dialogare gli artisti e produrre il proprio progetto consapevoli di quelle peculiarità. Un luogo ideale quindi, lontano dal mondo, per ripensare insieme e in scala ridotta, il concetto di “repubblica”. “Attraverso queste domande di natura politica e umanistica la nostra sfida era di trascendere il pensiero fino a una forma poetica rivolta al futuro, che possa darci una nuova visione della parola “libertà” e rendere così omaggio a una terra e a un popolo”.
Articolato in quattro periodi di svolgimento, Interconnessioni è partito a luglio con lo studio per un micro-film “Just another storm” sullo scenario dello spettacolo “Laerte” della compagnia “My!Laika”:
“Noi lavoriamo in una maniera che è un collage tridimensionale di circo, teatro, immagini, fatti, emozioni, musiche, che non seguono mai lo svolgimento di un racconto lineare. Laerte è uno spettacolo che parla o si ispira al mare, come la maggior parte delle storie del nostro pianeta. Uno degli aspetti che indaghiamo è la noia, i bastimenti che attraversano gli oceani e i continenti sono anacronistici rispetto al resto della mobilità. Noia e attesa, sono aspetti molto interessanti da esplorare soprattutto in un contesto dove il mare è protagonista. Dove anche se il mare non si vede mai, si sente. I fari ci affascinano, hanno un ruolo centrale, sono di una bellezza assurda. Quando all’imbrunire si accende e comincia la notte dei naviganti è una cosa stupenda”.
Nella seconda fase della residenza ha partecipato lo storico Enrico Pastore per la produzione di un saggio-racconto filo-poetico.
Non solo restituzioni al pubblico attraverso la danza, il teatro, l’arte circense e la musica dal vivo, ma anche attraverso la forma letteraria. Pastore, scrittore, storico e critico di teatro, danza e performing arts e firma autorevole per numerose testate di settore, nel corso della sua residenza creativa a Carloforte ha restituito una bella testimonianza in forma di racconto dal titolo “L’isola della libertà”, dedicato al territorio e agli abitanti dell’isola di San Pietro e in particolare alla figura di Giuseppe Cavallera, un medico alla ricerca di una cura ai mali dei lavoratori, a cui è stato dedicato il teatro in stile Liberty a U Pàize, riconosciuto nel 1998 Monumento Nazionale, perché luogo simbolo di impegno civile e artistico. “Cosa può fare un critico in una residenza? Questo è uno strumento studiato per gli artisti, per donare loro un periodo di ricerca e invenzione immersi nei territori con lo scopo di farsi nutrire di tutto ciò che quel luogo può regalare all’ispirazione creativa: culture, conoscenze, racconti di vita, mestieri e tradizioni. Un creare dai territori per i territori. Un flusso circolare di materiali, sensazioni, emozioni, trasmesso dagli abitanti agli artisti per tornare trasformati in opere d’arte al punto d’origine. […] Io sono uno storico del teatro e posso lavorare sui documenti, sulle testimonianze, scoprire nessi tra eventi distanti e tentar di raccontarli, ma devo trovare un terreno fertile su cui scavare”.
La terza fase invece ha visto impegnata a ottobre la giovanissima compagnia Oltrenotte con i “Racconti dell’illusione” liberamente ispirato al libro dei Sogni di Borges.
In scena Lucrezia Maimone, Riccardo Serra, Andres Aguirre, Santo Pablo, Elsa Paglietti, Lucia Paglietti Elie Chateignier, Giulia Cannas, con la partecipazione della Compagnia Effort. “Questo è un progetto sotto la direzione artistica di Simonetta Pusceddu che ogni anno seleziona delle compagnie internazionali o nazionali, che ci dà l’opportunità attraverso le residenze sul territorio di creare i nostri percorsi artistici di creazione e spettacolo – racconta Lucrezia Maimone, coreografa e danzatrice che insieme a Riccardo Serra ha fondato la compagnia Oltrenotte – Con la nostra compagnia di danza, circo contemporaneo e musica dal vivo abbiamo avuto l’opportunità di lavorare al Teatro Mutua di Carloforte a una fase di costruzione del nostro spettacolo “Racconti dell’illusione”, tra le ultime tappe di questo programma di residenza. Partecipare a Interconnessioni a Carloforte, una splendida isola nell’isola, ci ha dato la rarissima possibilità, oltre di vivere quegli splendidi luoghi e di interagire con le meravigliose persone che vi abitano con le loro specificità culturali, di condividere anche gli spazi dell’ospitalità, permettendoci di lavorare e confrontarci continuamente sulla fase di costruzione della creazione e concentrarci a tempo pieno sul progetto, anche oltre le prove in teatro. ‘Racconti dell’illusione’ è una storia che ci accomuna tutti, parla della condizione umana, di una condizione di crescita, sia spirituale che umana, ma è anche il passaggio di un’età. Questa è la prima creazione firmata dalla nostra compagnia, una realtà giovanissima di sette artisti di diverse provenienze, cagliaritani, italiani, francesi, messicani, con cui collaboriamo da diverso tempo. Dopo tanti anni di esperienze di formazione e professionali in Italia e in Europa abbiamo sentito il desiderio di ritornare a casa e di ripartire dalla nostra terra”.
La quarta e ultima fase di Interconnessioni si è chiusa a dicembre con Stefano Mazzotta e la sua Compagnia Zerogrammi, nello studio su “Il racconto dell’isola sconosciuta” liberamente ispirato al romanzo di Josè Saramago.
Una breve e intensa fiaba da cui il regista, coreografo e danzatore torinese trae ispirazione per completare il suo più ampio progetto che chiude un dittico di cui fa parte la precedente creazione “Elegia delle cose perdute”. “Il racconto de ‘L’’isola sconosciuta’ è la fiamma che si accende in un uomo che decide di intraprendere un viaggio per mare e di chiedere per questo una barca al re per poter andare alla ricerca dell’isola sconosciuta, allegoria dell’ignoto, del viaggio. E proprio attraverso questa idea di viaggio interiore e di tensione che si innesta la mia ricerca più ampia che unisce questi due progetti, ed è una ricerca che ha a che fare con la relazione, con il tempo e con lo spazio. Cioè la condizione nella quale tutti noi siamo esseri viventi unici in grado di percepire questa condizione sospesi tra due poli, passato e futuro. In uno spazio che chiamiamo presente ma che è un’illusione perché non si può afferrare e trattenere perché è un continuo divenire”, spiega Mazzotta.
Il viaggio di Interconnessioni nell’isola di San Pietro si è chiuso con la proiezione del film diretto sempre dal regista, coreografo e danzatore torinese Stefano Mazzotta “Elegia delle cose perdute” al Teatro Cavallera di Carloforte. L’opera cinematografica è il frutto poetico e vibrante del lungo e intenso lavoro di residenza artistica triennale Interconnessioni, promossa, organizzata e curata da Simonetta Pusceddu, da cui è nato lo spettacolo di danza contemporanea “Elegia delle cose perdute” e il film omonimo, entrambi con la regia di Mazzotta. “Un progetto sul tema dell’esilio che ha la forma della nostalgia, della memoria come materia che determina la traccia delle nostre radici e identità, sviluppato all’interno di un intenso percorso triennale di residenze con Interconnessioni e che ora ha visto la luce anche in questo mediometraggio”, aggiunge il regista Mazzotta. Ispirato al romanzo I poveri dello scrittore portoghese Raul Brandao, il mediometraggio si avvale inoltre della speciale partecipazione dell’attore Antonio Piovanelli, di Bonaria Ghidoni e Loredana Parrella e della presenza di Sara Angius ed Elisa Zedda.
Interconnessioni come residenza creativa che aiuta a mettere in luce le peculiarità di un territorio, con il corpo e con i differenti linguaggi artistici. Connessi con la comunità e la sua cultura valorizzano il patrimonio e stimolano la creazione artistica e permettono agli autori di arricchire il proprio segno con qualcosa che il pubblico può riconoscere come proprio.
Interconnessioni 2021 organizzato da Tersicorea ha visto il sostegno di Regione Sardegna; MIC/Ministero per i beni e le Attività Culturali; Comune di Carloforte; CEDAC Sardegna (Circuito Multidisciplinare dello spettacolo Sardegna). Con la collaborazione logistico organizzativa: Associazione Botti Du Scoggiu – O.n.l.u.s., Maria Vittoria Comparetti e Associazione Culturale Is Mascareddas.