PREVISTA PER OGGI UNA MANIFESTAZIONE NO LEX AL TRIBUNALE DI BRESCIA. DI SEGUITO iL COMUNICATO CONGIUNTO DELLE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE CHE SI OPPONE ALLA CACCIA E ALLE MODALITà DI PROTESTA ATTUATE DAI CACCIATORI LOCALI, LE QUALI SAREBBERO VOLTE A CONNOTARE COME ABUSO L’OPERATO DELLE FORZE DELL’ORDINE PREPOSTE A CONTRASTARE IL BRACCONAGGIO.
“Dopo la vergognosa manifestazione di questa autunno che ha assediato la sede dei Carabinieri Forestale di Brescia al grido di epiteti contro i militari, si svolgerà oggi, mercoledì 19 gennaio, una nuova iniziativa dei cacciatori No Lex dinnanzi al Tribunale di Brescia.Tutto nasce da un controllo effettuato dai Carabinieri Forestale del SOARDA che nell’ottobre del 2020 intervenivano sui monti di Lumezzane, in quella che possiamo definire una zona franca del bracconaggio nella provincia di Brescia: il Monte Ladino.
Una telecamera posizionata presso un appostamento di caccia riprendeva la legittima attività di Polizia giudiziaria, ovvero il tentativo da parte dei militari di sequestrare richiami appartenenti a specie protette, che più volte erano stati segnalati in uso presso il capanno da caccia. L’intervento sicuramente concitato, visto il tentativo del cacciatore di impedire il sequestro degli animali protetti, veniva da quel giorno strumentalizzato per dimostrare presunti abusi da parte dei Carabinieri Forestale.
Come ovvio, per il procedimento penale a carico dei militari, è già stata proposta l’archiviazione a cui i legali del cacciatore hanno fatto opposizione.
La strategia è sempre la stessa da decenni: il tentativo di delegittimare l’operato delle Forze dell’Ordine affinché le attività illegali, poste in essere da una parte purtroppo consistente dei cacciatori bresciani, possano proseguire indisturbate.
I risultati operativi del “Campo Pettirosso” del SOARDA, anno dopo anno, dimostrano la portata esorbitante del bracconaggio in provincia di Brescia; numeri a cui vanno aggiunte le attività di tutte le altre forze in campo.
Spacciare un cacciatore che impedisce, in flagranza di reato, l’attività di controllo ripetiamo legittima e doverosa, come una vittima di violenze è assurdo se non ridicolo. Del resto in tutti questi mesi nessuno di coloro che sta strumentalizzando i fatti ha spiegato cosa stava succedendo realmente quel giorno sul Monte Ladino omettendo di citare i reati venatori che si stavano consumando.
Prefetto istituisce C.O.L.P.A
In questi giorni il Prefetto di Brescia, a cui vanno i ringraziamenti delle Associazioni ambientaliste lombarde, ha istituito il C.O.L.P.A
(Coordinamento Operativo Locale Permanente Antibracconaggio) previsto dal Piano d’Azione Nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici”. Il C.O.L.P.A, che sarà composto dai rappresentanti dei vari corpi di Polizia, da un rappresentante delle Associazioni di protezione della natura e da un rappresentante delle associazioni venatorie, nasce proprio dall’esigenza di un’attività di monitoraggio costante del bracconaggio.
Proprio le aree come il Monte Ladino e altre, dove anche con impedimenti fisici (sbarre che precludono l’accesso ai valichi ad esempio), si cerca di impedire l’attività antibracconaggio, dovranno essere oggetto di un’attenta analisi da parte delle Autorità”.
Le Associazioni: Associazione Vittime Caccia – CABS – CAI Lombardia – ENPA – GAIA –GOL – Gruppo Intervento Giuridico – LAC – LAV – LEAL – LEIDAA – LIPU – PRO NATURA Lombardia – WWF.