Il nome di Nino Di Matteo viene ripreso da Alternativa e votato da 56 grandi elettori un numero esiguo se si pensa al valore della persona che da anni vive sotto scorta per il suo impegno nella lotta alla mafia. Un’occasione persa per i nostri politici per dimostrare che lo Stato è veramente vicino a chi combatte la criminalità organizzata.
Sono giorni caldi per la politica italiana che in questi giorni deve eleggere il nuovo Presidente della Repubblica che sarà arbitro della costituzione per i prossimi sette anni. Le schermaglie tra le opposte fazioni politiche stanno però rallentando l’elezione del futuro inquilino del Quirinale che, se in altri tempi era cosa normale ad esempio nel 1971 ci sono volute ventitre votazioni per eleggere Leone, in un momento come quello che stiamo vivendo in Italia ogni giorno che passa diventa tempo perso e non fidiamoci di quei politici che gridano allo scandalo o di chi fa nomi che sembrano autorevoli ( e probabilmente qualcuno lo è ) ma che già si sa non riceveranno il gradimento di tutti, questa è una manfrina, la solita, che vede protagonisti i nostri politici che in questo momento badano più ai sondaggi e alle intenzioni di voto degli italiani che a decidere chi sarà il prossimo Capo di Stato.
Il movimento Italia dei Diritti pur non essendo rappresentato in parlamento ( per ora ) ha comunque avanzato una candidatura autorevole e seria che risponde al nome di Antonino Di Matteo noto magistrato antimafia, e lo ha fatto attraverso due twitter a firma Antonello De Pierro Presidente del movimento e Carlo Spinelli responsabile per la Politica Interna.
Proprio Carlo Spinelli interviene sull’argomento e ci spiega come nasce il nome di Di Matteo e perché la politica italiana lo prenda poco in considerazione:” Abbiamo optato per la candidatura di Nino Di Matteo in quanto è un esponente delle istituzioni e soprattutto è riconosciuto al magistrato palermitano l’impegno alla lotta alla mafia cosa che al nostro movimento sta molto a cuore anche perché il nostro Presidente Antonello De Pierro fu vittima di un’aggressione mafiosa per la quale sta ancora pagandone le conseguenze.
Ci ha fatto molto piacere – continua Spinelli – apprendere che la nostra proposta avvenuta attraverso due nostri twitter sia stata presa in considerazione da Alternativa e votata dagli stessi esponenti del movimento insieme ad un gruppo di fuoriusciti dal movimento Cinque Stelle facenti parte adesso del gruppo misto, la delusione però è stata vedere che Di Matteo ha ottenuto soltanto 56 voti molti di meno di quanti ne avrebbe meritati; un’occasione persa da parte dei nostri politici per riconoscere a Di Matteo il suo impegno nella lotta alla mafia e per dimostrare che la politica italiana vuole veramente debellare questo cancro che infesta il nostro Paese.
Certo mi viene da dire come si poteva pretendere che attorno al nome di Di Matteo si potevano concentrare un numero cospicuo di adesioni se il primo nome emerso dal centrodestra quale futuro Presidente della Repubblica è stato quello di Silvio Berlusconi leader di un movimento tra i cui fondatori risulta Marcello Dell’Utri condannato per associazione mafiosa.
Lo stesso Di Matteo nella trasmissione tv mezz’ora si era detto contrario al nome di Berlusconi proprio perché nella faccenda Dell’Utri lo stesso leader di Forza Italia sarebbe in qualche modo coinvolto. Voglio ricordare – continua Carlo Spinelli – che Nino Di Matteo è sotto scorta dal 1993 per le sue indagini sulla mafia, che ha indagato sulle stragi mafiose e gli attentati a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dei quali è degno erede, sugli omicidi di Rocco Chinnici e Antonino Saetta per i quali, grazie al lavoro del magistrato palermitano, sono stati condannati all’ergastolo i fratelli Di Matteo per Chinnici e Totò Riina per Saetta.
Noi continueremo a proporre il nome di Nino Di Matteo quale nuovo inquilino del Quirinale e vediamo se le forze politiche che ci governano prenderanno in considerazione la nostra proposta sarebbe un chiaro segnale per la lotta alla criminalità organizzata e – conclude Spinelli – per l’Italia un Capo di Stato che esula dai partiti e che sarà veramente un Presidente super partes arbitro neutrale della partita politica che si disputerà da qui al 2029″.