“Possiamo dire che in Sicilia, in queste ore, è nato un modello innovativo di protezione civile dei beni culturali. Una rete di associazioni, volontari, cittadini, istituzioni regionali e comunali, in campo per condannare l’atto vandalico ma anche per riportarlo subito al suo antico splendore. Questo è il modello per il quale da decenni Archeoclub d’Italia si batte con orgoglio. E vorrei citare Peppino Impastato quando dice: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”. La Scala dei Turchi è già ritornata al suo splendore grazie all’intervento immediato della Regione Sicilia e della Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento che hanno fatto squadra con i cittadini in difesa del Patrimonio Ambientale.
Ora in Italia bisognerebbe andare oltre, infatti è evidente che le responsabilità sono sicuramente anche da attribuire al legislatore del recente passato, che da troppo tempo si attarda sull’inasprimento delle sanzioni penali rispetto ai beni culturali. Pare infatti che dal 2015 siamo ancora in attesa del passaggio definitivo alla camera dei deputati della normativa che amplia i reati relativi ai beni culturali e trasferendoli dal Codice Urbani al Codice Penale.
Un qualsiasi luogo che conserva siti archeologici, rifugi di guerra, testimonianze storiche e culturali, ma anche qualsiasi sito naturalistico anche di costa che narra mitologia, storia, tradizione, deve essere considerato Patrimonio Culturale alla pari di un museo!”. Lo ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia.