“Le incredibili immagini che stanno facendo il giro del paese dopo la sparatoria avvenuta a Taranto mostrano una violenza cieca ed arrogante, senza remore e senza scrupoli di sorta, una ferocia, quella dei delinquenti che si aggirano per le strade, che per l’ennesima volta conferma quanto stia diventando proibitivo e rischioso lavorare per la sicurezza pubblica.
Mentre rivolgiamo il nostro pensiero ai Poliziotti feriti ed alle loro famiglie, conoscendone il dolore e la paura per il gravissimo rischio corso, non possiamo evitare di rilevare come questa recrudescenza criminale imponga a chi ci governa di attivarsi più concretamente a sostegno di chi indossa una divisa”.
Sono le parole di Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), che esprime la solidarietà propria e della Onlus ai due Poliziotti rimasti feriti questa mattina a Taranto, dove un uomo, intercettato dopo aver rubato le chiavi di un’auto da una concessionaria, ha sparato numerosi colpi di pistola contro la volante intervenuta a seguito della chiamata di allarme giunta dal negozio.
Il criminale, ripreso da una telecamera in strada, all’arrivo dei Poliziotti si avvicina e senza esitazione alcuna spara contro il parabrezza ed i finestrini blindati dell’auto che, fortunatamente, hanno limitato la violenza dei colpi. I Poliziotti sono rimasti comunque feriti, uno ad una mano ed uno al torace, e sono stati condotti in ospedale.
“Sono scene da film – aggiunge Schio -, che impongono riflessioni serie, perché una Vittima del Dovere dovrebbe pesare come un macigno sulla coscienza di chi guida un paese. Non solo è un imperativo morale pensare a come sostenere questi lavoratori in divisa che rischiano tutti i giorni la vita e la salute per avere in cambio trattamenti troppo inconsistenti, ma potenziare il comparto sicurezza, che è a garanzia del sistema democratico, è anche un elemento fondamentale di un progetto di ripresa e riscatto del paese, in cui legalità, ordine e giustizia sono la struttura fondamentale in cui tutto il resto può progredire”.