Tore Piana Centro Studi Agricoli- Con il Pecorino Romano DOP venduto a 10,50€ al Kg, il prezzo del latte di pecora in Sardegna sale a 1,30€ al litro, ma i maggiori costi delle materie prime incidono a 0,62€ al litro. All’allevatore sardo restano in tasca poco meno di 0,68€ al litro.
L’assessorato regionale all’agricoltura intervenga urgentemente per richiedere una deroga all’aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti. Chieda l’assessore all’agricoltura dell’attività di OILOS, scomparsa totalmente da oltre due anni.
Il Pecorino Romano DOP, con i suoi 10,50€ al Kg, supera i 10€ al Kg del Parmigiano Reggiano stagionato a 12 mesi.
In apparenza sembrerebbe un’annata eccezionalmente positiva, per i produttori di latte ovino della Sardegna, in particolare per i prezzi altissimi che il Pecorino Romano DOP riesce a spuntare su tutti i mercati, sia nazionali che internazionali, in queste ultime settimane il prezzo al Kg raggiunge i 10,5 euro al Kg e la richiesta sembrerebbe doppia rispetto attese produzioni annue della stagione in corso. Si presume di produrre non più di 280 mila quintali rispetto a una richiesta presunta di oltre 400 mila quintali. Questa particolare condizione, porterà a un prezzo del latte di pecora che si aggirerà sui 1,30 euro al litro e più, nel sistema della cooperazione. Una situazione che, verosimilmente, renderebbe soddisfatti gli allevatori Sardi, ma cosi non sarà a causa dei maggiori costi delle materie prime, afferma Tore Piana, i mangimi sono aumentati del 30%, i concimi sono aumentati del 40%, il gasolio agricolo è aumentato del 10% ed ora l’aumento dell’energia elettrica, necessaria per far funzionare le sale di mungitura , è del 55% che incidono, secondo un calcolo del Centro Studi agricoli, per un totale di BEN 62 CENTESIMI LITRO. Un costo non accettabile per la Sardegna, continua Tore Piana, che umilia tutti gli sforzi , fatti in questi anni ,dagli allevatori sardi. All’allevatore Sardo, andrà in tasca poco meno di 68 centesimi per litro latte di pecora ,un prezzo non remunerativo per l’allevatore Sardo, vanificando così tutte le rivendicazioni richieste, con tanta fatica in questi anni, si ricordi la protesta del latte. Una situazione drammatica, vissuta nel silenzio delle Istituzioni , che porterà tantissimi giovani ad abbandonare il mondo delle campagne e la chiusura di centinaia di aziende ovicaprine, continua Tore Piana. Cosa si può fare, per arginare questa situazione? Come Centro Studi Agricoli, chiediamo un intervento da parte della politica regionale, affinché si attivi per contrattare con Governo urgentemente una riduzione dei costi dell’energia elettrica, dei costi di trasporto, che potranno ridurre il costo finale delle materie prime. La Regione deve chiedere conto, della totale assenza di OILOS l’organizzazione interprofessionale sul latte di pecora, assente dalla scena da oltre due anni. Oilos , potrebbe promuovere dei contratti collettivi per l’acquisto di mangime e di concime spuntando prezzi più bassi. OILOS oggi appare l’unico strumento che può incidere sul problema, quindi necessita che si attivi e diventi operativa, afferma Tore Piana, non capisco tutto questo assordante silenzio dell’Assessore Regionale All’agricoltura su questo comparto, che è stato flagellato in questi mesi dal Virus della Lingua Blu e da tre mesi di piogge, che non hanno permesso le semine degli erbai. Come Centro Studi Agricoli, CHIEDO all’assessore regionale all’agricoltura di convocare urgentemente un tavolo di filiera per discutere e analizzare la grave situazione creatasi, prima che possa sfociare in eventuali tracolli, conclude Tore Piana