Una “dote educativa” per ogni bambino. Appello di Save the Children
La pandemia a livello globale significa che più di 10 milioni di bambini, e soprattutto di bambine, nel mondo, rischiano di non tornare mai più a scuola
Missione educativa
“Alla ripresa, in gran parte d’Italia, di un anno scolastico pieno di incognite, è sconfortante vedere la facilità con la quale si pensa di poter chiudere le scuole per un mese. In un paese in cui sono regolarmente aperte tutte le attività produttive anche non essenziali”, sottolinea Raffaela Milano. Direttrice dei Programmi Italia Europa di “Save the Children”. La pandemia a livello globale, evidenzia l’organizzazione non profit, significa che più di dieci milioni di bambini, e soprattutto di bambine, nel mondo, rischiano di non tornare mai più a scuola”.
Lacune nell’istruzione
I dati Invalsi sulla valutazione dei risultati del percorso scolastico sono allarmanti. E hanno già registrato un aumento del numero di ragazzi e di ragazze che alla fine del percorso di istruzione non raggiungono in Italia il livello mimino di competenze. “In italiano e in matematica”, sottolinea Save the Children. Al calo di apprendimento si associa la perdita di socialità. Con gravi problemi di carattere psicologico e relazionale che affliggono gran parte degli adolescenti.
Uno su quattro
L’organizzazione (impegnata da un secolo a tutela dell’infanzia) ha promosso una consultazione. Coinvolgendo oltre mille docenti. In maggioranza della scuola primaria e secondaria di primo grado. L’esito è altamente significativo della gravità della situazione odierna. La metà degli insegnanti interpellati, infatti, ha rilevato nella classe una generale perdita degli apprendimenti (55,3%). Un docente su quattro ha notato l’emersione di disturbi psicologici in almeno un caso tra i suoi studenti. E uno su cinque constata un forte impatto della povertà su famiglie e bambini che frequentano la scuola. Mentre il 6,5% segnala nella propria scuola almeno un caso di abbandono scolastico.
Gravità del quadro
Il focus di Save the Children ha analizzato in modo particolare i periodi di interruzione della didattica in presenza. Tra aprile e giugno 2020, secondo l’Istat, circa 600.000 ragazzi delle scuole primarie e secondarie non hanno partecipato alle video lezioni. Con un minimo di esclusi al Centro (5%). Un massimo nel Mezzogiorno (9%). E un picco del 12% (più di 1 su 10) degli iscritti alle primarie. E‘ stata considerata la gravità del quadro sanitario. Con la consapevolezza che molte scuole sono e saranno chiuse per periodi più o meno lunghi. Per limitare i contagi.
Appello al governo
L’organizzazione chiede al governo il varo di un piano straordinario di sostegno all’educazione. Un intervento, cioè, che preveda, sin da subito, il monitoraggio nazionale di tutte le aperture/chiusure degli istituti scolastici disposte ai diversi livelli. E la messa a punto di una “dote” per i bambini e gli adolescenti che hanno visto la loro frequenza scolastica interrompersi a causa della pandemia. Si tratta di un monte ore di sostegno allo studio gratuito fruibile in gruppo o individualmente. Durante l’anno scolastico. E per tutto il periodo estivo. E che comprenda non solo il recupero delle materie scolastiche. Ma anche opportunità culturali e relazionali.
Giacomo Galeazzi
Fonte: www.interris.it