Nel 1996 dopo aver letto un libro di Primo Levi, (se questo è un Uomo), ho sentito dentro di me il bisogno di visitare i “Campi di concentramento”, e specialmente “Auschwitz”. Questa mia idea si è realizzata nel 1997 iniziando il viaggio con un volo Cagliari/Roma/Varsavia e, continuando in treno fino ad Auschwitz, (oggi Oswiecim) per altre 4-5 ore. Ad Oswiecim ho trascorso tre giorni per visitare i due campi di Auschwitz / Birkenau ricercando le migliori inquadrature fotografiche con calma. Quello che maggiormente mi ha impressionato è stata la sensazione fisica che ho avvertito quando camminando nei binari in disuso e varcando i cancelli di Auschwitz / Birkenau, venivo proiettato nella storia, tornando indietro nel tempo. Tutto il materiale che avevo visionato a scuola, e i seguito tra libri e documentari, era reale davanti a me, non erano invenzioni. Davanti ai propri occhi, l’immensità del Luogo è tale che è impossibile sia finto come altre persone sostengono su alcuni libri. Avevo l’impressione che in quel luogo, il tempo fosse congelato e arrivavo alla sera senza rendermene conto. Durante la visita rivedevo, mentalmente, le pagine scritte da Primo Levi nel suo libro (Se questo è un Uomo) ed ero stupefatto per come Egli sia riuscito a descrivere così minuziosamente e in maniera realistica i “Luoghi” che mi si presentavano davanti. Nel campo e specialmente nelle baracche, pur essendo solo, avvertivo sempre la “Presenza” di qualcuno che mi osservava in silenzio e mi guardavo attorno continuamente per concretizzare visivamente questa mia impressione, invano. In tutte le baracche di legno che ho visitato, sentivo il forte odore dell’umidità, e ricordavo perfettamente le descrizioni fatte da Levi. Inoltre era sempre presente questa sensazione costante di essere osservato da delle presenze che non vedevo. Pensavo che Auschwitz con tutto l’alone di morte-mistero che la storia gli ha assegnato, fosse visitato da moltissime persone, ma durante i tre giorni che ho eseguito gli oltre 400 scatti, ne ho viste pochissime, al punto che tutte le mie foto non ne inquadrano alcuna. Nel 1998 ho pensato di rendere omaggio a tutte quelle persone che sono state spogliate del diritto di esistere immettendo sul mio sito web una selezione del mio lavoro, sperando di far rivivere almeno una parte di quelle emozioni e sensazioni che ho provato alcuni anni fa. E’ un viaggio interessantissimo che raccomando a tutti; un esperienza molto forte, molto toccante che chi farà, ricorderà per tutta la vita. Ricorderà ogni particolare, ogni angolo, ogni pietra di quei Luoghi così fuori da ogni realtà Umana. E’ un’esperienza che arricchirà moralmente, caratterialmente e psicologicamente qualsiasi persona di qualsiasi idea politica essa sia. Ringrazio i visitatori di questo Sito, sperando che sia servito almeno in parte allo scopo per il quale è stato creato. Michele Vacca
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Michele Vacca
Michele Vacca, nato e residente a Oristano, è un fotografo con oltre 40 anni di esperienza sia nella fotografia analogica che digitale. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblicisti dal 2015, ha partecipato attivamente a mostre collettive, pubblicazioni e proiezioni personali. Vice presidente dell'Associazione Culturale Fotografica Dyaphrama di Oristano, si impegna nell'organizzazione di mostre, workshop e nella formazione. Ha realizzato numerosi reportage in Europa, pubblicati su riviste, libri, calendari e esposti in mostre. La sua passione per la fotografia si riflette anche nei suoi articoli su reportage, concerti, cultura e tradizioni. Facebook: https://www.facebook.com/michelevacca.or