Cagliari 26/01/2022 – In occasione del World Wetlands Day, la giornata mondiale delle zone umide che verrà celebrata il 2 febbraio prossimo, la fondazione MEDSEA lancia il concorso sulle zone umide in Sardegna #WWDSardegna per sensibilizzare sul tema dell’ambiente e promuovere questi habitat ancora così poco conosciuti.
Dal 2 al 9 febbraio, tutte le foto a tema stagni e lagune di Sardegna postate sui profili pubblici Instagram con l’hashtag #WWDSArdegna e #ActForWetlands con breve pensiero o un aforisma d’accompagnamento, indirizzate a @medsea_foundation, verranno selezionate e valutate da una giuria di esperti, che sceglierà le migliori sulla base dell’efficacia del messaggio. In palio, una GoPro Hero 7 – Action Camera Digitale 4K HD e alcuni kit da “wetlanders”, per esplorare e conoscere meglio questi ambienti naturali e le loro produzioni a cura delle aziende sarde Nieddittas e Riso iFerrari e dell’Associazione fotografi naturalisti della Sardegna (AFNI).
In giuria, le responsabili della comunicazione e marketing, Francesca Mattana di Riso iFerrari e Francesca Figus dell’azienda ittica Nieddittas, il coordinatore dell’AFNI Sardegna Gianluca Doa, lo scrittore Fabrizio Caramagna, tra i massimi esperti di aforismi in Italia, e la vicepresidente della fondazione MEDSEA ed economista dell’ambiente, Vania Statzu.
L’obiettivo del concorso è quello di accrescere la conoscenza sull’importanza delle zone umide e valorizzare il loro ruolo ai fini di una maggiore tutela e valorizzazione.
Info e regolamento su visitmaristanis.it
La giornata mondiale delle zone umide invita all’azione con #ActForWetlands
Il 2 febbraio si celebra la giornata mondiale delle zone umide. Questa giornata è stata istituita da Ramsar, trattato intergovernativo che fornisce il quadro per la conservazione e l’uso corretto delle zone umide e delle loro risorse, 1997 per sensibilizzare sull’importanza di stagni e lagune per il nostro ecosistema.
La Convenzione RAMSAR è stata adottata nella città iraniana di Ramsar nel 1971 ed è entrata in vigore nel 1975. Da allora, quasi il 90% degli Stati membri delle Nazioni Unite da tutto il mondo, hanno aderito per diventare “Parti contraenti”. In Italia si contano 57 siti designati come Zone Umide di Importanza Internazionale (Siti Ramsar), con una superficie di 73.982 ettari. Di questi, la Sardegna ne conta ben 9, tra cui l’ultimo nato alla foce del Rio Posada: questa peculiarità rende la Sardegna una delle Regioni con più superficie di zone umide RAMSAR in Italia con il 17% della superficie nazionale.
Tema di quest’anno è quello di agire per le zone umide, da qui l’hashtag internazionale #ActForWetlands, un appello a investire capitale finanziario, umano e politico per salvare le zone umide del mondo dalla scomparsa e ripristinare quelle che l’uomo ha degradato.
Zone umide come soluzioni basate sulla natura per affrontare i cambiamenti climatici
Negli ultimi 50 anni si stima che il 35% delle zone umide mondiali siano andate perdute, l’85% negli ultimi 3 secoli. Spesso bonificate e degradate perché ritenute zone malsane e poco attraenti. La scomparsa di questi habitat è tre volte più veloce di quella delle foreste.
Ambienti preziosissimi in grado di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici in corso, le zone umide costiere proteggono ad esempio dall’impatto delle tempeste marine, sono in grado di raccogliere velocemente le acque alluvionali in caso di piogge estreme e mitigare gli effetti disastrosi per l’uomo. Inoltre, stagni e lagune sono capaci di assorbire e immagazzinare grandi quantità di CO2. Non in ultimo, sono casa per una moltitudine di specie di uccelli, alcune delle quali a rischio estinzione.
La perdita di questi ambienti porta, tra i vari effetti, ad una maggiore esposizione alle inondazioni ed eventi meteorologici estremi, alla perdita di biodiversità del pianeta e all’aumento del carbonio ed emissioni di metano nell’atmosfera.
MEDSEA Foundation
La Fondazione MEDSEA, con base a Cagliari, lavora per la tutela degli ecosistemi marini e costieri del Mediterraneo e la protezione del patrimonio culturale. Dal 2015 si occupa di numerosi progetti di salvaguardia delle zone umide costiere e riduzione della plastica monouso, tra cui Maristanis e Plastic Free Med, porta avanti dei laboratori per il recupero degli scarti delle attività in mare per trasformarli in oggetti di design come il Blue Eco Lab e coordina la neonata Blue community, composta da imprese impegnate nell’economia circolare per il mare e l’ambiente in Sardegna.