Per l’occasione è stata deposta una composizione floreale in corrispondenza della targa nei giardini pubblici “Antonio Gramsci” di Abbasanta (OR) e nell’omonima piazza ad Oristano, in ricordo delle gesta dell’ex Questore, “Servo di Dio” per la Chiesa e “Giusto tra le nazioni” per Israele, in quanto salvò migliaia di ebrei dal genocidio nazista.
Le cerimonie commemorative, si sono tenute in presenza del Questore, del Prefetto, dei Sindaci di Abbasanta e Oristano, del Cappellano della Polizia di Stato, del Gonfalone del Comune di Abbasanta, oltre ad una rappresentanza in divisa ordinaria, nel rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Giovanni Palatucci, nato a Montella nel 1909, lavorò come responsabile dell’Ufficio stranieri dal 1937, anno del suo arrivo a Fiume. Durante la sua permanenza in questa città, come funzionario di pubblica sicurezza, si adoperò per salvare un gran numero di ebrei dalle persecuzioni razziali, alcuni inviandoli in un centro di internamento a Campagna, in provincia di Salerno, in quanto uno zio vescovo, Giuseppe Maria Palatucci, li avrebbe poi assistiti.
A Palatucci è anche attribuita la distruzione di moltissimi fascicoli di cittadini di religione ebraica e la fornitura di documenti falsi, per sottrarli alle deportazioni.
Dopo l’otto settembre del 1943, rimase da solo in Questura a Fiume e un anno dopo, fu arrestato dalla Gestapo, processato e condannato a morte, ma in seguito la pena fu commutata in prigionia a vita e successivamente fu rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau, dove morì.
Al termine della cerimonia il Cappellano della Questura, don Fabio Marras, ha benedetto le targhe del “Servo di Dio”, per la quale la Chiesa ha anche avviato il processo di beatificazione.