Battesimo di Achille Lauro a Sanremo 2022 – Andolfi si scatena contro il silenzio Rai: “Intollerabile!”
“La neo presidente seduta in prima fila non ha nulla da dire ai milioni di italiani battezzati?”
In allegato qui sotto troverete le parole di Mario Andolfi:“Non ce l’ho con Achille Lauro, lui fa marketing. Il direttore di Rai 1 Coletta da anni
gioca a questo gioco, ma ora diventa responsabilità dei nuovi vertici Rai, a cui chiedo
conto. Il nuovo presidente, il nuovo amministratore delegato dove sono? La presidente
era presente, seduta in prima fila all’Ariston, non ha nulla da dirci? Non ha nulla da dire
a sette milioni di cattolici praticanti che vanno a messa tutte le domeniche e a decine
di milioni di battezzati che devono vedersi irridere il loro sacramento in modo così
banale e sciatto, calata a ‘marchetta’ dentro la logica del marketing?”.
E’ lo sfogo di
Mario Adinolfi, all’indomani della performance di Achille Lauro sul palco del festival di
Sanremo, durante la quale l’artista romano ha messo in scena una sorta di “battesimo”.
“Lui ha capito che il gioco funziona, da anni fa performance oltraggiose nei confronti
della Chiesa Cattolica sapendo che reagiranno e lui ne trarrà un lucro. Un gioco
studiato, anche ormai un po’ stanco e senza voce, vista la performance di ieri sera. E’
semplicemente irritante, ripetuto, già visto, deteriore – attacca Adinolfi. Qui la cosa
veramente grave è che se Achille Lauro avesse proposto uno schema del genere
vestito col turbante per ricordare il profeta Maometto, o portando la kippah ebraica, i
dirigenti della Rai lo avrebbero immediatamente fermato”.
Quello che “è intollerabile –
incalza il fondatore del Popolo della Famiglia – è che la Rai, in particolare Rai Uno, e in
particolare durante il più importante spettacolo nazional-popolare pagato con i soldi
delle famiglie cattoliche italiane che si permette di irridere in maniera così profonda il
sentimento cattolico, non intervenga”. Questo, sottolinea ancora una volta Adinolfi,
“non interroga Achille Lauro, interroga loro. I vertici di un’azienda che dovrebbe essere
servizio pubblico. L’oltraggio è stato reso a chi paga i loro stipendi, e ci attendiamo ora
una risposta chiara e possibilmente convincente da queste persone che sono appena
arrivate, e magari possono spiegare al direttore Coletta che non si agisce contro coloro
che rendono ancora possibile l’esistenza di un servizio pubblico radiotelevisivo
pagandosi il canone in bolletta”.