INAIL ha ricevuto 1221 denunce per infortuni mortali nel 2021, ma mancano oltre 158 agricoltori schiacciati dal trattore, morti di altre categorie non assicurate a questo Istituto come poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco e esercito e lavoratori in nero, anche i nostri 1404 sono a nostro parere sottostimati per le numerosissime morti sulle strade e in itinere.
Nel 2021 sono morti 1404 lavoratori per infortuni sul lavoro, di questi 695 sui luoghi di lavoro, con un aumento del 18% sui luoghi di lavoro rispetto all’anno 2020, ma l’anno scorso c’è stato il fermo covid (nel nostro monitoraggio non ci sono i lavoratori morti per infortuni da covid).
Rispetto al 2008 anno di apertura dell’Osservatorio l’aumento dei morti sui luoghi di lavoro è del 9%. In questi 14 anni non c’è stato nessun miglioramento, nonostante lo Stato attraverso i suoi Istituti ha speso miliardi di euro per la Sicurezza.
INAIL dall’inizio dell’anno al 30 novembre ha ricevuto 1116 denunce per infortuni mortali (mancano i morti di dicembre), ma ricordiamo che molte categorie di lavoratori non sono assicurati a questo Istituto e quindi questi morti non vengono rilevati: poi ci sono i morti in nero.
La situazione delle varie province e regioni, con relativi morti per infortuni sui Luoghi di lavoro escluso itinere la trovate qui sotto. Le categorie con più morti sul lavoro sono: L’Agricoltura che ha il 30,22% di tutti i morti sui luoghi di lavoro, di questi ben il 75% sono stati schiacciati dal trattore, 158 complessivi a morire in modo così orrendo, e l’età varia dai 14 agli 88 anni. Il 22% di tutti i morti sui Luoghi di Lavoro di tutte le categorie ha perso la vita schiacciato da questo mezzo. L’edilizia ha il 15% dei morti sul totale, di queste per la maggioranza sono provocate da cadute dall’alto, sono moltissimi i morti in nero in questa categoria, soprattutto nelle regioni del sud, ma non solo. L’Autotrasporto rappresenta il 10,75 di tutti i morti sui luoghi di lavoro: in questa categoria sono inseriti tutti i lavoratori che guidano un mezzo sulle strade e autostrade (gli autotrasportatori morti sulle autostrade non sono inseriti nei morti delle province), i morti in questa categoria sono aumentati di molto; non sarà un caso che è aumentato in modo esponenziale il trasporto su gomma dovuti agli acquisti on line. L’Industria rappresenta il 5,89% di tutti i morti sui luoghi di lavoro, sono relativamente molto pochi; in questa categoria abbiamo inserito le industrie di tutte le categorie (esclusa edilizia). I morti in questa categoria sono quasi tutti nelle piccole e piccolissime aziende dove non è presente il Sindacato o un responsabile della Sicurezza.
Nelle medie e grandi aziende i morti sono quasi inesistenti, quei pochi sono tutti lavoratori che lavorano all’interno dell’azienda stessa ma che non sono dipendenti diretti, ma di aziende appaltatrici: le aziende e i sindacati devono accertarsi che questi lavoratori, che svolgono generalmente lavori pericolosi, svolgono il loro lavoro in sicurezza e siano tutelati come i dipendenti.
In alcune grandi aziende emiliane i datori di lavoro hanno fatto accordi col sindacato per tutelare meglio questi lavoratori in appalto. Artigiani: una miriade di lavoratori artigiani o di loro dipendenti perdono la vita lavorando, elencare i lavori che svolgevano questi morti per infortuni diventerebbe molto dispersivo per chi legge il report. Ricordiamoci anche di poliziotti, carabinieri e vigili del fuoco che hanno perso la vita lavorando: anche questi lavoratori non sono assicurati all’INAIL.
Età delle vittime: è impressionante vedere che i morti sui luoghi di lavoro (escluso itinere) che hanno più di 61 anni sono oltre il 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro; i morti da questa età in su sono soprattutto in agricoltura, in edilizia e tra gli artigiani. Non si può far svolgere lavori pericolosi a lavoratori anziani.
Ma ci sono anche molti giovani di vent’anni a morire sul lavoro, soprattutto precari, che hanno perso la vita quest’anno, non solo Luana D’Onofrio ma anche altre decine di giovani che svolgevano lavori pericolosi senza nessuna preparazione, e con il rischio di venir licenziati se avevano da ridire sui lavori pericolosi che dovevano svolgere.
Nazionalità delle vittime rappresentano il 6,5% di tutti i morti sui luoghi di lavoro: c’è stato un netto calo delle morti tra gli stranieri rispetto agli anni precedenti, probabilmente a causa della pandemia. Gli anni precedenti al covid erano sempre intorno al 10%. Sono lavoratori marocchini, albanesi e romeni gli stranieri con più morti. Qui sotto i morti in ogni provincia e regioni italiane. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro
Morti sul lavoro nel 2021 al 31 dicembre.
Ci sono stati 1404 morti complessivi per infortuni sul lavoro, 695 sono morti sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere, che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro dalle Istituzioni, non ci sono in questi numeri i lavoratori morti per covid.
L’Osservatorio Nazionale Morti sul Lavoro è stato aperto il 1° gennaio 2008 da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. I morti sui luoghi di lavoro sono da 14 anni tutti registrati in apposite tabelle excel con data della morte, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. Dal 1° gennaio 2008 anno di apertura dell’Osservatorio sono morti oltre 20000 lavoratori per infortuni
158 gli agricoltori schiacciati/e dal trattore nel 2021.
Occorre aggiungere i morti per infortuni da coronavirus: 90 medici morti per coronavirus nel 2021 (368 totali dall’inizio epidemia) 80 gli infermieri in servizio. Il 70% dei lavoratori morti per infortuni sul lavoro da coronavirus sono donne.
l’INAIL considera i propri assicurati morti a causa del coronavirus, come morti per infortuni sul lavoro, noi aggiungiamo anche gli altri che non lavorano nella Sanità.
Qui sotto i MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province (non ci sono i morti per covid). Non sono contati neppure i morti in itinere e sulle strade: tenete presente che i morti in itinere e sulle strade sono almeno altrettanti rispetto a quelli segnalati qui sotto nelle Regioni e Province. Ma noi preferiamo tenerli separati, perché richiedono altri interventi, che sono diversi da quelli delle morti sui Luoghi di Lavoro. Ma altri li conteggiano tutti insieme generando confusione tra chi vuole comprendere le reali dimensioni e qualità del fenomeno. NB: nelle province e Regioni non ci sono i morti per infortuni provocati dal coronavirus I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza
Morti sul lavoro nel 2022 al 31 gennaio
Ci sono stati 89 morti complessivi per infortuni sul lavoro, di questi 43 sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere, che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro dalle Istituzioni. Già sette gli agricoltori schiacciati dal trattore (una vergogna l’indifferenza, tanto si potrebbe fare), sette anche gli autotrasportatori che hanno perso la vita sulle strade, Anche gli edili che hanno perso la vita sono stati sette, quasi tutte per cadute dall’alto, così come succede da 15 anni nel monitoraggio dell’Osservatorio.
Tre gli stranieri morti. Due i giovani con meno di vent’anni Lorenzo Parelli 18 Scuola/lavoro e Thomas Tavola di 19 anni. Occorre rivedere l’alternanza scuola/lavoro e abolire il precariato per i giovani nuovi assunti che non si possono rifiutare di svolgere lavori pericolosi pena il licenziamento.
I morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province nel 2021: a questi occorre aggiungere almeno altrettanti lavoratori morti sulle strade e in itinere che sono considerati a tutti gli effetti morti per infortuni sul lavoro.
PIEMONTE 6 Torino (4), Alessandria (), Asti (), Biella (), Cuneo (1), Novara (),Verbano-Cusio-Ossola() Vercelli (1) Lombardia 5 Milano (2), Bergamo (1), Brescia (), Como (), Cremona (), Lecco (1), Lodi (), Mantova (), Monza Brianza (1), Pavia (), Sondrio (), Varese() VENETO 4 Venezia (), Belluno (), Padova (1), Rovigo (), Treviso (1), Verona (), Vicenza (2) SICILIA 4 Palermo (2), Agrigento (), Caltanissetta (), Catania (1), Enna (), Messina (), Ragusa (1), Siracusa (), Trapani () LAZIO 3 Roma (2), Viterbo () Frosinone (1) Latina () Rieti () CALABRIA 2 Catanzaro (1), Cosenza (1), Crotone () Reggio Calabria () Vibo Valentia () UMBRIA 2 Perugia (2) Terni TRENTINO ALTO ADIGE 2 Trento (1) Bolzano (1) MARCHE 2 Ancona (), Macerata (1), Fermo (), Pesaro-Urbino (1), Ascoli Piceno () Fermo () TOSCANA 2 Firenze (), Arezzo (1), Grosseto (), Livorno (), Lucca (1), Massa Carrara (), Pisa (), Pistoia (), Siena () Prato() EMILIA ROMAGNA 1 Bologna (), Rimini () Ferrara () Forlì Cesena () Modena (1) Parma () Ravenna () Reggio Emilia () Piacenza () FRIULI VENEZIA GIULIA 1 Pordenone Trieste () Udine (1) Gorizia () PUGLIA 1 Bari (), BAT (), Brindisi (), Foggia (1), Lecce () Taranto () CAMPANIA 1 Napoli (), Avellino (), Benevento (), Caserta (), Salerno (1) VALLE D’AOSTA 1 ()BASILICATA Potenza () Matera () Molise 1 Campobasso (1) Isernia (). LIGURIA 0 Genova (), Imperia () La Spezia (), Savona SARDEGNA 0 Cagliari () Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (), Sassari ().Sulcis iglesiente ()ABRUZZO L’Aquila (), Chieti (), Pescara () Teramo ()
OSSERVATORIO NAZIONALE MORTI SUL LAVORO
Aperto dal 1° gennaio 2008 da Carlo Soricelli con lavoro volontario
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Curatore Carlo Soricelli tecnico metalmeccanico in pensione e pittore sociale da 50 anni.
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