S’ispira all’ultima Sinfonia di Ludwig van Beethoven “La Nona (dal caos, il corpo)” della Compagnia Zappalà Danza (Premio Danza&Danza 2015 come “Produzione Italiana dell’Anno”) in cartellone in prima regionale giovedì 17 febbraio alle 21 al Teatro Comunale di Sassari e sabato 19 febbraio alle 20.30 (turno A) e domenica 20 febbraio alle 18.30 (turno B) al Teatro Massimo di Cagliari sotto le insegne della Stagione di Danza 2021-2022 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.
Un’opera affascinante e originale – inserita nel progetto Transiti Humanitatis a cura di Nello Calabrò e Roberto Zappalà – che descrive l’evoluzione di un’umanità smarrita alla ricerca di una nuova armonia: un intrigante racconto per quadri, nell’interpretazione di Corinne Cilia, Filippo Domini, Anna Forzutti, Marco Mantovani, Sonia Mingo, Gaia Occhipinti, Fernando Roldan Ferrer, Silvia Rossi, Valeria Zampardi, Erik Zarcone sulle note del capolavoro del grande compositore tedesco, nella suggestiva trascrizione per due pianoforti di Franz Liszt, eseguita da Luca Ballerini e Stefania Cafaro agli strumenti a tastiera con il soprano Marianna Cappellani.
“La Nona (dal caos, il corpo)” con regia e coreografia di Roberto Zappalà indaga la condizione umana, i conflitti e le inquietudini e le aspirazioni alla solidarietà e alla fratellanza universale tra geometrie di corpi in movimento, da un “disordine” iniziale alla solennità di gesti ipnotici e rituali, fino ad un ultimo abbraccio con la caduta delle maschere e una ritrovata, toccante sincerità.
Omaggio al genio di Ludwig van Beethoven e al suo profetico “Inno alla gioia” con “La Nona (dal caos, il corpo)” con regia e coreografia di Roberto Zappalà (Premio Danza&Danza 2015 come “Produzione Italiana dell’Anno”), una creazione originale dell’artista siciliano per la sua Compagnia Zappalà Danza (dal 2002 compagnia residente di Scenario Pubblico a Catania, raro esempio in Italia di centro coreografico europeo), in cartellone in prima regionale giovedì 17 febbraio alle 21 al Teatro Comunale di Sassari e sabato 19 febbraio alle 20.30 (turno A) e domenica 20 febbraio alle 18.30 (turno B) al Teatro Massimo di Cagliari sotto le insegne della Stagione di Danza 2021-2022 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e dei Comuni di Cagliari e Sassari e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
“La Nona (dal caos, il corpo)” – terzo “capitolo” del progetto Transiti Humanitatis a cura di Nello Calabrò e Roberto Zappalà – è un avvincente racconto per quadri sulla condizione umana, tra gli inevitabili conflitti e l’aspirazione alla solidarietà e alla fratellanza universale, da un’idea di “disordine” iniziale con le dinamiche individuali e apparentemente slegate di una folla in movimento, tra momenti lirici e ispirati e solenni riti e processioni, fino al raggiungimento di un’auspicata armonia, con la caduta delle maschere e un emozionante “abbraccio” finale.
Sotto i riflettori i danzatori Corinne Cilia, Filippo Domini, Anna Forzutti, Marco Mantovani, Sonia Mingo, Gaia Occhipinti, Fernando Roldan Ferrer, Silvia Rossi, Valeria Zampardi, Erik Zarcone danno vita alle immaginifiche sequenze di un potente affresco “corale” sulle note della celebre Nona Sinfonia, nella suggestiva trascrizione per due pianoforti di Franz Liszt, eseguita da Luca Ballerini e Stefania Cafaro agli strumenti a tastiera con il soprano Marianna Cappellani: una “trasfigurazione” coreutica del capolavoro del grande compositore tedesco, culminante nei versi dell'”Ode” di Friedrich Schiller, nel segno della poesia.
Il fascino immortale della musica di Ludwig van Beethoven si traduce in raffinate geometrie di corpi in movimento, in un gioco di libere associazioni e contrasti, per rappresentare la storia millenaria dell’umanità e l’evoluzione della civiltà, dal “caos” primordiale alla tensione ideale verso la pace tra i popoli: una narrazione densa di simbolismi, con la cifra di Roberto Zappalà che sposa un rigoroso linguaggio fisico e gestuale, frutto di una ricerca pluridecennale, codificato come MoDem, alla riflessione filosofica e all’analisi del reale.
Focus sulla complessità dell’animo umano, per un viaggio nei labirinti della mente e del cuore, tra gli impulsi più segreti e inconfessabili e i più nobili e generosi slanci, ne “La Nona (dal caos, il corpo)” con drammaturgia e testi di Nello Calabrò e scenografie, luci e costumi di Roberto Zappalà: un felice sodalizio che dopo le “Invenzioni a tre voci” dedicate all’universo femminile e l'”Oratorio per Eva” sulla figura emblematica della prima donna narrata nella Genesi, trova materia d’ispirazione nella splendida Sinfonia beethoveniana, a compimento della trilogia Transiti Humanitatis.
Le inquietudini e i turbamenti di una “umanità in transito”, in perenne mutamento, incostante e a tratti confusa, laddove l’innata tensione verso l’armonia lascia troppo spesso spazio alle leggi feroci della sopravvivenza e al predominio basato sulla forza, si riflettono negli antichi miti e nelle epopee guerriere: ne “La Nona (dal caos, il corpo)” il coreografo Roberto Zappalà mette in risalto le traiettorie divergenti e insieme l’attrazione e la potenza centripeta che riconduce verso una coesione, privilegiando una affettuosa intimità rispetto a una dolorosa lontananza, senza peraltro trascurare le tragiche dissonanze da cui scaturiscono conflitti, talvolta insanabili, in una seducente partitura gestuale dove pur dopo travagliate vicende e faticose peripezie si giunge alla (ri)conciliazione nel segno dell’arte e della bellezza.
Nel linguaggio universale delle note, capaci di evocare sentimenti e stati d’animo attraverso immaginifici “paesaggi” sonori, l’artista trova la chiave per dare forma concreta all’utopia della pace incarnando nelle astrazioni simboliche di una danza contemporanea in cui si fondono tecnica e libertà d’espressione, esplosioni d’energia e icastiche e solenni “liturgie”, il senso di una spiritualità laica: ne “La Nona (dal caos, il corpo)” è sotteso l’invito che il coreografo lancia, e non casualmente, da uno dei Sud del mondo, a ritrovare i valori e l’essenza di una perduta umanità, come antidoto alle moderne derive dell’individualismo e del materialismo, oltre che ai conflitti politici e religiosi che dilaniano i continenti, sulla spinta di interessi economici e finanziari, in una cieca corsa verso la catastrofe.
Nella Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven e nell'”Inno alla gioia” di Friedrich Schiller Roberto Zappalà riscopre il significato di quell’armonia tra le genti invocata nell’incipit del coro del Quarto Movimento – «O amici, non questi suoni!/ ma intoniamone altri / più piacevoli, e più gioiosi», che diviene poi l’esortazione del poeta «Abbracciatevi, moltitudini!/ Questo bacio vada al mondo intero!», per raggiungere uno stato di comune beatitudine, naturale e necessario poiché «Gioia si chiama la forte molla/ che sta nella natura eterna. / Gioia, gioia aziona le ruote/ nel grande meccanismo del mondo. / Essa attrae fuori i fiori dalle gemme,/ gli astri dal firmamento,/ conduce le stelle nello spazio,/ che il cannocchiale dell’osservatore non vede.»
Attento custode e studioso dell’identità e delle radici, con spettacoli come “A.semu tutti devoti tutti?” fino al recente “La Giara”, all’attivo importanti collaborazioni con il Balletto di Toscana, la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, Norrdans, ArtEZ Arnhem, la Fondazione Theaterwerkplaats Generale Oost, Goteborg Ballet/Opera di Goteborg e il Teatro am Gaertnerplatz di Monaco, Roberto Zappalà – che ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro nel 2013 e nel 2019 il Premio Danzuso – propone una rilettura visionaria di una delle opere più famose e amate della storia della musica, scelta come Inno europeo nel 1972 e dal 2001 “Memoria del mondo” per l’UNESCO.
Tra etica ed estetica, “La Nona (dal caos, il corpo)” della Compagnia Zappalà Danza esprime la volontà di superare confini e barriere, con una sfumatura particolare dopo la difficile esperienza del lockdown e del “distanziamento sociale” imposto dai protocolli sanitari utili per contrastare la diffusione della pandemia: dopo la riapertura dei teatri, nella proiezione simbolica dell’arte e della danza, l’abbraccio e dunque il contatto e l’intreccio dei corpi diventa l’auspicio di un ritorno alla attesa “normalità” – e, nel microcosmo privato come nella dimensione planetaria, all’incontro e al dialogo per elaborare le strategie della pace.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
La Stagione di Danza 2021-2022 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna prosegue al Teatro Comunale di Sassari e al Teatro Massimo di Cagliari con un programma che spazia tra riletture di classici e raffinate creazioni di giovani e brillanti coreografi, per una panoramica sulle nuove derive dell’arte di Tersicore.
Si ispira al capolavoro di Gioachino Rossini “Il Barbiere di Siviglia” nella versione di Monica Casadei per Artemis Danza – martedì 15 marzo alle 21 al Teatro Comunale di Sassari – in cui il volenteroso e intraprendente protagonista, con i suoi molti intrighi, diventa archetipo dell'”uomo di successo” nel mondo di oggi. Il talento speciale di accontentare tutti gli permette di «soddisfare con efficacia, vivacità e savoir-faire le aspettative di una società che impone ogni giorno di raggiungere i propri obiettivi ottimizzando tempi ed energie».
Un eroe moderno che si riflette e si moltiplica nei corpi dei danzatori, nella loro gestualità rigorosa e incalzante, come parte di un unico meccanismo, in un avveniristico “balletto d’azione” impreziosito dai costumi dell’artista visiva Daniela Usai e dalle elaborazioni musicali di Luca Vianini, in una coinvolgente sintesi della frenesia della vita moderna.
“My Ladies Rock” del coreografo francese Jean-Claude Gallotta, esponente di spicco della “nouvelle danse” – venerdì 1 aprile alle 21 al Teatro Comunale di Sassari e sabato 2 aprile alle 20.30 (turno A) e domenica 3 aprile alle 18.30 (turno B) al Teatro Massimo di Cagliari – rende omaggio alle artiste come Brenda Lee, Aretha Franklin, Janis Joplin, Patti Smith che con le loro canzoni, la loro personalità e la loro determinazione, perfino i loro eccessi le loro trasgressioni, hanno saputo imporsi sulla scena e nella vita. Una creazione originale con una colonna sonora “a tema”, affidata alle voci delle “regine del rock” – da Wanda Jackson e Brenda Lee a Marianne Faithfull, da Laurie Anderson a Nina Hagen e Tina Turner, Nico, Joan Baez e Lizzy Mercier Descloux e tutte le altre – che hanno contribuito a scrivere la storia della musica del Novecento.
Rimandato invece a mercoledì 13 aprile alle 20.30 (turno A) e giovedì 14 aprile alle 18.30 (turno B) il duplice appuntamento al Teatro Massimo di Cagliari con “Spellbound 25” proposto da Spellbound Contemporary Ballet, che accosta “Unknown Woman” di Mauro Astolfi, emozionante “solo” interpretato da Maria Cossu, diario di una collaborazione tra sguardi e silenzi, e “Wonder Bazaar” in cui Astolfi descrive un «avamposto di una umanità servo assistita da una tecnologia desueta, un emporio a buon mercato dove cercare di riparare i danni di una vita», “Äffi” di Marco Groecke con Mario La Terza, in una sublimazione dell’angoscia, fino a tradurla in bellezza, e “Marte” di Marcos Morau, una pièce “corale” dedicata al pianeta rosso e iscritta nel corpo dei nove danzatori, sul conflitto tra individuo e collettività.
La Stagione di Danza 2021-2022 a Cagliari e Sassari è organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna, dell’Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Cagliari e dell’Assessorato alla Cultura, Politiche educative e Pari opportunità del Comune di Sassari con il prezioso contributo della Fondazione di Sardegna e il supporto di Sardinia Ferries, che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio per e dalla Sardegna.