I Pomeriggi della Fondazione – gli attori raccontano / incontro con gli artisti
giovedì 3 marzo – ore 17.30 – Fondazione di Sardegna – via San Salvatore da Horta n.2 – Cagliari
Umberto Orsini e Franco Branciaroli incontrano il pubblico – coordina Irene Palladini – INGRESSO GRATUITO (con Green Pass) – fino a esaurimento posti
Il fascino ambiguo e pericoloso delle parole – e dei silenzi – in “Pour un oui ou pour un non” (Per un sì o per un no) di Nathalie Sarraute con due protagonisti del calibro di Umberto Orsini e Franco Branciaroli per la regia di Pier Luigi Pizzi (che firma anche scenografie e costumi) in cartellone in prima regionale martedì 1 marzo alle 21 al Teatro Comunale di Sassari e da mercoledì 2 fino a domenica 6 marzo (tutti i giorni da mercoledì a sabato alle 20.30 e la domenica alle 19 – venerdì 4 marzo doppia recita con la pomeridiana alle 16.30 – turno P) al Teatro Massimo di Cagliari per la Stagione 2021-2022 de La Grande Prosa firmata CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.
Una commedia sofisticata e brillante sul tema dell’amicizia e dell’incomunicabilità in cui i personaggi si confrontano con l’impossibilità e al contempo la necessità di decodificare il linguaggio, di cogliere tutte le sfumature, il valore di un’intonazione, le intenzioni, i pensieri nascosti, i riflessi dell’inconscio: una frase innocente può essere interpretata in mille modi diversi, a seconda dello stato d’animo con cui la si ascolta, e a tutti, almeno una volta nella vita, può essere capitato di fraintendere o di essere fraintesi. Qui è in gioco un legame profondo e di antica data, tale da giustificare la più spietata sincerità ma anche da esporre chi si sente, suo malgrado, tradito o offeso alla più amara, anche se ingiustificata, delle delusioni: due magnifici istrioni impegnati in un feroce duello, senza esclusione di colpi, da cui emergono tutte le insidie celate in un’affermazione, i sottintesi e le allusioni, e insieme tutta la vulnerabilità di due esseri umani.
I Pomeriggi della Fondazione – gli attori raccontano / incontro con gli artisti
giovedì 3 marzo alle ore 17.30 alla Fondazione di Sardegna in via San Salvatore da Horta n.2 a Cagliari, Umberto Orsini e Franco Branciaroli incontrano il pubblico coordina Irene Palladini – INGRESSO GRATUITO (con Green Pass) – fino a esaurimento posti
Il segreto dell’amicizia e le insidie del linguaggio in “Pour un oui ou pour un non” (letteralmente “Per un sì o per un no”) di Nathalie Sarraute, una raffinata e divertente commedia sulla (im)possibilità di comunicare con due interpreti d’eccezione quali Umberto Orsini e Franco Branciaroli per la regia di Pier Luigi Pizzi (che firma anche scenografie e costumi) – produzione Compagnia Orsini e Teatro de Gli Incamminati in collaborazione con il CTB / Centro Teatrale Bresciano – in cartellone in prima regionale martedì 1 marzo alle 21 al Teatro Comunale di Sassari e da mercoledì 2 marzo fino a domenica 6 marzo (tutti i giorni da mercoledì a sabato alle 20.30 e la domenica alle 19 – mentre venerdì 4 marzo doppia recita con la pomeridiana alle 16.30 – turno P) al Teatro Massimo di Cagliari per la Stagione 2021-2022 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e dei Comuni di Cagliari e Sassari e con contributo della Fondazione di Sardegna.
Una pièce affascinante e sorprendente, incentrata sul significato delle parole e sulle molteplici sfumature racchiuse in un’intonazione, una pausa o un silenzio che possono essere intesi in modi differenti, generando equivoci e fraintendimenti e perfino, come in questo caso, una frattura tra due uomini uniti da un profondo e duraturo legame d’affetto e reciproca stima, da lunghe frequentazioni e dalla condivisione di esperienze anche avventurose: a volte basta un “nonnulla”, una minima incomprensione a generare una freddezza, inspiegabile per colui che, ignaro, con una semplice affermazione ha instillato nella mente dell’altro il dubbio di una derisione o, peggio, di una finzione. La familiarità e la schiettezza di un dialogo tra amici, quel piacere di stare insieme, anche tacendo, con la certezza di capirsi pure senza esprimere ad alta voce pensieri, sentimenti e stati d’animo lascia il posto al sospetto: quasi inavvertitamente si apre tra i due protagonisti una voragine, chi si sente tradito o ingannato preferisce mantenere le distanze, si ritrae, e quasi inevitabilmente l’altro si reca a fargli visita, lo interroga, lo provoca, cerca di suscitare una reazione, per arrivare finalmente alla verità.
Nathalie Sarraute (1900-1999) – scrittrice francese di origine russa, anticipatrice del “nouveau roman”, autrice di romanzi, saggi e opere teatrali – in “Pour un oui ou pour un non” affronta la questione filosofica del rapporto tra “le parole e le cose” e la difficoltà quasi insormontabile nel far corrispondere le “mappe semantiche” individuali alla ricerca di un codice univoco: esiste pur sempre uno scarto dato dai ricordi personali, dalla sensibilità, dalla cultura di ciascun individuo, la cui personalità si forgia attraverso il vissuto, in un’alchimia irripetibile. Nella realtà l’amicizia, che scaturisce da una spontanea simpatia e da misteriose “affinità elettive” crea un legame che annulla le barriere e trasforma le diversità geografiche, culturali e perfino ideologiche in un’opportunità di confronto e discussione: il conflitto paradossalmente permette di approfondire la conoscenza, di esplorare i propri limiti e mettersi in gioco, rinunciando alle proprie convinzioni o ponendole sullo stesso piano di quelle altrui. Una sorta di “fratellanza” (o sorellanza) che implica una relazione tra pari senza pregiudizi e senza prevaricazioni, una forma di solidarietà e reciproco conforto nelle difficoltà, ma anche la possibilità di guardarsi allo specchio, attraverso gli occhi dell’altro, esaminare i propri desideri e le proprie azioni con lucidità, confessare i propri errori e le proprie colpe e mettere a nudo la propria anima, attendendosi in cambio equanimità di giudizio e soprattutto sincerità. Uno spazio protetto in cui è ammesso il dissenso ma è imprescindibile la lealtà, le più accese liti su idee e principi fondamentali non lasciano (quasi) mai il segno ma offrono nuovi spunti di riflessione, si può parlare di sport come di politica o di religione, di arte o di scienza, perdersi in divagazioni filosofiche o abbandonarsi a flussi di coscienza, divertirsi a inanellare sciocchezze e scambiarsi battute feroci.
Tuttavia – come suggerisce Nathalie Sarraute – a volte basta un malinteso per far precipitare le cose e ferire magari involontariamente qualcuno per cui quell’opinione è particolarmente importante, come è necessaria l’accettazione e l’approvazione altrui: “Pour un oui ou pour un non” racconta la storia emblematica di un’amicizia messa in crisi non per una divergenza di vedute ma per una (presunta) “nota stonata” in una conversazione, rivelatrice di una (ipotetica) insofferenza o peggio indifferenza. Una percezione ingannevole – o una verità dell’inconscio inaspettatamente venuta alla luce – innescano una battaglia verbale, un gioco al massacro in cui due amici mostrano la propria fragilità, ammettono i propri difetti e le proprie idiosincrasie, cercano di ristabilire un nuovo equilibrio e ridisegnare i confini di un rapporto forse irreversibilmente incrinato, ma troppo prezioso e forse irrinunciabile, proseguito attraverso gli anni e le tempeste della vita. La pièce mirabilmente costruita, come un duello senza esclusione di colpi, da cui riaffiorano le memorie del passato e il carattere dei due personaggi, narra una tragedia silenziosa, con il dilemma tra la paura e il desiderio della solitudine, dietro cui è facile arroccarsi per uno spirito ferito e insieme quell’istinto umanissimo di ricercare e ridisegnare nella dimensione sociale il proprio ruolo nel mondo, mettendo l’accento sulla forza salvifica dell’amicizia e sul potere catartico della verità.