EDILIZIA – Bonus edilizi e cessione dei crediti: 23 mila aziende del “sistema casa” in difficoltà. Confartigianato Sardegna scrive a Solinas, Prefetti, Parlamentari e Consiglieri Regionali e allega un decalogo con le necessarie modifiche: “Rivedere le norme: le
restrizioni puniscono la maggioranza delle realtà sane”. Tenuta occupazionale (50mila addetti) e ripresa a rischio. Sull’Isola, dal superbonus oltre 600millioni di euro e dalle detrazioni più di 500 milioni di investimenti.
Confartigianato Imprese Sardegna ha scritto al Presidente dellaRegione, Christian Solinas, ai Prefetti di Cagliari, Oristano, Nuoro e
Sassari, ai Parlamentari e ai Consiglieri Regionali per esprimere la
preoccupazione delle imprese delle costruzioni, dell’impiantistica e
dell’indotto dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del
decreto-legge “Sostegni ter” che, all’articolo 28, ha introdotto una
forte restrizione al sistema delle cessioni del credito nelle
operazioni legate alle agevolazioni di riqualificazione energetica ed
edilizia degli immobili. L’Associazione ha, inoltre, allegato alle
missive, un decalogo con i motivi per i quali la norma deve essere
necessariamente modificata.
Un comparto, quello del “sistema casa” dell’isola, rappresentato da
23mila imprese e 49mila addetti, il cui il fatturato, trainato
dall’effetto bonus casa e superbonus, è cresciuto del 35,9% rispetto
al periodo pre-covid, immettendo sul mercato delle imprese edili oltre
500 milioni di euro di liquidità.
La posizione della Presidente di Confartigianato Sardegna, Maria Amelia Lai
“Tra le imprese e gli addetti del settore, che già si trovano ad
affrontare le gravi ripercussioni connesse all’aumento dei prezzi
delle materie e al difficile approvvigionamento delle stesse – scrive
Lai a nome delle MPI sarde interessate dai bonus casa – vi è una grandissima
preoccupazione e tantissimo disagio a causa di questo ennesimo
provvedimento che sta avendo un impatto fortemente negativo anche
sugli utenti finali. Non passa istante senza che le nostre sedi
territoriali ricevano richieste di chiarimento da chi ha cantieri
aperti, forniture da consegnare e lavori da chiudere”.
“Oltre alle criticità legate sia alla sostenuta ripresa in atto e sia
a manovre speculative – continua Confartigianato Sardegna nella
missiva – la situazione risulta particolarmente pesante per quelle
imprese che hanno garantito ai cittadini di poter fruire delle
agevolazioni, attraverso lo sconto in fattura o l’acquisizione del
credito direttamente dal consumatore, e che ora si trovano con la
difficoltà, se non l’impossibilità, di cedere a loro volta il credito,
con negative ripercussioni sui flussi di cassa, sulla programmazione
dell’attività aziendale e sulla tenuta occupazionale”.
L’Associazione Artigiana, ricordando e non sottovalutando anche il
problema delle frodi su cui, stando alle notizie di stampa, diverse
Procure stanno indagando, evidenzia anche gli effetti perversi che
tali norme hanno e che provocano un blocco nell’operatività di tante
imprese oneste e responsabili. Situazione che, di fatto, produce
ripercussioni negative su cittadini e consumatori che hanno fatto
affidamento sulla possibilità di utilizzare l’agevolazione per
adeguare i propri immobili ai più elevati standard di efficienza
energetica e di sicurezza sismica.
“Tale blocco di operatività, oltre a non garantire una veloce
transizione green che rappresenta uno dei più ambiziosi progetti
dell’Unione europea – sottolinea Confartigianato – rischia di
raffreddare la tanto auspicata ripresa economica e, conseguentemente,
il positivo andamento del PIL anche in Sardegna”.
Per l’Organizzazione Artigiana, infatti, lo sviluppo e la
sostenibilità oltre a rappresentare un interesse nazionale,
rappresentano l’interesse di ogni comunità locale, fondata sulla
sostenibilità sociale, economica e ambientale.
“È auspicabile che le norme in questione vengano rapidamente riviste e
modificate per consentire la piena ripresa delle attività, ora di
fatto sospese per l’incertezza che ne è scaturita – rimarca la
Presidente Maria Amelia Lai – le norme, pur mantenendo adeguati
presidi di controllo sulla “bontà” dei soggetti che operano
nell’ambito della cessione dei crediti, devono consentire un numero
adeguato di transazioni fra coloro che partecipano alla filiera
dell’intervento e, in ogni caso, ammettere sempre la possibilità di
cessioni nei confronti di intermediari finanziari iscritti ai relativi
albi”.
Poi l’appello finale degli Artigiani: “Siamo convinti che anche dalle
Istituzioni locali, attraverso lo strumento della Conferenza Stato
Regioni – conclude l’Associazione Artigiana – possano arrivare le
giuste sollecitazioni al Governo nazionale affinché, una volta per
tutte, venga stabilizzato in modo chiaro il quadro normativo di
riferimento, nell’interesse dei cittadini e degli operatori
economici”.
Decalogo
Ecco i dieci punti per i quali l’articolo 28 deve essere
modificato: 1) cambi in corsa nelle regole disorientano le imprese; 2)
stabilità normativa indispensabile per consumatori e imprenditori; 3)
mercato già bloccato dall’effetto annuncio; 4) tutta la filiera
compromessa; 5) non solo danni economici; 6) in gioco anche la
reputazione delle imprese; 7) a rischio liquidità e programmi di
sviluppo delle imprese; colpiti gli operatori onesti e responsabili;
8) aumenta la sfiducia verso un efficace strumento per la transizione
green; 9) rallenta la corsa verso obiettivi di risparmio ed efficienza
energetica; 10) l’accesso agli incentivi diventa elitario.
Per il solo Superbonus 110%, in Sardegna le asseverazioni al 31
gennaio 2022 sono state complessivamente 3.558 per un totale di
investimenti pari a 628 milioni di euro e investimenti lavori conclusi
di 408 milioni di euro. I condomini registrano 290 asseverazioni per
250 milioni di detrazioni (investimento medio di 864 mila euro), per
le unifamiliari le asseverazioni sono 2.328 per 273 milioni di
investimenti (investimento medio 117 mila), mentre per le case
indipendenti le asseverazioni sono 940 per 104 milioni di investimenti
(investimento medio 110mila).
Secondo l’analisi “Agevolazioni fiscali della filiera della casa in
Sardegna”, realizzato dall’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese
di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzando i dati dal
2016 del MEF-Dipartimento delle Finanze, nell’Isola la fruizione degli
sgravi sul “sistema casa”, la quota delle detrazioni è cresciuta in
modo considerevole. Per le detrazioni si è partiti dai 42 milioni di
euro del 2011, passando per 78 del 2015, fino ad arrivare ai 93 del
2018. Nel 2019, 161mila contribuenti sardi hanno detratto 107milioni
di euro (media 66.300 euro) per la riqualificazione delle abitazioni,
generando così un giro d’affari per le imprese di 214 milioni di euro.
Sempre nel 2019, per il risparmio energetico, 45.561 cittadini hanno
invece portato in detrazione 23milioni di euro, per una media di 503
euro, immettendo nel mercato poco meno di 34 milioni di euro. Grazie a
questi numeri, grazie alle detrazioni in Sardegna la riqualificazione
degli immobili, strutturale ed energetica, ha consentito di immettere
nel circuito economico ben 248 milioni di euro che, per la quasi
totalità, sono andati a sostenere le piccole e medie imprese sarde.
Nel 2020 e 2021 possiamo stimare DETRAZIONI per un totale di circa 260
milioni di euro, equivalenti a INVESTIMENTI per circa 500 milioni di
euro. Tali incentivi hanno avuto effetto positivo e diretto sul 13%
dei lavoratori del settore: in valori assoluti, si parla di oltre
5mila persone su un totale di quasi 40 mila addetti. Nel dettaglio
della distribuzione per tipologia di lavori degli investimenti
sostenuti da ecobonus, nel 2020, si registra il 38% riferito ai
serramenti, il 27,6% riferito a pompe di calore, il 10,5% a
schermature, l’8,8% a pareti orizzontali, il 5,6% a pareti verticali,
il 4,6% a Caldaia a condensazione, il 2% Impianti a biomassa, l’1,7%
il solare termico e lo 0,2% a building automation.