Eurobet ad Agimeg: “Il mercato delle scommesse può tornare ai livelli pre-pandemia. Interazione online ed agenzie porta valore alla filiera”.
A margine dell’evento organizzato da Eurobet ‘The place to be: un progetto etico per le aziende inserite nel tessuto urbano‘, il direttore di Agimeg, Fabio Felici, ha intervistato il Ceo di Eurobet, Andrea Faelli.Il mercato delle scommesse è in ripresa oppure paga ancora la prolungata chiusura dei mesi passati a causa della pandemia?
“Due anni di pandemia hanno cambiato le abitudini delle persone in molti sensi, incluso il lato ludico. Lo vediamo anche dalle partecipazioni a teatri, cinema ed eventi. Se devo dire quale sarà il punto di atterraggio non lo so. Credo però che ci sarà una progressiva ripresa. Se torneremo a livelli di pre-pandemia? Credo di sì. Il gioco online è più semplice e nelle corde delle giovani generazioni, però nel gioco online manca l’aspetto sociale.
Essendo persone umane, abbiamo bisogno di socialità. Stiamo ristrutturando i nostri punti vendita con un progetto architettonico diverso per renderli più belli, accoglienti e di intrattenimento a prescindere dalla scommessa: dunque un punto di ritrovo. L’Italia è il paese degli 8mila Comuni e togliendo le grandi e medie città rimangono 7mila Comuni che hanno bisogno dei punti di incontro sociale a prescindere dal gioco. Noi stiamo andando in questa direzione nel rendere i nostri punti dei luoghi di incontro dove le persone possono socializzare e divertirsi e magari fare una scommessa”.
Il rapporto tra online e il Retail sarà sempre più stretto?
“Assolutamente sì. Credo che la pandemia abbia accelerato in maniera esponenziale un processo già in fieri che era quello di una osmosi tra retail e online, dove però veniva percepito dal retail come una minaccia. Io credo però che con la pandemia ci si è resi conto che il famoso omnichannel non è solo una necessità, ma anche un valore e quindi il mondo del retail si è reso conto che l’interazione con l’online porta valore alla filiera. L’integrazione tra retail e online ha avuto un boost anche dal lato dell’approccio e spero che venga recepita maggiormente dal nostro regolatore.
Si parla da molto tempo di riordino del settore dei giochi. Secondo lei da cosa deve partire questo riordino?
“E’ un tema complesso anche dal punto di vista tecnico. Il riordino è necessario e io sposo in pieno l’idea del sottosegretario (Federico Freni ndr) di fare questo riordino perché negli ultimi anni, addirittura pre-scadenza delle concessioni del 2016, si è andati incontro ad una deriva. Faccio un esempio: io faccio parte di un gruppo multinazionali e riporto a degli azionisti che sono inglesi e americani.
Descrivere a loro la nostra situazione regolatoria è molto complicato. Essendo italiani noi sappiamo come gestire certe situazioni, ma dal punto di vista di terzi è una cosa inconcepibile. Sicuramente il riordino è necessario, in particolar modo sul territorio per avere delle certezze che però non devo essere certezze di oggi che poi vengono smentite il giorno seguente.
Le aziende, soprattutto quelle grandi, hanno bisogno di orizzonti temporali estesi per poter fare investimenti. Da quando siamo presenti sul territorio nazionale abbiamo investito centinaia di milioni di euro in queste attività creando posti di lavoro, indotto e cultura poiché essere il baluardo della legalità è quello che mi fa essere contento di fare questo lavoro. Credo che debba essere ripresa una visione univoca delle regole a cui far sottostare i concessionari dello Stato e, dall’altra parte, chi è fuori dalle regole deve avere la giusta punizione”.
Che Eurobet sarà nel 2022?
“Io vedo un Eurobet in rilancio. Ho la fortuna di avere una squadra di collaboratori che credo sia la migliore, senza offesa per gli altri. Abbiamo tante idee già in cantiere da diverso tempo per rilanciare sia l’azione sul retail sia l’online in modo molto più integrato tra loro. Il mercato italiano è molto importante insieme a quello del Regno Unito. E’ un mercato da una certa ottica maturo, ma è anche vero che è un mercato che continua ad avere crescite importanti e quindi con la possibilità di sviluppo che è ciò che produce sempre novità e valore nel tessuto economico-sociale italiano.
E’ sicuramente un momento di consolidamento del mercato nel quale pochi operatori, per quanto riguarda l’omnichannel, avranno un ruolo predominante. Un’altra delle ragioni per cui mi diverto a fare questo lavoro è la sana competizione con i competitor per tirar fuori idee, migliorare l’esperienza del cliente e fidelizzare. Credo che sia un valore a sé stante, ovvero la diversità e la competizione generano un valore per il consumatore finale”.