Grazie a un intervento finanziato dal Ministero della Cultura, promosso dal Segretariato regionale per la Liguria e dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città di Genova e la provincia di La Spezia, negli ultimi mesi del 2021 sono emersi importanti rinvenimenti archeologici nel corso dei lavori avviati all’interno della monumentale Loggia dei Banchi per la
realizzazione del Museo della città.
Ancora una volta il Ministero interviene con finanziamentistraordinari per Genova, dimostrando il grande interesse per i suoi
musei, la costituenda Casa dei cantautori e il Museo dell’emigrazione
ormai di prossima apertura, oltre che per i suoi monumenti più
rappresentativi come la Lanterna e l’acquedotto storico.
Il Museo della Città di Genova, fortemente voluto e diretto dal
Comune, è finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo; la
scelta della sua collocazione al centro del comparto storico
medievale, all’interno della monumentale Loggia di Banchi, evidenzia
chiaramente il ruolo di fulcro e snodo dei percorsi culturali genovesi
che si vuole attribuire a questa nuova realtà espositiva.
La scoperta al suo interno di uno straordinario complesso archeologico
è stata da subito interpretata come un’eccezionale opportunità di
accrescere il potenziale attrattivo del museo. È stato pertanto
immediatamente istituito un tavolo tecnico tra Segretariato,
Soprintendenza, Comune, Regione e progettisti incaricati per la
definizione di uno specifico accordo di valorizzazione tra gli enti
competenti e l’istituzione di un comitato scientifico per la
progettazione del nuovo intervento espositivo.
Prima che il cantiere della Soprintendenza riprenda per completare i
lavori di approfondimento e restauro necessari alla musealizzazione
del sito, il ministero della Cultura e il Comune, con la condivisione
di Regione, vogliono offrire la possibilità di ammirare in anteprima
questo affascinante spaccato della vita di Genova nel Cinquecento.
«Dagli scavi di cantiere nella Loggia di Banchi è emerso un
affascinante sito archeologico. Un vero tesoro custodito nella Genova
sotterranea, che i cittadini potranno visitare e apprezzare prima che
riprendano le opere per la realizzazione del Museo della Storia della
Città, che sarà un luogo iconico di auto rappresentazione urbana,
contenitore di un passato ricco di gloria e di spirito di iniziativa.
Un posto dove i turisti potranno scoprire chi siamo, mentre i genovesi
riscopriranno chi eravamo nel passato, per capire chi vogliamo essere
nel futuro» commenta Barbara Grosso, assessore alle Politiche
culturali del Comune di Genova.
«Abbiamo creduto subito, lo scorso agosto, al valore di questa
scoperta – dichiara Ilaria Cavo, assessore alla Cultura di Regione
Liguria – Oggi è importante che si dia una possibilità di godere di
questa visione ai cittadini e a coloro che vorranno prenotarsi alle
visite che, seppur contingentate, daranno il senso di cosa diventerà
questo luogo con la possibilità di vivere la storia di Genova nei
secoli dall’età romana ad oggi in una stratificazione unica».
«La nostra Fondazione opera per valorizzare le identità culturali e
creative di ogni territorio e per renderlo più fruibile e attrattivo
nei confronti del turismo – dichiara Alberto Anfossi, segretario
generale della Fondazione Compagnia di San Paolo – Il Museo della
Storia di Genova e l’importante recupero della Loggia della Mercanzia
rappresentano un’opportunità di crescita sia per la città sia per le
persone che la abitano e che lo sceglieranno come spazio in cui far
nascere nuove occasioni di conoscenza, di lavoro e di sviluppo. Il
Museo è localizzato di fronte alla chiesa di San Pietro in Banchi; già
sede di eventi e mostre temporanee, con questo progetto diventerà
istituzione culturale cittadina di riferimento. Con questa
convinzione, abbiamo accettato di affiancarci alla città di Genova
nella realizzazione di un Museo, che ne racconti la storia, elemento
identitario per i cittadini e di attrattività per i visitatori, perché
riteniamo sia un’occasione per mostrare come la ridestinazione di un
bene possano creare le condizioni per una visione sostenibile della
cultura, da un punto di vista economico e sociale».
Ad oggi il cantiere di scavo condotto dalla Soprintendenza ha messo in
evidenza due isolati della città medievale, sepolti al momento della
costruzione della Loggia nel 1595, separati da vicoli e fiancheggiati
da un’antica strada, corrispondente all’attuale via degli Orefici.
L’eccezionalità del rinvenimento consiste nello straordinario stato di
conservazione degli ambienti, sigillati al momento dell’abbandono: una
bottega e un fondaco, conservato con elevati che superano i 3 m di
altezza. Al loro interno le strutture di approvvigionamento idrico
(condutture, canalizzazioni, pozzi e cisterne) e gli apprestamenti per
le attività commerciali e artigianali (banconi che sostenevano
tavolati di lavoro e di stoccaggio delle merci).
La lettura delle stratigrafie murarie consente di valutare come il
primo impianto medievale possa risalire già alla metà del XII secolo,
cui seguirono successive modifiche e ristrutturazioni fin quasi al
momento della demolizione alla fine del ‘500. La ricerca d’archivio,
ancora in corso, ha consentito di individuare la proprietà degli
immobili appartenente ad antichi gruppi nobiliari (gli Usodimare, i De
Nigro e gli Imperiale), e ricostruire la maglia insediativa di questo
specifico settore della città, centro della vita economica e
finanziaria, con le attività dei notai, dei cambi valuta e le vendite
pubbliche all’asta, tra cui le famose compere del Banco di S. Giorgio.
La Soprintendenza sarà impegnata nella prosecuzione delle indagini
archeologiche, negli ulteriori studi e nelle opere di restauro anche
nei primi mesi del 2022, per agevolare, insieme al Comune,
l’affinamento di ipotesi progettuali che permettano di salvaguardare e
rendere fruibile questa nuova affascinante area archeologica
all’interno del percorso del Museo.
Per la realizzazione della campagna diagnostica, finalizzata alla
determinazione dello stato conservativo, ci si avvarrà anche della
collaborazione dei laboratori scientifici dell’ARPAL – Azienda
Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure. Si tratta di un sito
medievale di grande valore, collocato in un contesto urbano
eccezionale, che lascia presagire ulteriori nuove e interessanti
scoperte che permetteranno di arricchire la storia della città nelle
epoche più remote: dagli scavi emergono infatti le prime strutture e i
livelli di vita di epoca romana, ricchissimi di frammenti di anfore
provenienti dalle navi che attraccavano in porto, testimonianza
preziosa di come la zona di Banchi attraverso i secoli abbia svolto il
fondamentale ruolo di crocevia strategico tra il porto e la città.
Info
Il sito verrà aperto al pubblico nelle giornate dal 17 al 19 febbraio,
con visite guidate curate dagli archeologi impegnati nei lavori con il
seguente orario:
gio 17 e ven 18 febbraio: 14.30 – 15 – 15.30 – 16 -–16.30
sab 19 febbraio: 10 – 10:30 – 11 – 11:30 – 12
Max 10 partecipanti per ogni turno di visita, si entra da piazza Senarega
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatorio al numero 3351278679
(anche WhatsApp) o alla mail [email protected]
Obbligo di super green pass.
C.Flammia