Il vento continua a tenere con il fiato sospeso tutto il continente Europeo. I primi segnali negativi erano arrivati nell’inverno del 2020 dove, un inverno molto freddo, i lockdown generalizzati e la mancanza di vento appunto, avevano dato le prime avvisaglie della tempesta perfetta del mercato dell’energia. Tempesta che però è arrivata solo sui prezzi dell’energia, con il vento che nel nord Europa si è affievolito, proprio nel momento in cui i consumi erano in ascesa. La richiesta di beni energetici si è spostata sempre più verso il gas naturale con un aumento della dipendenza e dei prezzi del metano Russo che è arrivato ad essere più del 40% del gas consumato in Europa. Non sembrano far ben sperare le tensioni Ucraine degli ultimi giorni che potrebbero portare ad ulteriori interruzioni nell’approvvigionamento.
Inverno e rischio di nuovi blackout
Se non abbiamo visto “saltare la luce” per alcune ore in tutte le città europee questo è stato grazie all’inverno mite che non ha messo in crisi la distribuzione dell’energia. Ma le scorte di energia rimangono sotto la media degli ultimi anni. Secondo Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, un blackout non è da escludere nel caso la fine dell’inverno si prolunghi. Infatti, le riserve di gas che a fine dicembre erano di circa 630 terawattora potrebbero scendere a 200 TWh alla fine di febbraio e un inverno più rigido delle previsioni, potrebbe prosciugare le provviste.
Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/flash-01-febbraio-2022/