INPS, Vallascas (Alt): Da 2 mld di immobili produce perdite per 40 mln, gestione scandalosa
Roma – Chiedere sacrifici a lavoratori e pensionati di fronte alla gestione disastrosa che l’Inps fa del suo patrimonio immobiliare è scandaloso.
L’ente possiede un patrimonio di circa 2,8 miliardi di euro corrispondente a circa 24.600 immobili. Di questi, la proprietà che produce reddito ammonta a oltre 2 miliardi, tra cui circa 10mila abitazioni per un valore di un miliardo. Da essi l’Istituto nel 2021 ha ottenuto una perdita di oltre 40 milioni di euro. Una situazione inaccettabile alla quale si aggiungono gli alti costi dei contenziosi”. Lo afferma Andrea Vallascas, deputato di Alternativa, che ha presentato un’interrogazione ai Ministri del Lavoro e dell’Economia, in merito ai dati che emergono dalla relazione di fine consiliatura del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’INPS, Guglielmo Loy.
Dalla relazione – spiega Vallascas – emerge una situazione assurda sia per quanto riguarda la gestione degli immobili sia per quanto riguarda numeri e costi dei contenziosi. Con un ingente patrimonio che dovrebbe produrre ricchezza l’Inps riesce addirittura a produrre perdite. Secondo la relazione, l’ente ha chiuso il 2020 con 33 milioni di entrate e 74 milioni di spese. In pratica, i 2 miliardi di immobili hanno prodotto una perdita di 41 milioni di euro.
Si tratta di una situazione di per sé già scandalosa – aggiunge l’esponente di Alternativa – aggravata dall’altrettanto critica gestione dei contenziosi e delle liti legali dove l’Ente risulta troppo spesso soccombente. I giudizi favorevoli all’Inps, infatti, sono solo il 68% del totale. In pratica, una volta su tre è il pensionato ad ottenere un verdetto positivo. In questo modo lievitano i costi di gestione delle liti che incidono sulle casse dell’ente per circa 200/230 milioni all’anno.
Una situazione inaccettabile – conclude Vallascas – se confrontata con le misure adottate negli anni per rendere più efficiente ed equo il sistema previdenziale, con il passaggio dal sistema retributivo al contributivo e l’allungamento dell’età pensionabile, tutte misure che penalizzano a dismisura lavoratori e pensionati italiani.