Venti di guerra soffiano in questo brano, scritto per sottolineare la condizione di un prigioniero che “affronta la voce” di chi lo tiene “in croce” e senza poter far nulla subisce le tortura. Ma mentre vacilla stordito gli sembra di vedere bagliori di luce che lo incantano.
Nella sua condizione prova ad immagine la sua prigione come un ghetto dove lui rimarrà nonostante tutto, se stesso. Il brano si chiude con “scorri ” il tempo che scorre e che durante la canzone assume forma inversa nella similitudine “Scorri acqua, torna alla foce” quasi a voler far tornare indietro il tempo all’alba, di un giorno, “Di un tempo nel tempo” quando “La natura, ci avvolge” per poter essere liberi.
Con Max Avrusci, Maurizio Avrusci e Riccardo Russo.
Ora disponibile in tutti i migliori digital store e piattaforme di streaming: