L’impianto, destinato a mandare in pensione il precedente irradiatore al cesio, in imminente fase di alienazione, sfruttando le potenzialità dei raggi X consente di trattare simultaneamente con un irraggiamento uniforme una media di circa 15 sacche al giorno per 6 giorni alla settimana, per un tempo ciascuna di circa 5 minuti.
«È una macchina di ultima generazione, a raggi X – spiega orgoglioso ed entusiasta il primario Pierpaolo Bitti – è un apparecchio che, sfruttando le innumerevoli possibilità delle radiazioni radiazioni può trattare una media di circa 15 sacche al giorno. Quando facciamo il prelievo ai donatori, ciò che viene prelevato contiene anche altre cellule, soprattutto i linfociti. Per questo motivo le sacche di emoderivati vengono irradiate. In questo modo si eliminano i linfociti che, se presenti, possono essere dannosi per il ricevente, soprattutto quando è sottoposto a trapianto di midollo osseo (o lo sarà in un secondo tempo)».
«Un altro grande obiettivo raggiunto con passione, tenacia e abnegazione delle strutture convolte – commenta il Direttore Sanitario dell’ASL n. 3 di Nuoro, Peppino Paffi – grazie anche all’impegno dei fisici sanitari aziendali che hanno già effettuato i sopralluoghi e le verifiche necessari. Un successo ottenuto da una squadra che crede in ciò che fa e che soprattutto lavora per migliorare la qualità dell’offerta sanitaria e la qualità della vita dei pazienti del Nuorese».
Nonostante la pandemia, il centro trasfusionale del San Francesco ha funzionato in questo ultimo anno a pieno ritmo, consentendo al nosocomio nuorese di mantenere standard elevati sotto il profilo del bisogno di sangue.