Presidio Pensionati, pensione con obbligo green pass: un’altra violazione dei diritti umani
La gestione governativa della pandemia si prospetta sempre di più come la soluzione finale dell’invecchiamento della popolazione. Come già segnalato da Amnesty International, le misure governative si possono catalogare come una progressiva violazione dei diritti umani senza alcuna relazione con il problema sanitario. Durante la pandemia, gli anziani sono stati abbandonati nelle rsa, isolati dai familiari, ma preda dei contagi tanto da poter parlare della strage delle rsa. Come se non bastasse, altri sono stati abbandonati nelle case in vigile attesa dell’aggravamento della malattia, privati dell’assistenza territoriale inesistente e quindi in attesa dell’esito finale. L’applicazione del codice nero negli ospedali, minacciato come forma di intimidazione, snatura funzione e senso del sistema sanitario pubblico. Impediti negli spostamenti con i mezzi pubblici, segregati in casa e privati della relativa autonomia e socialità. Spinti verso la povertà assoluta con l’aumento delle tariffe e del carovita, abbattendo le condizioni di vita e la conseguente aspettativa di vita. L’obbligo del green passa per riscuotere la pensione è sicuramente l’atto finale di un accanimento verso gli anziani per un modello sociale neoliberista in cui non c’è posto per chi non è funzionale alla produzione e all’arricchimento delle multinazionali. Oggi, dopo averci obbligati ad aprire un Conto Corrente postale o bancario – peraltro sostenendone costi non voluti ed esosi per il mantenimento di tali conti – chi è percettore di pensione, se non in possesso del green pass (che non è uno strumento sanitario) non riesce a venire in possesso dei propri soldi. Se si volesse veramente ovviare al diffondersi della pandemia si potrebbe: far recapitare a domicilio l’importo della pensione o, altrimenti, il funzionario/a dell’ufficio postale o della banca potrebbe consegnare il corrispettivo della pensione fuori dall’ingresso di questi uffici o sportelli, visto che svolgono un servizio di Pubblica Utilità. Per fornirsi di green pass, se non vaccinati, occorre un tampone da 15 euro, una nuova tassa sulla salute che si aggiunge alla miriade di mini patrimoniali diffuse, ottenuto con file estenuanti e a pericolo di contagio per contiguità. L’obbligo vaccinale poi, oltre a violare la Costituzione, senza risolvere il problema dei contagi, come dimostrato dai paesi più vaccinati al mondo, impone una tassa ulteriore sulla salute di 100 euro. Quindi senza pensione, tassato come un criminale, con un lockdown ipocritamente mascherato, come al solito, isolato nei suoi affetti e nelle relazioni sociali, si fiacca la sua capacità di resistenza, altro che la resilienza. Tutto questo in una condizione di involuzione autoritaria del paese intero che distrugge il tessuto sociale ed economico dei servi e della produzione, un preannuncio della povertà futura.
In Sardegna sono centinaia i pensionati che vivono questa condizione, perciò oggi 15/02/20022, abbiamo fatto questa prima manifestazione davanti alle Poste Centrali di Cagliari e continueremo ad organizzare la resistenza
CONTRO QUESTA INGIUSTIZIA SOCIALE.