“Sono stati siglati oggi con Stellantis una serie di accordi nazionali, uno per ciascuna società del gruppo coinvolta, al fine di consentire l’uscita volontaria e incentivata di 639 lavoratori in continuità con intese già definite nel corso del 2021. Ad essi si aggiungeranno alcune intese territoriali minori di società che hanno aperto la relativa procedura per una singola unità produttiva e dunque in sede territoriale per ulteriori 75 persone, sempre in continuità a intese preesistenti”. Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto.
“In tutte le unità produttive – spiega Ficco – i lavoratori che accetteranno di uscire potranno accedere alla naspi, poiché tecnicamente ci troviamo di fronte ad esuberi in cui le uscite sono condizionate alla non opposizione. Per l’ingegneria, invece, si è definita una specifica intesa per 50 uscite volontarie in senso stretto, non precedute da alcuna dichiarazione di esuberi e di conseguenza non seguite dalla naspi. In tutti i casi sono previsti incentivi. Gli operai riceveranno 24 mensilità e comunque non meno di 55.000 euro.
Per gli impiegati invece l’incentivo varierà in base all’età: oltre 50 anni sono previste 24 mensilità e comunque non meno di 55.000 euro, fra 45 e 49 anni 18 mensilità, fra 40 e 44 anni 12 mensilità, meno di 40 anni 6 mensilità; i suddetti importi saranno maggiorati di 20.000 euro per coloro che usciranno entro il 31 marzo.
Per chi può agganciare la pensione entro quattro anni dalla uscita è infine previsto un incentivo tale da garantire per i primi due anni, in cui si gode del trattamento naspi, il 90% della retribuzione, sommando naturalmente indennità naspi e incentivo; per il terzo anno e il quarto anno, in cui la naspi è cessata, rispettivamente il 60% e il 40% della retribuzione più quando serve a versare i contributi volontari”.
“Si tratta in ogni caso – puntualizza Ficco – di uscite già concordate nel 2021 ma per cui era necessario stipulare nuovi accordi sindacali a causa del cambio di normativa sulle uscite collettive. Il divieto di licenziamento della emergenza covid aveva difatti definito un regime speciale di uscite collettive, venuto meno il 31 dicembre 2021 e sostituito dal consueto regime sulle procedure di esuberi collettivi ritornato in vigore”.
“Sarà favorita la mobilità interna – aggiunge Ficco – in modo da cercare di consentire le uscite volontarie incentivate anche in variazione rispetto alla collocazione degli esuberi inizialmente riportata nell’avvio di procedura, fermo restando che le manifestazioni di disponibilità alla uscita dei lavoratori sanno accolte dalla Direzione aziendale solo se compatibili con le esigenze tecniche organizzative”.