Nella serie tv “I Soprano”, considerata una delle migliori serie televisive di sempre, è utilizzata una canzone della tradizione sarda per un finale di episodio.
Si tratta di “Antoneddu Antoneddu”, un brano tratto da un componimento poetico tradizionale in gallurese interpretato da Maria Carta.
La serie tv
La serie tv “I Soprano” è considerata una delle serie più belle ed importanti di sempre.
Articolata in sei stagioni (dal 1999 al 2007) la serie ideata e prodotta da David Chase per la HBO racconta la vita nel New Jersey del boss della mafia italoamericana Tony Soprano. Il personaggio di Tony, magistralmente interpretato da James Gandolfini, soffre di attacchi di panico costanti e questa sua debolezza permette una narrazione profonda e antropologica del fenomeno malavitoso.
Attraverso una narrazione progressiva e il costante confronto con la psicanalista tutte le relazioni e le angosce della sua vita sono analizzate con precisione estrema. Un racconto così dettagliato che ha permesso alla serie di vincere 5 Golden Globe e 82 tra i principali premi televisivi.
La scena
L’episodio 19 della sesta stagione chiude con la meravigliosa melodia “Antoneddu Antoneddu”.
La scelta non è, ovviamente, casuale: il figlio di Tony, Anthony Junior, è entrato in un vortice di depressione che lo porta a tentare il suicidio. Viene fortunatamente salvato proprio dal padre che allo stesso tempo è la causa dei suoi mali e della sua crisi esistenziale.
La canzone, inserita in questo contesto, fa trasparire tutta la complessità del rapporto tra padre e figlio.
Il brano
Interpretato da Maria Carta il brano è inserito nell’album “Sardegna canta” del 1971 e pubblicato, inoltre, come 45 giri. Tratto da un componimento poetico tradizionale in gallurese, risalente a metà XIX secolo, racconta il lamento della moglie e della madre di un bandito.
Nell’ultimo verso il lamento della moglie risuona così:
“Nu l’asculti i no l’intendi
chista boci di dolori
Veni chi m’è manchendi
bene, amor, vita e cori.
Veni chi m’è manchendi
bene, amor, vita e cori”.
“Ma tu non l’ascolti, non la vuoi sentire
questa voce di dolore
vieni, perché mi sta mancando
il bene, l’amore, la vita, il cuore”.
Un verso che riflette e descrive perfettamente il rapporto tra Anthony Junior, insicuro e consapevole solo in parte del ruolo che il padre ricopre, e Tony, che ama profondamente il figlio e capisce quanto siano irrimediabilmente simili anche se diversi.
Elena Elisa Campanella