Il quadro che ci troviamo davanti impone quindi una serie riflessione sulla riprogrammazione della nostra produzione interna. Dobbiamo affrontare il tema delle terre incolte, fare in modo che la Sardegna torni ad essere indipendente e che riesca a soddisfare, per quanto possibile, il proprio fabbisogno interno”.
“Gli imprenditori del comparto agricolo e gli allevatori stanno vivendo nel terrore di poter essere abbandonati e al contempo il governo regionale non ha programmato alcuna azione efficace per evitare che i rincari folli ai quali stiamo assistendo affossino completamente la produzione sarda”.
Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle chiede che il Consiglio regionale si attivi al più presto, o attraverso la convocazione straordinaria della Commissione Attività Produttive, oppure con provvedimenti ad hoc direttamente in Consiglio regionale: “Dobbiamo prevedere due tipi di aiuti, uno immediato, di tipo finanziario, per cercare di sopperire agli aumenti, e un altro di lungo periodo, che consista nella riprogrammazione della nostra economia, affinché diventi resistente ad analoghe situazioni di crisi, anziché continuare a dipendere da nazioni estere senza alcuna stabilità politica”.
“Per quanto riguarda il caro bollette e la possibilità di dover fare a meno del gas russo. Il Governo nazionale ha già previsto la riattivazione delle centrali a carbone. Per questo chiediamo che un discorso analogo venga affrontato a livello regionale anche per quanto riguarda i settori più a rischio. É necessario audire tutti i portatori di interesse dei comparti a rischio, in primis agricoltura e allevamento per definire una strategia di intervento, anche attraverso la rimodulazione del PSR, affinché nessuno resti indietro, soprattutto in questi settori che sono strategici ed identitari per la nostra Isola.”