L’Assemblea per la Democrazia Energetica in Sardegna (A.D.E.S) organizza per sabato 26 marzo alle ore 16 presso l’Hotel Badde Rosa di Bolotana, l’incontro pubblico “Ottana non deve essere una colonia energetica” sul futuro energetico della Sardegna e in particolare della piana di Ottana.
L’evento sarà preceduto, alle 10.30 della mattina, da un sit-in alla centrale idroelettrica del Taloro, risorsa fondamentale per l’autonomia energetica del territorio sardo.
L’incontro vuole essere un’occasione di approfondimento sulle politiche energetiche, sulle conseguenze economiche e sanitarie per il territorio e sulle possibili soluzioni.
La piana di Ottana non è infatti immune dall’assalto che la Sardegna sta subendo da parte delle società di produzione di energia elettrica: da una parte il progetto – in fase di verifica di assoggettabilità a VIA – che prevede la costruzione di una nuova centrale elettrica a metano/gasolio, a riproporre le eterne promesse mancate dell’industria fossile, con il reiterarsi della devastazione ambientale e morale che, dal Piano di rinascita in poi, è la cifra di questo sviluppo industriale di stampo coloniale.
Dall’altra il progetto presentato dalla Acea Solar – che ha già superato la procedura di VIA – per l’installazione di un parco fotovoltaico da 85,80 MW su una superficie di 120 ettari, che segue il modello della speculazione selvaggia sulle rinnovabili, con la sottrazione di enormi porzioni di territorio dall’uso delle comunità, per destinarlo alla accumulazione di profitti milionari per speculatori aventi sede nel nord Italia, o in paesi esteri.
L’unica vera transizione energetica da perseguire è invece quella che mette insieme partecipazione democratica, autonomia e benessere delle comunità, con il rispetto degli ecosistemi. Un’ottica completamente contrapposta a quella di chi ci ripropone, sotto nuove vesti verdi, il vecchio modello della speculazione, della centralizzazione politica delle decisioni e dei profitti, della spoliazione del territorio e della sottomissione delle comunità.
Il caro energia può essere combattuto solo con il rifiuto della speculazione e con la costituzione di comunità energetiche ecosostenibili e democratiche in cui la produzione di energia è indirizzata al fabbisogno dei territori, anche attraverso il potenziamento di fonti di energia pulita già esistenti e sottoutilizzate come le centrali idroelettriche.