Autotrasporto – Dal Governo 80 milioni per sostenere le imprese del trasporto merci
Per Confartigianato Trasporti Sardegna necessaria una
clausola per adeguare costi di trasporto ai costi del gasolio.
Nelsettore si gonfiano le spese e si sgonfiano i profitti. Nella crisi
dell’autotrasporto si muove, lentamente, qualcosa.
Il Governo, attraverso il Ministero delle Infrastrutture e della
Mobilità Sostenibile, ha stanziato 80milioni di euro aggiuntivi per
compensare parte dei maggiori costi sostenuti dalle imprese del
trasporto merci nell’acquisto del gas naturale liquefatto e
dell’additivo AdBlue, e per le spese non documentate e i pedaggi
autostradali.
Al di la di questo intervento, Confartigianato Trasporti Sardegna
ricorda come il settore sia, sempre più, stritolato dall’escalation
del costo del gasolio, rincarato del 22,3% nell’ultimo anno, con un
impatto di maggiori costi pari a 535 milioni di euro per le micro e
piccole imprese dell’autotrasporto merci.
“Una batosta – sottolineano da Confartigianato Trasporti Sardegna –
che si scarica interamente sui margini di profitto e sul valore
aggiunto aziendale, considerato che i prezzi alla produzione nel
trasporto merci, al terzo trimestre 2021, sono in calo dell’1,2%
rispetto ad un anno prima”.
Un settore, quello del trasporto merci, che anche in Sardegna è in
costante squilibrio tra fatturati che si sgonfiano, da una parte, e
gasolio, pedaggi, assicurazioni, costi di esercizio e tasse che
crescono, dall’altra. A tutto ciò si devono aggiungere il cronico
deficit infrastrutturale, che verrà colmato con tempi lunghissimi, la
concorrenza sleale, interna ed estera che opera senza regole e prezzi
sottocosto, i pagamenti, soprattutto tra privati, con tempi non
quantificabili e le imprese, quasi la metà un terzo del totale in
Italia (35mila su 92mila), non in regola con gli obblighi previsti
dalla legge per chi voglia svolgere la professione. Senza dimenticare
le variabili locali come la viabilità inadeguata, ovvero strade che
aprono e chiudono secondo le condizioni meteo o il dissesto
idrogeologico, le ZTL istituite dalla mattina alla sera, e gli stalli
urbani, per il carico e scarico, diventati ormai una vera rarità. E
non per ultimo, da 2 anni a questa parte, il Covid.
“Per questi motivi – sottolineano gli autotrasportatori artigiani –
riteniamo fondamentale che si arrivi alla definizione di regole che
dovranno garantire una maggiore ed effettiva tutela delle imprese di
autotrasporto, con particolare riferimento alla disciplina di una
clausola di adeguamento dei costi di trasporto al costo del gasolio,
oltre che alla questione delle soste e all’applicazione del nuovo
regolamento europeo”. “Il percorso di confronto con il Governo –
chiude Confartigianato Trasporti Sardegna – si pone l’obiettivo di
definire quelle norme necessarie alla categoria per ottenere un
riequilibrio degli assetti di mercato e i giusti correttivi delle
condizioni contrattuali”.
Secondo le ultime analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato
Imprese Sardegna, la dinamica del prezzo del gasolio per autotrazione
a metà febbraio è cresciuto del 22,3% su base annua. L’analisi
evidenzia anche come il trend rilevato a fine gennaio del costo del
carburante nelle micro e piccole imprese del trasporto merci, per le
quali rappresenta pressoché l’intera spesa per prodotti energetici,
proietta su base annua un impatto di maggiori costi per 535 milioni di
euro, che si scarica interamente sui margini e il valore aggiunto
aziendale, considerato che il settore è addirittura in deflazione:
l’analisi degli ultimi dati dell’Istat indica che al terzo trimestre
2021 i prezzi della produzione nel trasporto merci sono in discesa
dell’1,2% rispetto ad un anno prima. La spinta sui costi riduce i
margini delle imprese di autotrasporto, penalizza la domanda di lavoro
e quella per investimenti, essenziali per favorire la transizione
green del comparto. Va infine ricordato che la bolla del gas colpisce
anche le imprese di autotrasporto che utilizzano il GNL.
In Sardegna, le 2.476 imprese di autotrasporto, di cui circa 1.500
artigiane, hanno veicolato oltre 14milioni di tonnellate, l’87% di
tutte le merci che vengono movimentate in nell’Isola. Questo settore
crea lavoro a oltre 7mila persone, con una dimensione media per
azienda di 2,8 addetti per ogni realtà. Al primo gennaio di
quest’anno, il settore isolano ha registrato una decrescita totale del
2,9%, di cui ben il 5,7% solo nel comparto artigiano. Dal 2009, in
Sardegna, è scomparso circa il 20% del tessuto imprenditoriale. A
livello provinciale a Cagliari le imprese registrate sono risultate
1.123 di cui 729 artigiane. Rispetto allo scorso anno, nel totale
delle imprese di autotrasporto merci, il calo registrato è del 2,9%. A
Nuoro sono 362 (di cui 259 artigiane), con un calo del 2,7%. A
Oristano sono 250 (185 artigiane) registrando un -2,3%. Infine a
Sassari ci sono 741 imprese, di cui 474 artigiane: le cancellate sono
il 3,0%.
I dati nazionali del sistema del trasporto e della logistica in Italia
hanno registrato effetti rilevanti dalla crisi economica generata
dalla pandemia, con modifiche profonde della domanda e dell’offerta di
mobilità. Nel 2020 il fatturato del comparto del trasporto e
magazzinaggio in Italia è sceso del 17,5%, di 4,6 punti più intenso
del calo del 12,9% registrato in Ue 27, con le imprese italiane del
settore che hanno contabilizzato minori ricavi per 28,8 miliardi di
euro. Il trasporto merci ha sofferto un calo dell’11,7% della
produzione manifatturiera, associato ad una riduzione del 10,3% dei
flussi di commercio estero. Il boom dell’e-commerce, conseguente ai
provvedimenti restrittivi e la sospensione di attività commerciali,
non si è traslato con la stessa intensità e rapidità nell’‘ultimo
miglio’ delle consegne: lo scorso anno, a fronte di un aumento del
34,5% delle vendite di e-commerce, il fatturato delle imprese dei
servizi postali e attività di corriere segna aumento che si ferma al
+4,4%.
Complicata anche la situazione occupazionale.
Giovani e camion è un binomio difficile da tenere insieme anche in
Sardegna, sia per i costi elevati per il conseguimento della patente,
sia per un lavoro impegnativo, che costringe a stare lontano da casa e
dagli affetti, che assicura retribuzioni magre. Ciò comporta la
carenza di figure professionali, situazione che non può essere colmata
finché le paghe non verranno portate a livelli economici adeguati
all’impegno della professione.
La mancanza di giovani è diventato un problema centrale per il mondo
dell’autotrasporto: gli autisti sono sempre meno e sono sempre più
anziani. La prospettiva, da scongiurare, è di un mercato che rischia
di “svuotarsi” nel momento in cui la generazione dei conducenti
“veterani” andrà in pensione, perché i nuovi professionisti non sono
sufficienti a colmare il gap.
Una boccata di ossigeno per il settore arriva dalla Legge di Bilancio
che prevede l’introduzione di un voucher per favorire i giovani
camionisti nelle spese per l’ottenimento della patente per il
trasporto merci.
Questo prevede un contributo all’80% con un tetto fissato a 2.500 euro
dell’importo per le patenti e le abilitazioni professioni. Il
contributo sarà concesso tra il primo aprile del 2022 e la fine del
2026. Lo stanziamento è pari a 6 milioni nel 2022 e 5 milioni all’anno
dal 2023 al 2026. Si attende ora un decreto del Ministero delle
Infrastrutture e Mobilità Sostenibili che definirà più precisamente le
modalità e i termini per l’ottenimento e l’erogazione del beneficio.
Si tratta, infatti, di una misura essenziale per consentire il
ricambio generazionale nel settore, dove si registra una drammatica
carenza di autisti per la scarsa attrattivitá della professione e gli
alti costi di formazione per l’acquisizione delle patenti.