Beagles nei laboratori di sperimentazione. Continuano le proteste
Beagles nei laboratori di sperimentazione. “Fuori i beagles dai laboratori”, è il coro di protesta che ha riecheggiato il 26 marzo nel centro del cuore della città, nel corteo degli animalisti che ha sfilato per la città di Verona.
“Giù le mani dai cani”: striscioni, cartelloni con le immagini dei beagles sottoposti a sperimentazione, megafoni e cori, non hanno lasciato indifferenti i veronesi. Una città incredula dinanzi a queste sperimentazioni: stupore, scalpore e indignazione è quello che ha suscitato la notizia dei venti cuccioli di beagles rinchiusi nei laboratori di Aptuit.
Tutta Verona durante il corteo si è fermata, tantissimi i cittadini che hanno interrotto il loro cammino per fermarsi intorno al corteo ad ascoltare, qualcuno si è unito anche al corteo degli animalisti. La notizia di venti cuccioli di beagle, venti cuccioli del miglior amico dell’uomo destinati a esperimenti di laboratorio, non lascia e non può lasciare indifferente la cittadinanza e l’opinione pubblica.
Gli animalisti chiedono la liberazione dei venti beagles e di tutti gli altri cani e tutti gli altri animali rinchiusi nei laboratori, ma chiedono anche trasparenza e il rispetto della legge. L’attivista e influencer animalista Enrico Rizzi, tra gli organizzatori del corteo, chiede trasparenza e chiarimenti ad Aptuit e al ministro Speranza sul controllo documentale-autorizzativo sull’utilizzo dei cani in questa sperimentazione. Si chiede rassicurazione certa del possesso da parte di Aptuit dell’autorizzazione che permetta alla stessa l’utilizzo, appunto, dei cani, animali che per legge devono essere tutelati e non utilizzati in modo “ordinario” negli esperimenti scientifici.
Vogliamo chiarimenti sulle autorizzazioni obbligatorie per Decreto Legislativo, in special modo quella in deroga per l’utilizzo dei cani, dice l’attivista Rizzi. E prosegue: “È un nostro diritto di cittadini avere chiarimenti e pretendiamo trasparenza, ma dopo mesi di richieste a oggi non abbiamo ancora risposte”.
Oltre alle associazioni animaliste, anche il comune di Verona ha chiesto ufficialmente chiarimenti sul caso dei venti cani destinati alla sperimentazione. L’amministrazione comunale di Verona e la Consulta veronese per la Tutela del Benessere Animale hanno infatti presentato già da tempo richiesta di poter avere accesso alla documentazione legata alla sperimentazione sui cani, chiedendo di avere copia dell’autorizzazione, con relazione tecnico scientifica, necessaria per l’uso dei cani nei laboratori.
Questa vicenda, insieme al caso dei macachi di Parma, ha riportato ancora una volta luce e sdegno sulla sperimentazione animale, riportando fuori dal buio gli animali rinchiusi dietro i muri dei laboratori. Nonostante la grande liberazione dei beagles di Green Hill del 2012, la sperimentazione sui cani non è mai finita e sta continuando.
In Italia per la sperimentazione vengono utilizzati circa 600.000 animali all’anno, un numero spaventoso, e oltre a sperimentare su primati e roditori, nei laboratori non vengono risparmiati neanche cani e gatti. Tra gli organizzatori del corteo anche Riccardo Manca di Animalisti Italiani: “La lotta per gli animali è anche la lotta per l’uomo, ed è il motivo per cui queste battaglie andranno avanti.
La luce della vita è sacra e non si tocca, non si può spegnere mai questa luce, a prescindere dalla specie di appartenenza.” Gli animalisti chiedono la liberazione degli animali dai laboratori di sperimentazione e il rispetto della vita di tutti, animali e umani, per una ricerca scientifica etica e un mondo senza violenza. La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui vengono trattati gli animali, diceva Gandhi, detto anche il Mahatma, ossia la Grande Anima. La pace inizia da noi.
Ruggiero Katia, referente Meta Parma e Avi Parma