Silvia Paparella (General Manager di RemTech): “In Europa ci sono ben 2 milioni e 800 mila siti contaminati, 700.000 siti sono siti registrati e dove è stata già identificata una contaminazione ed è stato avviato un processo di bonifica, 230.000 sono i siti dove la bonifica è stata completata. In Italia sono presenti 42 siti di interesse nazionale e si tratta di mega – siti industriali che occupano una superfice pari allo 0,6% del territorio nazionale ma ci sono anche altri 34.000 siti che sono invece di interesse regionale”.
Daniele Baldi, (Referente SIGEA sui siti contaminati): ” L’Ucraina sarà alle prese con il problema amianto. Infatti sui quei territori si è costruito con amianto fino al 2020!”
Conferenza stampa – Lunedì 28 Marzo – Ore 15 – Sala Zuccari – Palazzo Giustiniani – Senato della Repubblica – Roma
Oggi, a Roma, la Società Italiana di Geologia Ambientale e Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno presentato per la prima volta un importante attività di ricerca sul tema dei siti inquinati. Si tratta della “Monografia di Geologia Ambientale – Le bonifiche ambientali nell’ambito della transizione Ecologica”. Autori dello studio Daniele Baldi e Vito Felice Uricchio!
“A livello europeo ci sono ben 2 milioni e 800 mila siti contaminati, 700.000 siti sono siti registrati e dove è stata già identificata una contaminazione ed è stato avviato un processo di bonifica, 230.000 sono i siti dove la bonifica è stata completata. I settori che impattano maggiormente sono i siti nei quali si trattano rifiuti e incidono nella percentuale del 38%. L’Europa ogni anno spende dai 2,4 ai 17 MLD di euro.
In Italia sono presenti 42 siti di interesse nazionale e si tratta di mega – siti industriali che occupano una superfice pari allo 0,6% del territorio nazionale ma ci sono anche altri 34.000 siti che sono invece di interesse regionale. Oggi celebriamo soprattutto un bilancio fondamentale per le bonifiche e il risanamento ambientale che è il pilastro della conoscenza e della condivisione delle esperienze e delle informazioni”.
Lo ha affermato Silvia Paparella, General Manager di RemTech, intervenendo a Roma, a palazzo Giustiniani, pochi minuti fa alla presentazione della “Monografia di Geologia Ambientale – Le bonifiche ambientali nell’ambito della transizione Ecologica”. Un grande lavoro di ricerca che vede come autori Daniele Baldi Referente Società Italiana di Geologia Ambientale – APS per i “Siti Contaminati” e Vito Felice Uricchio dell’Istituto di Ricerca sulle Acque, Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRSA-CNR).
“Ben 163 ricercatori, 400 pagine, 6 capitoli, 42 contributi, 46 tabelle, 263 immagini. Il progetto editoriale per la pubblicazione di questa prima monografia “Le bonifiche ambientali nell’ambito della transizione ecologica”, inizia circa due anni fa, poco prima dell’inizio della pandemia da Covid e si conclude in una clima geopolitico drammatico, segnato dalla guerra in corso alle porte dell’Europa, in una nazione che un tempo è stata parte integrante del vecchio continente e che adesso lotta per farne parte di nuovo.
In questi lunghi due anni – ha affermato Daniele Baldi – in cui abbiamo selezionato e revisionato 400 pagine di articoli scientifici, provenienti principalmente dal mondo della ricerca, della SNPA e dal contesto professionale, ci sono stati cambiamenti epocali che in parte ci hanno permesso, finalmente, di prendere coscienza di quanto sia importante vivere in un ambiente sano, salvaguardarlo per garantire la vita delle generazioni future e quanto sia necessario, fondamentale, cristallizzare il ruolo centrale della scienza per affrontare nel miglior modo possibile incertezze presenti e future”.
Ed in Ucraina c’è il problema amianto!
“La guerra si aggiunge ad degrado generale ambientale dell’Ucraina perché è una forte realtà industriale, ex URSS con un basso standard ambientale. C’è una devastazione ambientale che porterà a più morti. Ad esempio in Ucraina l’amianto sarà uno delle maggiori problematiche – ha continuato Baldi – riguardanti il prelievo delle macerie. Non se ne parla molto ma in Ucraina l’amianto è stato utilizzato fino al 2020 e si porrà sicuramente il problema di smaltire tutto questo amianto”.
E’ intervenuto anche il Generale Giuseppe Vadalà, Commissario Unico per la Bonifica dei Siti Contaminati.
Ben 400 le presenze alla conferenza svoltasi a Palazzo Giustiniani, a Roma e conclusasi da poco.
“Riteniamo che la vera transizione ecologica, necessaria per compensare lo sviluppo urbano e industriale pensato indipendentemente dagli effetti che questi potessero arrecare agli equilibri sociali e ambientali, debba partire dalle analisi che emergono dalle posizioni contrapposte sulla sostenibilità dello sviluppo – ha affermato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale – sulla crescita e la decrescita, sulle aspettative e il principio di precauzione.
Contrapposizioni queste che come spesso è accaduto in passato trovano nel confronto intergenerazionale fattori di amplificazione. Solo il dibattito culturale, leale e aperto alle diverse posizioni, può essere utile a individuare i reali limiti dell’agire in un’ottica conservativa per i caratteri ambientali di un territorio, nell’interesse intergenerazionale, volto a garantire benessere alle popolazioni che lo abitano.
C’è un tema importante per la salute: il ripristino ambientale e sociale delle aree inquinate. Luoghi che il settore industriale, e non solo, ha utilizzato in passato traendo il suo profitto economico, sottovalutando o peggio disinteressandosi degli effetti sulle matrici ambientali e sociali. Un settore socio-economico, quello della bonifica dei siti contaminati, al quale la SIGEA-APS dedica attenzione da molti anni con una specifica area tematica coordinata da Daniele Baldi.
Dopo la presentazione istituzionale di oggi, in questa prestigiosa sala del Senato della Repubblica, per la quale ringrazio vivamente per l’interessamento il Senatore Ruggiero Quarto, presenteremo lo studio in eventi pubblici organizzati per affrontare i temi delle bonifiche ambientali nell’ambito di quella che oggi sembra la sfida più grande: individuare il reale percorso verso una transizione da sviluppo egoistico a sviluppo ecologico.
Continueremo anche con questo nuovo progetto editoriale e con gli eventi a esso dedicati a promuovere la cultura del dialogo, del confronto tar i diversi soggetti chiamati a contribuire sui temi strategici per la sostenibilità dello sviluppo, continueremo a promuovere e divulgare il sapere della tecnica e della scienza”.