“Il primo insediamento abitativo, conosciuto con il nome di Cesariana in onore di Giulio Cesare, era collocato sui monti a circa 2 km dall’attuale ubicazione, ed è. In seguito alla distruzione di Cesariana – ha proseguito Adinolfi – ad opera dei Saraceni, all’inizio del X secolo, gli abitanti abbandonarono il sito, fondando Montesano e Casalis Novi, italianizzato in Casalnuovo. Con decreto del re d’Italia, Vittorio Emanuele II, in data 14 dicembre 1862 il nome fu cambiato in Casalbuono. Il casale fu distrutto una prima volta al tempo di re Manfredi, risorse con Carlo I d’Angiò, il quale per favorire la ricostruzione esentò per tre anni gli abitanti dal pagamento delle tasse. Quando alla famiglia Sanseverino fu assegnata la baronia del borgo, fu iniziata la costruzione , del castello – tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII – che faceva parte di un sistema difensivo che andava da Capaccio a Policastro e Marsico in Basilicata . Il castello, posto alla sommità della collina, è un tipico esempio di architettura militare. La angolare torre a base circolare ne è l’esempio di una saggezza costruttiva e di una sobrietà difensiva. All’area baronale si accede direttamente dal centro storico attraverso un portale in pietra e una gradinata in pietrame. In seguito alla congiura dei baroni contro Ferdinando d’Aragona, il castello passò ad Antonio de Cardona, marchese di Padula nel ‘500; successivamente, trasformato a 3 palazzo baronale passò ad altre famiglie tra le quali i Carafa, i Claps e i De Stefano ultimi proprietari. Il Castello per molti decenni rimase disabitato e, dopo la II guerra mondiale, fu oggetto costante di trafugamenti e di incuria, sino poi a raggiungere lo status di rudere; solo grazie agli interventi degli ultimi anni, è stato possibile riportarlo, sebbene parzialmente, nelle forme originariamente concepite e ancora oggi sovrasta ‘intero centro abitato. Altra opera storica importante è la chiesa Madre, costruita nel XII secolo, in origine costituita da un’unica piccola navata e successivamente ampliata, probabilmente per conto della badia di Cadossa con la navata maggiore. Successivamente, verso la metà del ‘500 però la chiesa, con tutto il casale, passò sotto il controllo della Certosa di San Lorenzo, così come attestato dallo stemma certosino ancora visibile sul portale che porta la data del 1528. Il borgo è inserito in un contesto ambientale di notevole valore naturalistico, con colline ricoperte da boschi e percorse da fiumi e torrenti con acque limpide, ospitanti una fauna ittica anche pregiata. 5 Altra bellezza naturalistica importante è il “Feudo del Monaco”, polo didattico sportivo naturalistico che funge anche da rifugio e parco avventura, a cavallo fra il Monte Cervati e il Monte Sirino. Il parco è immerso e posizionato in un clima fuori dal tempo, a braccetto con una natura selvaggia e incontaminata. Nell’area è possibile vivere un’esperienza unica e irripetibile, che solo il verde degli alberi e la forza di arbusti rigogliosi è in grado di offrire, sia grazie a semplici passeggiate che all’esercizio di attività sportive in aree idoneamente attrezzate. Oltre a godere delle vedute del monte Cervati e del monte Sirino del massiccio del Pollino, con le cime innevate fino a primavera inoltrata, dall’alto del monte Difesa, dove sorge il Santuario della Madonna della Consolazione, è possibile ammirare l’intero paesaggio del Vallo di Diano, da Buonabitacolo e Montesano fino a Padula, Sala Consilina e Atena Lucana. I casalbuonesi hanno, innato, il senso dell’accoglienza e dell’inclusione. Da pochi anni sono nate strutture ricettive – agriturismi nelle campagne e B&B nel centro storico – capaci di ospitare chi desidera vivere in una dimensione diversa dai ritmi della vita ordinaria. La buona cucina, con ricette semplici e l’utilizzo di eccellenti prodotti agroalimentari, contribuisce a valorizzare e arricchire la permanenza nel territorio”.
E alle ore 16 e 30 Vienna arriverà a Nemoli, in Basilicata. Sarà accolta dal Sindaco, Mimmo Carlomagno, poi domani, Lunedì 28 Marzo incontrerà la città con incontri nelle scuole. Vienna incontrerà anche tre nuclei familiari giunti dalle zone di guerra dell’Ucraina.
“Molto interessante, dal punto di vista delle potenzialità turistiche – racconta Mimmo Carlomagno, sindaco di Nemoli – il territorio comunale che si estende in prossimità del lago Sirino, caratterizzato da un contesto paesaggistico di sicuro interesse. Il lago Sirino si trova a 784 metri sul livello del mare, si schiude a forma di gemma, le cui acque cambiano colore durante le ore del giorno e a seconda delle stagioni. E’ un lago di sbarramento che si alimenta con le sorgenti del Sirino. E’ diventato nel corso degli anni la meta preferita di turisti che amano il contatto diretto con la natura.”
Tra i principali manufatti storici, che sono strettamente legati alla tradizione di “luogo di transito” del borgo di Nemoli, sono particolarmente interessanti la piazza del paese su cui affaccia la chiesa di S. Maria delle Grazie, edificata nella seconda metà del Seicento. Nel centro del piccolo borgo alcuni edifici conservano ancora i nomi che ricordano la tradizione di “ospitalità” che questo luogo svolgeva lungo il Cammino Regio: la “Calessera” per la sosta ed il cambio dei cavalli e la “Forestera” dove era possibile trovare alloggio e ristoro.
Poi c’è Palazzo Filizzola, una costruzione dal caratteristico loggiato al primo piano, iniziata nei primi decenni del Seicento e noto in paese anche col nome di “Casa dei Signori”. In questo Palazzo è in corso un progetto per il ripristino, la valorizzazione e la riqualificazione da destinare a Museo della Civiltà Rurale di Nemoli.
Tracciati di epoca romana, ma molteplici osterie, taverne, ben 14 stazioni postali ottocentesche, geo – siti, oasi naturali, palazzi ducali: tutto questo è lungo la ritrovata Via Regia delle Calabrie ma anche strada delle memorie.