Cannabis legale, le associazioni di coltivatori chiedono una legge regionale
Il settore della cannabis legale in Sardegna è in costante crescita; secondo quanto riportato dall’ANSA a luglio dello scorso anno, nel giro di due anni, gli ettari dedicati alla coltivazione della canapa sativa erano triplicati, passando dai 400 del 2019 ai 1200 del 2021.Il dato, proveniente da un’analisi condotta dal Centro Studi Agricoli (CSA), testimonia come l’entrata in vigore della legge per la promozione della filiera produttiva della canapa (legge n. 242 del 2016) abbia aperto nuove possibilità allo sviluppo economico dell’isola.
Ciò nonostante, come sottolineato a suo tempo dal presidente del CSA, Tore Piana, “esiste un grigio normativo, che lascia margine di interpretazione agli organi di vigilanza”, esponendo di conseguenza i coltivatori “ad elevati rischi di denunce e sequestri delle piantagioni”.
Non a caso, lo scorso novembre il Movimento Canapicoltori Sardi ha indetto una petizione e organizzato un sit-in a Cagliari, davanti alla sede del Consiglio Regionale, invocando un tavolo di lavoro finalizzato alla definizione di una legge regionale per la regolamentazione del settore. In realtà, già a luglio la Commissione per le attività produttive del Consiglio regionale aveva approvato in via preliminare il Testo Unificato dal titolo “Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale”, come riportato dall’edizione online de Il Sole 24 Ore.
Prosegue lo stallo, i coltivatori chiedono chiarezza
Nonostante le iniziative di cui sopra, il nuovo anno non ha portato in dote alcuna significativa novità, tant’è che le associazioni di canapicoltori sardi sono tornate a farsi sentire. A tal riguardo, Daniele Cocco, capogruppo di LEU, ha dichiarato al portale youtg.net: “Abbiamo presentato una richiesta urgente di convocazione della commissione Attività produttive per un altro incontro con i rappresentanti delle associazioni di canapicoltori. Risolvere le problematiche e le criticità relative alla coltivazione ed alla trasformazione della canapa in Sardegna è urgente e necessario”. Cocco ha inoltre sottolineato come “negli ultimi anni l’interesse verso la coltivazione della canapa industriale è notevolmente aumentato, per via delle diverse possibilità di utilizzo nell’industria alimentare, tessile, cosmetica, nella bioedilizia e nella bioingegneria”.
Il capogruppo di LEU ha ribadito che “è necessario fare chiarezza; il settore può portare lavoro e benessere in Sardegna. Molti imprenditori, anche giovani, hanno investito tempo e risorse, ma si trovano penalizzati dalla mancanza di una normativa regionale a sostegno della filiera della canapa. Il Testo unico di proposta di legge, approvato dalla V Commissione, non è stato ancora calendarizzato per essere discusso in Aula”.
La situazione normativa attuale
In attesa di sviluppi normativi significativi, la produzione di cannabis legale resta regolamentata dalla Legge n. 242 del 2016 recante “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”. In base al testo di legge, è possibile coltivare (senza bisogno di richiedere una specifica autorizzazione) la cannabis sativa Linneus, da destinare alla trasformazione per la produzione di prodotti alimentari, cosmetici, semilavorati, combustibili e materiale per la bioedilizia e la bioingegneria. Per quanto riguarda il consumo alimentare, la normativa individua in 5mg/kg il limite massimo di THC (il principale composto attivo presente nella cannabis) ammissibile. Una concentrazione così bassa viene ritenuta innocua, in quanto incapace di scatenare effetti psicoattivi o provocare dipendenza.
I derivati della canapa che rispettano tali parametri vengono spesso definiti, a livello commerciale, come ‘light’, ossia ‘leggeri’, in riferimento all’assenza di attività psicotropa. Prodotti di questo genere, come la cannabis legale in vendita su Highonlifeweed.com, sono reperibili presso e-commerce specializzati o all’interno di punti vendita autorizzati. Il consiglio, al momento dell’acquisto, è quello di affidarsi sempre a canali di vendita sicuri e trasparenti, così da avere le opportune garanzie circa la sicurezza e la conformità del prodotto nonché per evitare ripercussioni di vario genere.