L’indennizzo prevede un importo di 150 euro a capo per un massimo di 250 capi, con esclusione di tutte le aziende agricole che hanno meno di 10 capi riproduttori (scrofe). Questo significa, secondo i calcoli del CSA, escludere dall’aiuto il 52% dei capi suini in Sardegna, cioè ben 34.451 capi.
I dati sono quelli presi dalla Banca Dati Nazionale, che per la Sardegna conta, al 31.12.2021, un numero di 12.998 aziende che in Sardegna allevano suini. In queste aziende agricole, regolarmente registrate e censite, sono presenti ben 66.451 capi riproduttrici. “Se prendiamo come riferimento il numero delle aziende escluse, la percentuale arriva al 83 %, perché delle 12.998 aziende solo il 17% circa , ha in allevamento più di 10 capi riproduttori. Con questi numeri si capisce che il contenuto della Delibera, contiene una palese ingiustizia che non può essere assolutamente accettata dal comparto agricolo sardo. Come CSA, crediamo che sia un errore causato da una svista, che possa essere corretto urgentemente.”
“Ecco perché il Centro Studi Agricoli chiede urgentemente di ritirare la DGR 9/46 del 24.3.2022 ed apportare le dovute correzioni, inserendo tutti i capi presenti negli allevamenti sardi, magari escludendo i primi 4 capi, oggi classificati come uso familiare: d’altronde lo stabilisce una delibera precedente e la stessa autorizzazione presentata, con la DUAP, prevede che 4 riproduttori femmina che vengano classificati come uso familiare”, afferma con durezza Tore Piana. “Inoltre chiediamo una deroga affinché questi indennizzi vengano pagati senza richiedere la regolarità contributiva. Lunedì scriveremo una mail via PEC all’Assessora con la nostra richiesta ufficiale di modificare la Delibera, sanando così una macroscopica ingiustizia al comparto suinicolo sardo”, conclude Piana.