“Tutto il personale della scuola deve riprendere le proprie mansioni senza distinzioni e senza discriminazioni tra lavoratori. È inaccettabile il comportamento del Governo che da venerdì prossimo farà rientrare a scuola tutti i dipendenti sospesi, perché non vaccinati, ma non permetterà agli insegnanti di riprendere l’attività in classe”.
Lo afferma Andrea Vallascas, deputato di Alternativa, che ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione in merito alle disposizioni contenute dal decreto legge del 24 marzo scorso a seguito della cessazione dello stato di emergenza con particolare riguardo alle modalità di ripresa dell’attività lavorativa da parte del personale della scuola.
“È gravissimo – spiega Vallascas – il trattamento riservato al personale della scuola e, in particolare, ai docenti non vaccinati. Dopo averli sospesi dal lavoro e dallo stipendio, adesso il Governo li fa rientrare a scuola, ma gli impedisce di svolgere attività didattica con gli studenti, destinandoli ad altre mansioni”.
“Un’assurdità – prosegue -, visto che, al contrario, i dirigenti scolastici potranno riprendere le loro funzioni così come il personale Ata che potrà continuare a svolgere le normali attività di assistenza alla didattica nei laboratori, nelle palestre, nella scuola dell’infanzia, nelle mense e agli alunni con disabilità”.
“Questo – aggiunge l’esponente di Alternativa – è un chiaro segno di accanimento nei confronti di una parte della categoria. Non si spiegherebbe altrimenti l’assurdo divieto di accesso in classe imposto ai docenti con tampone negativo, quando il contagio nella scuola, così come nella società, è proseguito anche durante il periodo di sospensione dal lavoro e dallo stipendio del personale non vaccinato”.
“Al Governo – conclude Vallascas – chiediamo di correggere urgentemente il provvedimento per evitare il rischio per molti insegnanti di demansionamento nella funzione e per ripristinare eguali condizioni di lavoro tra colleghi a tutela della dignità dei lavoratori della scuola”.