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“Sono nato tra le pentole da genitori ristoratori (mio padre voleva facessi l’avvocato), ho proseguito il mio percorso di crescita nel settore turistico alberghiero-ristorativo. Da oltre dieci anni entro al ristorante solo per sedermi a tavola. Ormai i figli in modo eccellente seguono le mie orme. Da dieci anni a questa parte mi diletto perché per me è una avventura e non un lavoro. Mi sono ritagliato uno spazio nel settore dei “progetti” di internazionalizzazione di risorse umane nello specifico del settore alberghiero-ristorativo dando la possibilità non solo ai ragazzi europei ma anche a tutti gli Stati del mondo. Ho portato in Italia studenti tirocinanti da 18 paesi Europei e ora sto spaziando in Russi e Ucraina (in questo momento difficile), in Vietnam, Azerbaigian, Georgia, Tagikistan, Uzbekistan, Canada ecc. Questo progetto è fatto per insegnare a Cuochi e Camerieri il metodo corretto della manipolazione e servizio dei prodotti agroalimentari ed enogastronomici italiani.”
E continua: “le risorse umane che arrivano in Italia sono motivate, entusiaste, attente e disponibili ad acquisire nozioni tecnico-pratiche della nostra naturale operatività.
È una avventura e come tutte le avventure non sai mai cosa succederà il giorno seguente. Quasi ogni giorno ricevo richieste di cuochi e camerieri non solo dall’Italia ma anche da diversi stati del mondo.
Ho girato 29 stati per promuovere la cucina italiana. Cucina semplice, quella che si mangia tutti i giorni, quella che è portatrice di sapori e profumi. Quella che rimane in mente decine di anni e che non “sfuoca” mai.”