La guerra reale e virtuale di Putin
La guerra di Putin:
La propaganda portata avanti da Putin in tutti questi anni, dalle elezioni americane di Trump fino al conflitto in Ucraina, produce i suoi devastanti effetti.
Con gli americani aveva giocato in trasferta, servendosi degli americani stessi per diffondere fake news e colpire la sinistra democratica americana.
Gli argomenti riguardavano prevalentemente i diritti civili e l’immigrazione, argomenti che accendono sempre controverse e delicate discussioni.
E in Ucraina?
La “denazificazione”
Con il conflitto in Ucraina ha cercato di far puntare l’attenzione sulla “denazificazione” dei territori ucraini.
Questa idea della denazificazione era stata, infatti, diffusa dai media russi già nel 2014.
Il riferimento di Putin è a quelle formazioni politiche e paramilitari di estrema destra che si sono moltiplicate e rafforzate nel paese dalla sua indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991.
Nel conflitto in Ucraina orientale dal 2014 il governo di Kiev ha deciso di appoggiare queste formazioni politiche per combattere l’avanzata russa.
Il rischio attuale è che questa scelta possa ritorcersi contro il governo ucraino.
Ed è comunque su questo elemento che Putin punta la sua attenzione e fonda la sua propaganda.
Ma i fatti, e soprattutto i dati, chiariscono quella che è effettivamente la realtà della situazione:
il partito di estrema destra ucraina, alle elezioni politiche del 2019, ha raccolto il 2,2% delle preferenze:
una percentuale non certamente in grado di rappresentare l’intero paese come vorrebbe far credere il governo russo.
La denazificazione, inoltre, sempre secondo la propaganda del Cremlino, si limiterebbe ai territori del Donbass, già coinvolti negli scontri del 2014.
Scontri che hanno aperto questa grossa spaccatura, mai attentamente considerata e sanata, fino ad oggi:
da una parte l’insofferenza nei confronti del governo di Putin, dall’altra la diffidenza nei confronti del potere occidentale ed europeo.
Ma abbiamo visto come il conflitto si sia esteso ben oltre, suscitando, probabilmente proprio per questo motivo, l’attiva preoccupazione da parte dell’Unione Europea.
Ma perché questa diffidenza?
E’ necessario partire dall’abbandono dell’Afghanistan da parte degli Stati Uniti nell’Agosto del 2021
Da quel momento si è aperta la discussione sulla situazione in Ucraina.
Stati Uniti e Ucraina avevano preparato un vertice bilaterale per discutere appositamente una possibile soluzione al conflitto in Ucraina orientale.
Kiev aveva espressamente chiesto l’aiuto degli americani.
Lo stesso offerto dagli stessi americani in Afghanistan.
Ma già al tempo, secondo Volodymyr Fesenko, analista politico con base a Kiev, non c’erano le condizioni politiche per arrivare ad una soluzione:
“Gli Usa sono consapevoli che i loro partner europei sono contro l’offerta all’Ucraina di un Piano d’azione per l’adesione alla Nato.
Questo perché temono la reazione russa.
Allo stesso tempo Washington desidera migliorare le sue relazioni con l’Europa, in particolare con la Germania. Così Biden dovrà tener conto delle posizioni dei suoi partner europei.”
Perché gli Usa dopo l’Afganistan dovranno occuparsi dell’Ucraina | Euronews
Il 24 gennaio 2022 l’Ambasciata degli Stati Uniti a Kiev aveva chiesto al Dipartimento di Stato di autorizzare la partenza di tutto il personale non essenziale e delle loro famiglie.
Chiaro segnale di venti di guerra che soffiavano forte.
Perché gli Stati Uniti hanno agito come a Kabul, consapevoli in parte delle possibili conseguenze, non è dato sapere.
L’Europa ha sicuramente sottovalutato questi importanti segnali.
La propaganda
Non si tratta di una guerra solo sul campo.
Ma anche di una vera e propria guerra virtuale, in cui la propaganda assume un ruolo di primo piano.
E nonostante si tratti di un popolo “fratello” come quello ucraino, la propaganda, per molti, risulta più forte dei legami di sangue.
Il sito Wired evidenzia, ad esempio, come alcuni di questi siti siano stati segnalati a Google; questi siti, però, continuano comunque a guadagnare attraverso la pubblicità:
Russia, propaganda sull’invasione in Ucraina si serve ancora di Google, facendo soldi | Wired Italia
La difficoltà principale sta proprio nel fermare questa diffusione di notizie false.
La battaglia è ancora aperta.
Ma la propaganda del governo di Putin non si limita solo alle fake news:
basterebbe osservare le grafiche proposte dal Ministero della difesa russo, con in sottofondo dei militari e la scritta bianca in evidenza “alla vittoria”;
le magliette con la “Z”, simbolo dei militari russi, vendute sullo shop di Russia Today;
il ginnasta russo Kuliak, bronzo ai mondiali in Qatar, che sfoggia una “Z” sul petto durante la premiazione, accanto al suo collega ucraino che ha ottenuto la medaglia d’oro.
Per tentare di analizzare coerentemente la situazione è necessario approfondire il contesto sociale che si vuole esaminare.
Per questo un ruolo fondamentale deve essere attribuito ai giornalisti.
In questa ‘nuova guerra’ abbiamo certamente compreso e apprezzato l’importanza del lavoro giornalistico sul campo:
come quello svolto a livello nazionale, ad esempio, da Francesca Mannocchi o da Cecilia Sala.
Ma abbiamo anche potuto notare come la narrazione, spesso, risenta e rifletta una mentalità occidentalocentrica:
come sono raccontate le guerre che si consumano ogni giorno nel resto del mondo? e come sono raccontate quelle più vicine a noi?
E’ solamente una questione di vicinanza geografica o ci siamo semplicemente abituati ad allontanare da noi i conflitti?
Oggi non possiamo farlo.
O siamo semplicemente costretti ad occuparcene?
Elena Elisa Campanella