L’urban style di Simone Corso alla finale di Italia’s Got Talent il 23 marzo
- L’operatore del servizio clienti di IntendiMe porta nuovamente la sua danza urbana sul palco del talent show in onda ogni mercoledì su Sky Uno e in chiaro il martedì successivo su TV8.
- 26 anni, sordo fin dalla tenera età, da 15 Simone trova nella musica e nelle vibrazioni l’espressione più alta delle proprie emozioni e la forma più vera di inclusione.
- “Per essere inclusivi sia a livello professionale che a livello artistico basterebbero piccoli ma significativi cambiamenti. Bisogna battersi per i propri diritti e farlo con determinazione. Il mio sogno? Aprire un centro ricreativo e d’arte inclusivo”.
- Cagliari, 18 marzo 2022 – “Se tutti facessimo un piccolo passo verso la vera inclusione, le sfumature di ognuno di noi diventerebbero la vera normalità“. Sono le parole di Simone Corso, ballerino cagliaritano di urban style che il 23 marzo volerà a Cinecittà per calcare nuovamente il palco di Italia’s Got Talent, il famoso talent show in onda su Sky Uno e in chiaro su TV8.
Dopo l’esordio del 23 febbraio che lo ha visto aggiudicarsi il Golden Buzzer di Lodovica Comello e l’accesso diretto alla finale, Simone sta infatti preparando le nuove coreografie da presentare al cospetto della giuria di esperti, composta quest’anno da Elio, Federica Pellegrini, Mara Maionchi e Frank Matano.
“Sono stato contattato dalla redazione di Italia’s Got Talent dapprima qualche anno fa, ma non potei partecipare per problemi personali, e quindi nuovamente a giugno 2021. È stata una bellissima sorpresa, non me lo aspettavo – ha continuato Simone – Il mio rapporto con la musica è come una magia, attraverso le vibrazioni il mio corpo si esprime e trasforma le mie emozioni in passi di danza e arte. È cresciuto nel tempo, la musica è fondamentale nella mia vita”.
Simone ha infatti scoperto a 4 anni di essere sordo ma questo non ha fermato la sua ambizione, sia in ambito artistico che professionale. Appassionato di danza urbana e teatro danza che pratica da 15 anni presso la compagnia della scuola “Street School” di Cagliari, Simone è anche un operatore bilingue (italiano e LIS-Lingua dei Segni) del servizio clienti di IntendiMe, azienda che offre soluzioni tecnologiche per migliorare la vita delle persone sorde e con deficit uditivi al fine di farle sentire più indipendenti, libere e al sicuro.
“Purtroppo per noi sordi e per chi ha una disabilità le cose non sono sempre semplici, soprattutto in campo lavorativo, perché è vero che si parla tanto di inclusione, ma concretamente si attua poco – ha aggiunto Simone – Per essere inclusivi, sia a livello professionale che artistico, basterebbero piccoli ma significativi cambiamenti, come impegnarsi per far studiare la LIS e il braille a scuola o rendere accessibile una palestra, una scuola, un ufficio e qualsiasi altro tipo di ambiente a chi ha altre forme di disabilità”.
Un’ambizione che la stessa IntendiMe si è posta fin dalla fondazione, ponendo la persona sorda, l’inclusione, l’accessibilità e l’uguaglianza a fondamenta dell’azienda e che le ha permesso di offrire oggi un servizio clienti totalmente accessibile, composto esclusivamente da persone sorde e da figli di persone sorde (CODA-Children of Deaf Adults) – con conoscenza delle sfumature della sordità e delle più svariate esigenze comunicative – che operano in chat, videochat e videochat in LIS anche tramite i canali social Whatsapp, Telegram e Messenger.
Io sono stato davvero fortunato, perché non solo ho avuto una famiglia che mi ha fatto fare logopedia per 15 anni ma anche perché ho avuto amici al mio fianco e ho incontrato persone che mi hanno sempre aiutato”, ha messo in evidenza Simone.
Le performance artistiche che Simone presenterà alla finale di IGT sono create in collaborazione con la coreografa e direttrice della Street School Valentina Tocco. Con lei ha affrontato un percorso di ricerca musicale molto accurato e cucito addosso le coreografie da presentare in base allo stile urbano e “robotico” che lo contraddistingue, dandogli un’impronta individuale ben riconoscibile.
“La vita mi ha fatto nascere senza udito, ma mi ha fatto anche un grandissimo dono: poterla vivere trasformando quel mondo silenzioso in vibrazioni – ha concluso Simone – Il mio sogno sarebbe quello di aprire un centro ricreativo e d’arte inclusivo, dove sentirsi tutti parte di un unico cosmo. Bisogna battersi per questi diritti, ognuno a modo proprio, e dobbiamo incoraggiarci a vicenda a farlo con determinazione”.