Nuova investigazione di Essere Animali in un allevamento di maiali destinati alla produzione di prosciutto DOP. Filmati maltrattamenti sugli animali e procedure illegali degli operatori, oltre che la presenza di centinaia di suinetti morti o lasciati in stato agonizzante, anche a causa della gestione inadeguata della struttura.
“Ancora un’investigazione che documenta gravi problematiche in un allevamento italiano, con ricadute sul benessere degli animali, ma anche possibili rischi per la salute pubblica. Solo negli ultimi due anni, il lavoro di inchiesta di Essere Animali ha portato alla denuncia di 9 allevamenti. Oramai è evidente che non si tratta di casi isolati. Il problema è strutturale, è necessaria una riforma estesa delle leggi sulla protezione degli animali utilizzati a scopo alimentare”, commenta Simone Montuschi, presidente di Essere Animali.Bologna, 24 marzo 2022 – L’organizzazione Essere Animali rilascia oggi una nuova video investigazione che documenta diffuse irregolarità rilevate in un allevamento di maiali situato nel comune di Sant’Angelo Lodigiano (LO). Si tratta di un allevamento destinato alla produzione di prosciutto DOP, come confermato dal fatto che i maiali allevati presentano un tatuaggio in entrambe le cosce posteriori, che li identifica come appartenenti a questo circuito.
Le immagini sono state filmate durante un’ispezione effettuata nell’allevamento dagli investigatori dell’organizzazione che, dopo aver appurato la presenza di condizioni critiche, dovute in particolare all’accumulo di centinaia di suinetti morti e smaltiti in modo irregolare, hanno scelto di attenzionare un capannone dell’azienda tramite il posizionamento di una telecamera nascosta.
Dopo le ispezioni degli investigatori, l’organizzazione ha inviato un esposto ai NAS di Cremona, competenti per territorio, e un successivo controllo dell’ATS Milano nell’allevamento ha confermato diverse problematiche al benessere animale, tra cui la presenza di 20 maiali con zoppie e lesioni ritenute ‘gravi’ e 20 con lesioni ritenute ‘lievi’, lasciati nei recinti assieme agli altri animali invece di essere ricoverati nell’area adibita a infermeria.
Le modalità di gestione degli animali malati non sono risultate conformi, così come il sistema di allontanamento delle deiezioni. Sono state impartite diverse prescrizioni: oltre a dover provvedere a spostare gli animali malati e a migliorare il sistema di smaltimento dei liquami, l’allevatore dovrà assicurare agli animali la presenza di idoneo materiale manipolabile in ogni settore dell’allevamento; sostituire le parti danneggiate delle strutture in grado di ferire gli animali, ma anche cambiare alcune pavimentazioni, tra cui quelle delle gabbie parto, non conformi alla normativa per l’assenza del corretto rapporto pieno/fessurato e l’assenza di un’area con superficie continua per i suinetti.
Inoltre, dalla consultazione del sistema informatico di tracciabilità del farmaco veterinario è emerso che l’azienda non era in possesso di autorizzazione alla detenzione di scorte di farmaci veterinari, ma nonostante questo sono state rinvenute in un armadio scorte di medicinali non dichiarate.
Il video girato dagli investigatori di Essere Animali
Si documenta:
– la presenza di maiali con ferite e lesioni;
– decine di secchi contenenti cadaveri di suinetti, lasciati di fronte alle gabbie con le scrofe e all’esterno dell’allevamento, a fianco della cella frigorifera non funzionante;
– suinetti morti e altri agonizzanti all’interno delle gabbie parto, alcuni con le zampe o parti del corpo incastrate nella struttura e nella pavimentazione;
– una generale trascuratezza nella gestione dell’allevamento; con la presenza di parti taglienti che possono ferire gli animali, un aspetto che potrebbe in parte spiegare l’alto tasso di mortalità dei suinetti;
– evidenti carenze igienico-sanitarie, con i maiali costretti a vivere nelle deiezioni, e con un’elevata presenza di ratti che defecano sia all’interno dei recinti di stabulazione che nel mangime;
– la maggioranza dei maiali con la coda mutilata, aspetto che potrebbe indicare che nell’allevamento viene praticato il taglio sistematico delle code dei suinetti, un’operazione illegale;
– l’assenza di arricchimenti ambientali.
I filmati ottenuti successivamente, posizionando una telecamera nascosta, mostrano:
– un operaio mentre sbatte violentemente due suinetti contro il muro al fine di sopprimerli, procedura non conforme alla normativa in quanto l’abbattimento percussivo di emergenza deve essere effettuato utilizzando uno strumento idoneo con cui colpire una parte specifica della testa;
– operai che maneggiano suinetti già svezzati con modalità brutali e tali da arrecare loro sofferenza, in quanto gli animali vengono afferrati per le zampe in modo inadeguato e poi lanciati nei recinti a fianco;
– un operaio che, mentre effettua le mutilazioni ai suinetti, depone i resti organici nella mangiatoia della scrofa.
In merito ai comportamenti violenti degli operatori, l’organizzazione comunica di aver depositato una denuncia alla Procura di Lodi, nei confronti del legale rappresentante e dei lavoratori coinvolti, per i reati di uccisione di animali (544 bis c.p.) e maltrattamento di animali (544 ter c.p.).
“Ringraziamo le autorità per essere intervenute e ci auguriamo che la Procura rinvii a giudizio i responsabili di eventuali violenze sugli animali. Al Parlamento e al Governo italiano chiediamo di intervenire con urgenza per modificare l’attuale sistema dei controlli negli allevamenti, di competenza del Ministero della Salute, perché è evidente che vi siano molti illeciti che sfuggono alle ispezioni ufficiali, e di iniziare un percorso che agevoli l’abbandono di metodi di produzione intensivi, conclude Simone Montuschi, presidente di Essere Animali.
Il materiale d’indagine
Presenza di centinaia di cadaveri di suinetti
Le immagini mostrano decine di secchi colmi di cadaveri di suinetti, lasciati sia di fronte alle scrofe in gabbia, sia all’esterno accanto alla cella frigorifera, quest’ultima non funzionante. Alcuni cadaveri sembravano abbandonati da tempo, essendo in putrefazione e ricoperti di larve, mentre quelli all’esterno potevano essere raggiunti da animali selvatici, in quanto l’allevamento è privo di recinzione. Filmato anche un cadavere di un maiale adulto lasciato all’aperto, appena fuori da capannoni. Ai sensi del Regolamento (CE) n. 1069/2009, recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale, le carcasse non destinate al consumo umano sono considerate “sottoprodotti di origine animale”, devono essere conservate in idonee celle frigorifere e smaltite nel più breve tempo possibile tramite invio a impianti di incenerimento o co-incenerimento. Lo smaltimento illecito di carcasse animali può avere conseguenze di carattere ambientale, come la compromissione della qualità dell’aria o l’inquinamento delle falde acquifere, ma anche sanitario in quanto le carcasse, se abbandonate all’esterno, possono veicolare eventuali patologie agli animali selvatici.
Evidenti carenze igienico-sanitarie
Le immagini documentano un grave stato di incuria, con particolare riferimento alle condizioni di igiene e pulizia dei recinti dove i maiali sono allevati all’ingrasso, che si presentavano ricolmi di uno spesso strato di feci. Gli animali non avevano a disposizione alcuna area pulita in cui coricarsi e il loro vello risultava completamente sporco. In diversi capannoni vi era una massiccia presenza di ratti, i quali defecavano nei carrelli in cui era contenuto il mangime e nelle mangiatoie degli animali, che essendo di un’altezza tale da non impedire ai maiali di accedervi con le zampe, si presentavano sporche di liquami. Il mancato rispetto delle prescrizioni in materia di igiene e pulizia costituisce un potenziale pericolo per la salute dei consumatori e un danno per gli animali.
Generale trascuratezza nella gestione dell’allevamento
Oltre a una gestione carente delle operazioni di pulizia, l’allevamento è risultato essere anche in uno stato di fatiscenza, probabilmente a causa della mancanza di manutenzione. Diverse immagini documentano la presenza di superfici deteriorate al punto da essere taglienti, come mostrano le immagini di un suinetto incastrato in una gabbia parto e ferito. Quanto sopra configura una palese violazione delle prescrizioni sul benessere degli animali in allevamento, che prescrive il dovere di stabulare gli animali in luoghi idonei e puliti e in condizioni che non siano dannose per la loro salute.
Soppressioni irregolari dei suinetti
Le immagini riprese dalla telecamera nascosta mostrano un operaio mentre sbatte violentemente due suinetti contro il muro al fine di sopprimerli, per poi buttarli in un secchio. Si tratta di soppressioni di animali eseguite in violazione delle prescrizioni di legge, che rischiano di arrecare ai maiali sofferenze acute e prolungate evitabili e quindi totalmente ingiustificate. Il Regolamento CE n. 1099/2009 (art. 2, lettera d) consente l’abbattimento di animali feriti o affetti da una malattia procurante dolore o sofferenza acuti, qualora non esista altra possibilità pratica per alleviare tali dolori o sofferenze. Per i suinetti di peso inferiore ai 5 kg, l’Allegato 1 al Regolamento consente la soppressione tramite colpo di percussione alla testa. L’abbattimento percussivo di emergenza deve essere effettuato utilizzando uno strumento idoneo con cui colpire una parte specifica della testa del suinetto. Inoltre, nel manuale “Metodi e procedure operative per l’eutanasia degli animali appartenenti alla specie equina, bovina, ovicaprina e suina” redatto dal Centro di Referenza Nazionale per il Benessere degli Animali (CRENBa) presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna si precisa che questa operazione deve essere eseguita attraverso un oggetto pesante come un martello o una mazzetta.
Mutilazioni dei suinetti
Gli investigatori di Essere Animali hanno filmato la presenza di molti maiali con la coda mutilata e le successive immagini catturate con la telecamera nascosta hanno documentato il momento in cui un operaio effettua le operazioni di mutilazione ai suinetti. Mentre ciò accade, l’operaio getta i resti organici del suinetto nella mangiatoia della scrofa.
Con le mutilazioni dei suinetti si intendono due operazioni:
il taglio della coda, una pratica ampiamente utilizzata negli allevamenti di suini per ridurre il fenomeno della morsicatura delle code, un comportamento anomalo di origine multifattoriale che si manifesta in animali che non riescono a soddisfare i loro principali bisogni comportamentali. La Direttiva 2008/120/CE, che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini negli allevamenti, vieta il ricorso sistematico alla mutilazione della coda. Nonostante questa procedura sia ormai vietata da più di venti anni, un audit della Commissione Europea effettuato nel 2017 ha individuato che la quasi totalità dei suini allevati negli Stati membri dell’UE continua a subire l’amputazione della coda, Italia compresa. Nel nostro Paese, infatti, a più del 98% dei maiali d’allevamento viene mozzata la coda con regolarità – una chiara violazione della Direttiva, confermata ulteriormente da un audit eseguito dalla Corte dei conti europea nel 2018.
la castrazione chirurgica dei suinetti maschi, effettuata per eliminare il cosiddetto odore di verro della carne, un odore sgradevole tipico di carni ottenute da maiali adulti che hanno raggiunto la maturità sessuale. Secondo la legge, la castrazione chirurgica può avvenire senza l’uso di anestesia né analgesia, se effettuata nei primi sette giorni di vita. Tuttavia, la Federazione dei Veterinari Europei (FVE) ha chiaramente affermato che la castrazione chirurgica, se praticata senza anestesia e analgesia prolungata, è sempre dolorosa, anche quando i suinetti hanno meno di una settimana di vita. Per questo dovrebbe essere abbandonata in favore di alternative più rispettose del benessere animale.
Assenza arricchimenti ambientali
Le immagini mostrano come all’interno dell’allevamento non fossero presenti gli arricchimenti ambientali obbligatori per legge. La loro assenza, unita ad altri fattori di carattere strutturale e gestionale, contribuisce all’insorgenza di fenomeni di morsicatura tra gli animali, motivo per il quale la mutilazione della coda viene effettuata in maniera sistematica. Infatti, la Direttiva 2008/120/CE stabilisce che, prima di effettuare questa operazione, si devono adottare all’interno dell’allevamento misure per prevenire le morsicature tra animali, modificando le condizioni ambientali o sistemi di gestione inadeguati. L’allegato della stessa Direttiva indica inoltre che i suini devono avere accesso permanente a una quantità sufficiente di materiali che consentano loro adeguate attività di esplorazione e manipolazione. Infatti, l’assenza di materiale di arricchimento idoneo costituisce uno dei maggiori problemi di benessere animale negli allevamenti di maiali, dove l’ambiente monotono e privo di stimoli non permette agli animali di soddisfare le esigenze comportamentali tipiche della specie, come il bisogno di esplorare e grufolare. Esposti a noia e frustrazione, i maiali rivolgono i propri comportamenti verso i compagni presenti, anche mordendo loro le code.
Nell’allevamento oggetto di indagine, gli animali non avevano a disposizione arricchimenti ambientali. Per prevenire le eventuali morsicature tra i suini, la pratica del taglio della coda veniva effettuata su tutti gli animali presenti in allevamento, in maniera routinaria. La letteratura scientifica dimostra che la mutilazione della coda, oltre a essere dolorosa per gli animali, non annulla il rischio di morsicature e pertanto non costituisce una soluzione al problema, come dimostra il fatto che nell’allevamento oggetto di indagine, dove ai maiali veniva sistematicamente mutilata la coda, sono stati rilevati comunque animali con lesioni. Infatti, il taglio della coda può ridirezionare le morsicature verso altre parti del corpo degli animali, come l’addome, i fianchi e i moncherini stessi della coda.
Essere Animali
Essere Animali esiste per costruire una società che riconosca diritti agli animali, lasciandoli liberi di soddisfare i propri interessi. Lavoriamo per porre fine agli allevamenti intensivi e promuovere il passaggio a un sistema alimentare che non preveda il consumo di prodotti animali.