Rubrica “Abbiamo bisogno di Eroi” | Episodio 1 – La Golden Age: dalla creazione di Superman al debutto di Barry Allen
Un viaggio di circa vent’anni di storia fumettistica americana, dalla Grande Depressione alla Guerra in Vietnam.
Siamo negli anni 30′. Gli USA sono in piena Grande Depressione, e le persone hanno bisogno di sorridere, di sperare, di sognare. Guardano nel cielo e non vedono altro che palazzoni intrisi di incertezza.Siamo a ridosso della Seconda Guerra Mondiale e si sta ancora soffrendo per le perdite della Prima. Gli USA sono allo sbando, ma è in questo momento di oscurità che nei cieli grigi si intravede per la prima volta del blu e rosso. Non si tratta di un aereo, nè di un dirigibile, ma bensì dell’uomo, o per meglio dire, dell’alieno, che da quel momento porterà la luce nei cuori americani e non: Superman!
“Un uomo in grado di sollevare un’auto, con un costume blu addosso e un mantello rosso, contornato da un gruppo di passanti impauriti”.
Fu questa la prima immagine di Superman, quella con cui fece il suo esordio nelle edicole americane.
Quel fumetto, è Action Comics n.1, pubblicato dalla Detective Comics, colei che diverrà la grande DC Comics.
Al giorno d’oggi, quel fumetto ha un valore che supera i 3,5 milioni di dollari.
Ma perchè viene quindi definita età dell’oro? Perchè è proprio in questo periodo che i fumetti americani godettero di un enorme incremento di popolarità, ed è qui che venne creato e definito l’archetipo del supereroe classico e molti dei supereroi più famosi vennero presentati al mondo.
Questo magnifico e prosperoso periodo fece diventare il fumetto una grande forma d’arte, e definì il vocabolario artistico del media e ristabilì per sempre le regole del fumetto e della letteratura americana, sfondando nella cultura pop ed entrando nei cuori di donne e uomini di tutto il mondo.
Gli appassionati di fumetti e gli storici concordano sul far iniziare la Golden Age tra il 1938 e il 1939, con il debutto di Superman in Action Comics n.1, pubblicato dalla vecchia Detective Comics.
Alcuni studiosi invece inquadrano l’inizio ad eventi precedenti avvenuti nei primi anni 30′: la pubblicazione della Overstreet Comic Book Price Guide The Golden Age Quarterly mette in lista fumetti dal 1933 in poi, mentre altri alcuni storici, compreso Roger Sabin, in Comics, Comix and Graphic Novels: a History of Comic Art, inquadrano l’inizio con la pubblicazione dei primi fumetti che presentavano storie interamente originali invece di ristampe delle strisce a fumetti tratte dai quotidiani, da parte della società che sarebbe poi stata la DC Comics.
Tuttavia, Superman, era ormai così poplare che ben presto i supereroi dominarono le pagine dei fumetti americani, e non solo. Sono quindi i supereroi, grandi personaggi capaci di farci sognare, in special modo Superman e Capitan America, a battezzare la Golden Age.
Tra l’inizio del 1939 e la fine del 1941, la Detective Comics e la sua società sorella All-American Comics crearono supereroi tuttora famosissimi come Batman e Robin, Wonder Woman, Flash, Lanterna Verde, Atomo, Hawkman ed Aquaman, mentre la Timely Comics, il predecessore degli anni quaranta della grande Marvel Comics, propose fumetti con protagonisti la Torcia Umana originale, Namor e Capitan America, eroi che verranno poi ripescati per popolare le storie della Silver Age.
Nonostante i personaggi della Detective Comics e Timely Comics siano oggi, come prima, ben più noti, negli anni 40′ il supereroe che vendeva di più potrebbe essere stato Capitan Marvel della Fawcett Comics.
Secondo l’articolo Thunderstruck di Ben Morse uscito su Wizard n.179, nel Settembre 2006, dalla metà degli anni 40, Captain Marvel Adventures della Fawcett Comics, con protagonista l’originale eroe che gridava “Shazam!”, vendette circa 1.4 milioni di copie per numero, rendendolo il fumetto più comprato negli Stati Uniti.
Le vendite di Captain Marvel superarono di molto quelle simili della serie di Superman e di Action Comics. Anche Plastic Man della Quality Comics e The Spirit, creato dal cartoonist Will Eisner, furono estremamente popolari in quel periodo.
I fumetti, specialmente quelli sui supereroi, guadagnarono un’immensa popolarità durante la seconda guerra mondiale per diversi motivi: in primis il loro formato di stampa, la loro economicità e per le storie molto semplici che narravano del bene che trionfava sul male.
Gli editori di fumetti statunitensi misero i loro eroi in lotta contro le potenze dell’Asse: infatti potevamo assistere a copertine raffiguranti supereroi che prendevano a pugni il leader nazista Adolf Hitler o che lottavano contro soldati giapponesi, e divennero icone di questo periodo.
La copertina più famosa per rappresentare tutto questo fu senza dubbio Capitan America n.1, della Timely Comics.
In questa copertina, l’eroe sferra un pugno in pieno volto a Hitler. E’ così che il mondo conobbe uno dei più grandi eroi della storia editoriale americana.
La genesi della figura del supereroe è stato, senza ombra di dubbio, il contributo più importante della Golden Age alla cultura popolare, contributo che verrà poi consacrato e uniformato nella Silver Age. Ma in quel periodo comparvero nelle edicole molti altri generi di fumetti: vennero presentati molti fumetti di animali divertenti, western, romantici e ambientati nella giungla.
Per esempio i fumetti della Dell, che avevano come protagonisti personaggi tratti da film o da libri come Topolino, Paperino, Roy Rogers e Tarzan, potevano vantare la circolazione di oltre un milione di copie ogni mese. Un’altra creazione importante e duratura durante la Golden Age fu il cast non-supereroistico di personaggi della Archie Comics.
E arriviamo alla fine del periodo. Appassionati e studiosi sono discordi sul segnare la fine della Golden Age. Alcuni eventi considerati come punti di demarcazione sono sicuramente la crescita nella diffusione di fumetti sul crimine e horror, come quelli editi da EC Comics, alla fine degli anni quaranta e all’inizio dei cinquanta.
Arriviamo al 1950. Per la Timely Comics, la Golden Age si è conclusa con la cancellazione di Captain America Comics al n.75, nel Febbraio 1950 e da allora la serie è divenuta Captain America’s Weird Tales per soli 2 numeri, ma con nessuna storia di supereroi all’interno.
Il fumetto portabandiera della società, Marvel Mystery Comics, con protagonista la Torcia Umana, fu chiuso con il n.92, nel Giugno 1949, così come lo era stato Sub-Mariner Comics con il n.32 nello stesso periodo.
Siamo nel 1951. Finirono quindi le storie dei supereroi Justice Society of America, all’interno di All Star Comics. Questo evento fu il culmine di un violento declino della popolarità dei supereroi.
Alla Timely Comics, Martin Goodman iniziò ad usare il logo della Atlas Comics sulle copertine dei fumetti datate novembre 1951.
Arriviamo alla fine, il 1956. I giovani soldati americani sono in Vietnam, il periodo è buio, servono nuovi eroi.
Inizia così la Silver Age, con il debutto di un nuovo Flash: Barry Allen.
Questo evento avrebbe segnato la fine della Golden Age, l’era della rinascita della speranza negli occhi degli americani, che per la prima volta videro i mantelli rossi nel cielo.
Articolo di Michael Bonannini