ROMA 11 MAR 2022 – Troppe ombre e poche luci emergono, ancora una volta, dopo la “nuova tappa” della complessa e delicata trattativa per il rinnovo contrattuale della sanità, con quella valorizzazione della parte economica, doverosa e indispensabile, a nostro avviso sempre tremendamente lontana.
E mentre con le nostre manifestazioni di protesta, oggi in Lombardia, a Milano, davanti al Pirellone, e domani in Trentino, raccontiamo alla collettività il malcontento ma anche lo spirito battagliero di chi, pienamente consapevole del proprio valore, non si arrende di fronte al “muro di cemento armato” dell’immobilismo delle istituzioni, continua in sede contrattuale il nostro “braccio di ferro” con l’Aran.
Nell’intento di dare una risposta favorevole alle reiterate richieste ricevute, l’ARAN ipotizza un diverso meccanismo di calcolo dell’indennità degli incarichi di funzione “base”.
In sostanza vorrebbe rimuovere “quasi completamente” la sperequazione da noi contestata, contenuta nel testo precedente, relativa al fatto che “solo agli infermieri” veniva portata in detrazione l’indennità professionale specifica, prevedendone, questa volta, un prelievo solo parziale, ed abbassando, coincidentemente, il valore dell’indennità di funzione base.
Peccato che, sotto il profilo economico, come nella più classica delle leggi della matematica, cambiando l’ordine degli addendi il risultato resti uguale.
Per cui, alla fine dei giochi, quello che viene restituito come indennità professionale specifica, viene tolto dal valore dell’incarico, che da 1370 (bozza precedente) passa ad euro 1000 (bozza attuale).
Praticamente la differenza tra il precedente e la bozza attuale, euro 363,82, viene riattribuita come indennità professionale specifica.
Non c’è dubbio che, alla luce di tutto ciò, è a nostro avviso più che mai indispensabile destinare maggiori risorse a questi incarichi, per non trasformarli, lo diciamo da tempo, in una pericolosa scatola priva di contenuti.
Naturalmente, bisogna farlo con le risorse disponibili, e in tal senso Nursing Up ha ribadito la propria richiesta di attingere ad una parte dei soldi in arrivo, (manca ancora l’atto di indirizzo del Comitato di Settore), pari allo 0.55% ed allo 0,22%, aggiuntivi rispetto al monte salari. Stiamo parlando di risorse aggiuntive già approvate da una legge dello Stato, e che devono solo ricevere il via libera da parte delle Regioni), affinché possano contribuire ad integrare seriamente i compensi degli infermieri, e degli altri professionisti sanitari.
Aumenta, intanto, l’importo orario dell’indennità notturna, che raggiunge 3,86 euro (si era partiti da 2,74), ma restano numerose perplessità sul resto delle indennità, come anche sullo straordinario a tariffe predeterminate in base alle aree, sul festivo infrasettimanale per i turnisti.
Per Nursing Up, l’obiettivo comune, più che mai, di tutte le parti in causa, deve essere quello di contribuire a creare un reale equilibrio all’interno del nuovo ordinamento contrattuale, che può essere garantito solo da un’equa distribuzione delle risorse a disposizione, sulla strada dell’auspicata valorizzazione economica delle professioni sanitarie.