BARTOLI : OPERATORI DELL’INFORMAZIONE BERSAGLI SCELTI PER LASCIAR
SPAZIO ALLA PROPAGANDA.
L’informazione sta pagando il suo prezzo sul terreno della guerra inUcraina. Cinque i reporter uccisi a venti giorni dall’inizio del
conflitto in Ucraina e almeno 35 feriti, anche gravemente. Gli ultimi
a perdere la vita sono stati il cameraman irlandese della Fox News
Pierre Zakrzewski, veterano dei conflitti (dall’Iraq all’Afghanistan)
e la giornalista ucraina Alexandra Kuvshinova, colpiti mentre erano in
auto vicino al villaggio di Gorenki, nei pressi della capitale, sulla
strada per Irpin. Insieme a loro c’era anche il corrispondente
dell’emittente Benjamin Hall, rimasto ferito in modo grave. Tra le
altre vittime il cameraman Yevhen Sakun, coinvolto nell’attacco
missilistico alla torre della tv e il giornalista e videoreporter
americano Brent Renaud, già collaboratore del New York Times, colpito
durante i combattimenti a Irpin.
Ha perso la vita durante i combattimenti vicino a Mykolayiv, l’altro
reporter ucraino Viktor Dudar. A tenere il conto degli attacchi è
anche Reporter Sans Frontieres, che ha aperto a Leopoli il Centro per
la libertà di stampa e ha avviato la distribuzione di elmetti e
giubbotti antiproiettile.
L’associazione, di fronte alla difficoltà in
diversi casi di reperire gli equipaggiamenti necessari, ha chiesto ai
colleghi di fare la massima attenzione e alle testate di garantire la
loro sicurezza.
In Italia la Camera ha approvato all’unanimità un
emendamento al dl Ucraina che consente ai cronisti ed ai foto cine
operatori che documentano la guerra, di acquistare giubbotti ed
elmetti, in deroga ai divieti in vigore. “Ormai gli operatori
dell’informazione sono diventati bersagli scelti dalle forze occupanti
per lasciare libero campo alla propaganda – ha commentato il
Presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Bartoli- La
guerra si combatte anche sul terreno della disinformazione e i
giornalisti sono diventati testimoni scomodi da eliminare. Otto anni
fa anche Andy Rocchelli venne ucciso con un colpo di mortaio, mentre
documentava la guerra del Donbass”.
Un timore condiviso anche dal segretario della Federazione Europea dei
Giornalisti (Efj), Ricardo Gutierrez. che ha dichiarato all’Ansa:
“Riteniamo che ormai i giornalisti vengano deliberatamente presi di
mira allo scopo di creare terrore e di impedire che emerga la verità.
Non si tratta di errori. Sono crimini di guerra quelli perpetrati nei
confronti dei reporter e di tutti i civili.
Per questo chiediamo l’istituzione di un Tribunale speciale per i crimini commessi in Ucraina”. Dello stesso tenore anche la denuncia della responsabile per
i diritti umani del parlamento ucraino Lyudmila Denisova “Gli
occupanti stanno combattendo contro la copertura obiettiva dei loro
crimini di guerra: stanno uccidendo e sparando sui giornalisti”.