Vienna Cammarota a Morano Calabro
Cara Calabria ora Vienna Cammarota sarà da te nelle prossime ore per raccontare anche il tuo patrimonio culturale sulla Via Regia delle Calabrie!Iniziata l’attraversata della Calabria – In arrivo a Morano Calabro poi chiusura a Castrovillari il 2 di Aprile alle ore 11!
Domani alle ore 10 – Vienna Cammarota incontrerà gli studenti di Morano Calabro
Ed ora Vienna Cammarota, anni 72, Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia, camminatrice della pace, sta arrivando in queste ore a Morano Calabro dove sarà accolta dal sindaco Nicolò De Bartolo
La Via Regia delle Calabrie è la sintesi in grado di valorizzare Patrimonio Naturalistico e Patrimonio Storico divenendo Patrimonio Culturale dell’Italia!
Vienna è partita il 26 Marzo da Serre e passo dopo passo sta attraversando la Basilicata!
Nel link foto e video – gallery salienti https://wetransfer.com/downloads/3b955bbdb943f15c9c55cd1b6ae7003720220331092839/da013fe02356198ab6b8f606e043eaa620220331092943/a6606a
Nel link video Vienna Cammarota visita il Lazzaretto Nuovo dal quale partirà per l’impresa verso la Cina https://wetransfer.com/downloads/81b9723c7f969076725b53f499df923e20220331095551/53253ae16bd2c6de8427a27be964e32320220331095613/462cd8
“Da pochi minuti sono partita da Castelluccio Inferiore e la speranza è quella di poter attraversare completamente a piedi il confine con la Calabria.
Sono arrivata a Castelluccio Inferiore, con il sindaco Paolo Campanella ho incontrato insegnanti e dirigenti scolastici. OGGI sarò alle ore 10 e 30 sarò nelle scuole per parlare ai ragazzi del loro Patrimonio Culturale.
Ringrazio il sindaco che ha avvisato la popolazione dando ampia notizia del mio arrivo. Nel tardo pomeriggio ho visitato la Sorgente di San Giovanni ed è stato proprio il sindaco a guidarmi.
Il Pollino lo si vede molto nella zona di Castelluccio, mentre nella parte iniziale nella zona di Lauria l’area è molto trafficata”.
Lo ha affermato pochi minuti fa, Vienna Cammarota, Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia che sta tentando l’impresa all’età di 72 anni nell’attraversare ben 22 borghi sulla Via Regia delle Calabrie.
E questa mattina la diretta Rai, grazie alla quale è stata fatta una splendida narrazione dell’impresa che l’Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia sta conducendo per narrare il territorio e farlo con le bandiere dell’Ucraina e dell’Italia!
La Via Regia delle Calabrie è Patrimonio Culturale Italiano.
“E’ stata un’idea vincente quella di creare questo binomio pace – cultura.
Ora l’auspicio è che ci possa essere il riconoscimento con il Bando dei Borghi – ha dichiarato Paolo Campanella, sindaco di Castelluccio Inferiore – perché potremmo, grazie al progetto in collaborazione con Archeoclub D’Italia, lavorare al recupero dell’antica stazione di posta ottocentesca”.
Vienna Cammarota attraverserà Rotonda per poi dirigersi verso Morano Calabro! Rotonda con i suoi vicoli in pietra e centro storico ricco di piccole belle fontane scolpite nella pietra locale.
“Il centro storico di Rotonda, che Vienna Cammarota attraverserà a breve tramite la Via Regia delle Calabrie – ha affermato Giuseppe Cosenza, Guida Ambientale Escursionistica – è uno dei paesi più belli del Parco Nazionale del Pollino.
Ad esempio i vicoli sono in pietra!
Partendo dalla piazza centrale è possibile una bella passeggiata tra i vicoli con la pavimentazione in pietra, che attraversando il centro storico portano alla cima della collina rocciosa su cui è poggiato il paese.
Questa roccia, di buona qualità, è stata molto utilizzata in passato sia come materiale di costruzione per realizzare portali decorati con stemmi, motivi floreali e animali da sapienti maestranze locali.
Dalla cima del cosiddetto “Castello”, di cui restano pochissimi ruderi, è possibile una inquadratura della posizione geografica e storica di Rotonda, nella Valle del Mercure e nel Massiccio del Pollino.
Rotonda era un importante stazione della rete viaria strategica tra Basilicata e Calabria. Per conoscere la storia geologica della Valle del Mercure è necessario visitare il Museo Naturalistico dove si conservano uno scheletro completo di un Elefante, uno di Ippopotamo e parti di numerose altre specie vissute oltre 500.000 anni fa.
In una giornata mettendo insieme il Museo di Rotonda, la Grotta del Romito di Papasidero, il Pesce fossile di Latronico e altre località ricche di fossili si può realizzare un tour “Pollino Preistorico”.
Poco lontano dalla piazza si vede la “Pitu”, una imponente trave di legno, che si erge come un obelisco.
Ogni anno a Giugno in occasione della Festa di Sant’Antonio di Padova viene offerto dai fedeli come dono alla cittadinanza con una impressionante manifestazione.
La manifestazione che dura quasi una settimana vede impegnati numerosi cittadini che con l’ausilio di buoi imponenti trascinano questo tronco dalla montagna fino al paese.
Ci sono molte chiese e cappelle.
Infatti è possibile ammirare la Chiesa della Madonna del Rosario, la Madonna di Costantinopoli e da non perdere la Chiesa Madre con la bella statua della Madonna della Consolazione e numerose tele di scuola napoletana in particolare la Sacra Famiglia ispirata ad un dipinto di Van Aachen.
Il centro storico è ricco di piccole belle fontane scolpite nella pietra locale.
Da Rotonda (PZ) è facilmente raggiungibile Piano Ruggio dove si potrà svolgere una facile escursione per vedere i Pini Loricati.
Poco più avanti si raggiunge Colle Impiso dove partono i sentieri per le cime più alte. Ma a Rotonda c’è anche la Faggeta Vetusta di Cozzo Ferriero e Coppola di Paola: un’area che ho avuto l’onore di conoscere e far conoscere ancora prima che divenisse Patrimonio dell’Unesco.
Ma ci sono anche percorsi più semplici come la Montagna di Grasta, le Faggete dell’Anticristo, inoltre non mancano i fiumi chiusi da dense vegetazioni ripariali.
Per gli appassionati di storia una visita ai luoghi della Battaglia Napoleonica di Campotenese del 1806.
Non manca tanta, bella gastronomia come il Fagiolo Bianco di Rotonda DOP, la Melanzana Rossa di Rotonda DOP, il Peperone “crusco”, il Pane di Rotonda, la Soppressata, il Capocollo, formaggi locali, tartufo”.
Da vedere le Faggete Vetuste
“Estese foreste di Faggio (Fagus sylvatica) dominano il Pollino tra i 1100 e i 2000 m slm segnando il limite altimetrico massimo del bosco: al di sopra di esso sull’Appennino esistono unicamente le praterie di altitudine.
Esistono faggete particolarmente interessanti per la presenza di esemplari ultracentenari – ha continuato Giuseppe Cosenza – e colonnari sul Cozzo Ferriero (riconosciuta Patrimonio dell’Umanità nel 2017), Serra del Prete, la Fagosa, Pollinello, Monte Grattaculo.
In alcune aree i faggi assumono forme particolarmente contorte tanto da meritarsi l’appellativo di “alberi serpenti””.
E lungo la Via Regia delle Calabrie è possibile ammirare: stazioni di posta dell’ ‘800, antiche taverne ( in sostanza le aree di sosta di un tempo) che hanno anche ospitato personaggi noti, importanti ma anche grandi viaggiatori.
Non solo taverne e stazioni di posta ma lungo la Via Regia delle Calabrie si attraversano numerosi ponti antichi, si ammirano cappelle, monumenti, musei!
Sul sito dell’antica Nerulos
“Procedendo lungo l’ex S.S. 19, invece, è possibile raggiungere la località in cui gli archeologi sostengono dovesse trovarsi il sito dell’antica Nerulum o Nerulos , ovvero la statio di origini romane riportata sulla Tabula Peutingeriana che, stando all’Itinerarium Antonini, era posta sull’importantissimo crocevia stradale tra la via Capua-Regium o Popilia e la via Herculea14.
Il luogo dei ritrovamenti è la contrada “Vigna della Corte” in territorio di Castelluccio Inferiore (circa 2 km dopo il bivio con la S.P. 4) dove, tra il 1983 e il 1985, fu effettuata una campagna di scavi per opera della Sovrintendenza Archeologica della Basilicata – ha dichiarato Luca Esposito – che ha portato alla luce alcuni resti di quella che potrebbe coincidere con la mansio romana descritta lungo la via Popilia, oltre a molti altri oggetti bronzei di pregiata fattura e monete romane di epoche diverse .
Ritornando sul tracciato dell’antica Strada Regia, lungo l’attuale S.P. 4 del Pollino, dopo circa 2 km dal bivio con l’ex S.S. 19, in prossimità del rudere di un casello ferroviario della vecchia linea Calabro-Lucana, la strada entra in territorio di Calabria, ma sarà uno sconfinamento che durerà poco, dato che qualche chilometro dopo, in corrispondenza del fiume Mercure è presente un nuovo passaggio di confine che riporta nuovamente in Basilicata.
Poco oltre il rudere ferroviario la strada antica procede sulla sinistra in corrispondenza di un vecchio ramo dismesso della S.P. 4, utilizzato fino agli anni ’80 ed entrato in disuso, come solito nelle costruzioni stradali, a favore del moderno tratto parallelo e meno tortuoso.
La strada antica ritorna sull’odierno tracciato della S.P. 4 esattamente in corrispondenza del ponte sul torrente Bongiano , una robusta struttura ad arco con spalle rastremate realizzate in grossi blocchi regolari di pietra, dove spiccano i fori per le centine lignee, mentre la volta a botte è costituita principalmente in mattoni di laterizio, secondo lo schema costruttivo classico dei ponti della “via nova” inaugurata nella prima metà dell’Ottocento.
Dunque si attraversa un ponte con arco in pietra a luce ridotta e alte spalle in muratura con conci angolari di finitura, di chiara costruzione ottocentesca.
Il rettilineo termina con un’ampia curva e destra che si immette su un nuovo rettilineo che fiancheggia l’enorme impianto della centrale Enel del Mercure, autentico “mostro” ecologico nel bel mezzo del Parco del Pollino.
Prima di raggiungere il sito della centrale, la strada attraversa un ulteriore ponte in località “Pianette” costituito da un grosso arco a tutto sesto, nelle forme e nelle tecniche costruttive del tutto simile al ponte sul torrente Bongiano incontrato qualche chilometro prima.
Anche questo grande manufatto sicuramente realizzato durante i lavori della nuova strada ottocentesca.
La strada procede costeggiando la centrale termoelettrica Enel, realizzata negli anni Sessanta con l’intento di utilizzare come combustibile la lignite xiloide, presente nel vicino giacimento della valle del Mercure, fu succes[1]sivamente riconvertita a olio combustibile, restando attiva fino agli anni Novanta, per poi essere temporaneamente spenta in attesa di essere riconvertita a biomasse.
A seguito delle vibrate proteste degli ambientalisti e degli abitanti delle zone limitrofe, la riapertura dell’impianto è stata bloccata e ad oggi resta ancora vivo il dibattito su quello che sarà il destino di questo enorme stabilimento”.
Il fiume Lao!
“Superata la centrale, la strada si prepara a superare l’ampio alveo del fiume Mercure (nome che conserva dalla sorgente in territorio lucano, mentre per il resto del suo corso in Calabria assume la denominazione di “Lao”, derivato dall’antica polis di Laos, colonia della Magna Grecia), storico confine tra Basilicata e Calabria, lungo un tratto costantemente descritto da tutti i viaggiatori che nei secoli hanno transitato per questi luoghi, sia per l’importanza che il fiume ha rivestito in epoca classica – ha continuato Luca Esposito, architetto, storico della Cartografia del Regno di Napoli, delegato Archeoclub D’Italia al Programma di Riqualificazione dei Borghi sulla Via Regia delle Calabrie ed autore dello studio: La Strada Regia delle Calabrie. Ricostruzione storico-cartografica dell’itinerario postale tra fine Settecento e inizio Ottocento, da Napoli a Castrovillari – ma soprattutto per le difficoltà che si incontravano nell’attraversarlo, vista l’assenza di ponti, costringendo a difficili e scomode operazioni di guado.
Superato il Mercure la strada entra nuovamente in territorio di Basilicata procedendo sul tracciato della S.P. 4 e costeggiando il profondo “fosso del Cornuto” lungo quello che era il percorso “nuovo” realizzato negli anni ’30 dell’Ottocento. L’antico percorso raggiunge Palazzo De Rinaldis. I
l palazzo sarebbe risalente al XVII secolo, come confermato anche dal recente rinvenimento nei suoi locali di una lapide datata 1637, ed è interessante sia per l’elegante portale bugnato, sormontato da stemma araldico, lungo via Principe Umberto, sia per il vasto parco interno, caratterizzato da un lungo viale alberato (di circa 300 metri) che ha inizio da uno scalone monumentale di accesso all’edificio e termina con un portale in stile neoclassico che affaccia su via Roma, poco prima dell’ingresso nel centro abitato.
Tra i locali annessi alla costruzione principale vi è anche un caseggiato ristrutturato di recente, prospiciente la piazza cittadina, un tempo adibito a scuderia.
Gli attuali proprietari (eredi De Rinaldis) sostengono che in questi ambienti fosse ubicata l’antica stazione di posta e si effettuasse il ricambio dei cavalli, come da racconti tramandati oralmente dai propri antenati.
A Rotonda anche un edificio che ospitava la Locanda Paonessa!
Ma da dove deriva il nome di Rotonda?
“Il nome di Rotonda, secondo molti storici, deriva dalla forma dell’abitato medievale, con le case costruite in cerchi concentrici sui terrazzamenti della collina, sulla cui cima sorgeva il castello, secondo un impianto urbano che si osserva anche in alcuni centri della vicina provincia di Cosenza.
Nel 1419 la cittadina passa sotto il possesso dei Sanseverino – ha concluso Luca Esposito, architetto, storico della Cartografia del Regno di Napoli, delegato Archeoclub D’Italia al Programma di Riqualificazione dei Borghi sulla Via Regia delle Calabrie ed autore dello studio: La Strada Regia delle Calabrie. Ricostruzione storico-cartografica dell’itinerario postale tra fine Settecento e inizio Ottocento, da Napoli a Castrovillari – una delle famiglie più potenti del Regno di Napoli ed in particolare diventa proprietà del ramo dei principi di Bisignano, fino all’abolizione del feudalesimo con l’avvento dei napoleonidi nel 1806.
Tra i monumenti storici da segnalare vi è senz’altro il castello baronale (13R), la cui origine risalirebbe ai secoli X-XI, periodo di fondazione della città e successivamente, dal secolo XV, divenne residenza dei principi Sanseverino di Bisignano.
Oggi è ridotto in stato di rudere e resta visibile la sola torre nel punto più alto del promontorio su cui sorge il paese.
Posta più in basso rispetto al castello sorge la chiesa del SS. Rosario (13S), il più antico edificio sacro del paese, risalente al XII-XII secolo.
La chiesa si affaccia su un belvedere dal quale è possibile ammirare tutta la valle del Mercure fino alla valle di S. Martino, in un contesto paesaggistico molto suggestivo”.
La Via Regia delle Calabrie, costruita a fine ‘700 dai Borbone è davvero simbolo dell’importanza del Patrimonio Culturale Italiano.
E tutti i borghi hanno testimonianze di epoca borbonica.
Ora Vienna sta per entrare in Calabria!!
Vienna Cammarota, anni 72, Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia sta dunque attraversando numerosi borghi che si trovano sulla Via Regia delle Calabrie.
Vienna è partita il 26 Marzo da Serre, in provincia di Salerno ed ha attraversato:
Postiglione (Sa), Sicignano degli Alburni (Sa), Petina (Sa), Auletta (Sa), Pertosa (Sa), Polla (Sa), Atena Lucana (Sa), Sala Consilina (Sa), Padula (Sa), Montesano (Sa), Casalbuono (SA).
Domenica pomeriggio Vienna ha iniziato ad attraversare la Basilicata con i borghi di Lagonegro (Pz), Rivello (Pz), Nemoli (Pz), poi ha attraversato anche Lauria, Castelluccio Superiore e si è fermata a Castelluccio Inferiore.
Vienna Cammarota che sta camminando con le bandiere dell’Ucraina e dell’Italia si avvicinerà ora a Laino Borgo (Pz), poi Rotonda (Pz) ed arriverà nel pomeriggio a Morano Calabro (Cs) dove sarà accolta dal sindaco Nicolò De Bartolo, per concludere il cammino a Castrovillari (Cs) Sabato 2 Aprile, in Calabria.