A Cinecittà alcune riprese del film ambientato nel 1200 Ispirato alla vita di Gioacchino da Fiore
(un ‘gigante’ che tanta luce irradia anche dopo secoli), al via il primo film internazionale e l’attore americano Nikolay Moss sarà Riccardo I Re d’Inghilterra.
Il 30 marzo 2022 è stato l’820° anniversario della morte di Gioacchino da Fiore. Sarà perché ogni epoca risveglia in sé le proprie guerre – tema più che mai attuale, purtroppo – e, di conseguenza, le proprie ‘apocalissi’. Sarà il fascino del Medioevo, quel periodo buio che ritorna quasi in modo perpetuo. Certo è che dopo 820 anni Gioacchino da Fiore, “«…di spirito profetico dotato»”, come lo ha definito Dante Alighieri citandolo nella Divina Commedia (lo ha collocato tra i sapienti nel XII canto del Paradiso), ancora è tra le figure italiane di spicco più studiate all’estero.
Fu riferimento di Michelangelo per la Cappella Sistina
“Il Monaco che vinse l’Apocalisse” è un film ispirato a tale figura ed è stato annunciato lo scorso anno a Cannes dal regista Jordan River, che si appresta ora a dirigerlo. Un’opera che affronta l’apocalisse ‘gioachimita’ (in essa sono enigmaticamente raffigurati gli eventi passati, ma annunziati anche quelli futuri, esposte l’apertura delle cose sigillate e la rivelazione di quelle nascoste), un momento della storia in cui non si può prescindere da una nuova visione spirituale, che può avvenire proprio nell’età dello Spirito, come accennava il pensatore medioevale.
Autorizzato da ben tre Papi a scrivere sull’Apocalisse, Gioacchino da Fiore divenne portatore di un nuovo respiro vitale, poiché egli non fece semplicemente da eco ad aspetti spirituali, ma si dedicò a una disamina della storia dell’umanità. Non è un caso se il grande Michelangelo Buonarroti si sia ispirato proprio al pensiero gioachimita nella composizione degli affreschi della Cappella Sistina.
Autorizzato da ben tre Papi a scrivere sull’Apocalisse, Gioacchino da Fiore divenne portatore di un nuovo respiro vitale, poiché egli non fece semplicemente da eco ad aspetti spirituali, ma si dedicò a una disamina della storia dell’umanità. Non è un caso se il grande Michelangelo Buonarroti si sia ispirato proprio al pensiero gioachimita nella composizione degli affreschi della Cappella Sistina.
Diverse le regioni italiane interessate dalle riprese, non solo Lazio e Cinecittà Studios, ma anche diverse regioni del sud diventeranno set a cielo aperto, tra cui Basilicata, Puglia e, ovviamente, Calabria, dove di recente sono stati ultimati i sopralluoghi in diverse aree, dal Parco Nazionale della Sila al Parco Nazionale del Pollino: Cosenza, Civita, San Sosti, Rossano, Frascineto, Oriolo, Roseto Capo Spulico, Scigliano, Zungri, San Giovanni in Fiore, solo per citarne alcune.
Previste riprese anche al Lago di Vagli, in Toscana, e in Emilia Romagna, regione in cui è custodito gelosamente l’unico esemplare presente in Italia del ‘Liber Figurarum‘ – un rarissimo codice miniato medioevale concepito e disegnato da Gioacchino da Fiore – la più bella e importante raccolta di teologia figurale e simbolica del Medio Evo. Gli altri due esemplari sono conservati all’estero, in Inghilterra, a Oxford, e a Dresda, in Germania.
Il film è sostenuto dal Ministero della Cultura e da diversi enti e regioni, tra cui la Fondazione Calabria Film Commission, nonché da vari partner internazionali.
Il film è sostenuto dal Ministero della Cultura e da diversi enti e regioni, tra cui la Fondazione Calabria Film Commission, nonché da vari partner internazionali.
Un lavoro di ricerca durato alcuni anni a cui, oltre alla scrittrice, giornalista e sceneggiatrice Michela Albanese, hanno collaborato anche storici medioevalisti e illustri studiosi, tra cui Valeria De Fraja (medievalista e membro del Comitato Scientifico del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti) e il noto filosofo Andrea Tagliapietra (ha scritto diversi libri, anche su Gioacchino da Fiore per la Feltrinelli, nonché direttore del Centro di Ricerca Interdisciplinare di Storia delle Idee).
Per la realizzazione del film è prevista la collaborazione di numerosi professionisti riconosciuti e apprezzati a livello internazionale, tra cui lo scenografo Davide De Stefano (già conceptual artist per il film “I cavalieri che fecero l’impresa” di Pupi Avati, production designer per “The Cursed Ones” e per la recente produzione americana “Voice from the Stone” di E. D. Howell con l’attrice Emilia Clarke, nota anche per la serie di successo Il Trono di Spade) e il Makeup Supervisor e Special effects Designer Vittorio Sodano (nomination Oscar per “Apocalypto” di Mel Gibson e per “Il Divo” di Sorrentino, vincitore di 2 David di Donatello).
Non resta che augurarsi che i venti di guerra che soffiano sul mondo in questi tempi possano a poco a poco svanire e, come annunciava Gioacchino, lasciare spazio a un clima di purezza e di libertà per gioire di una maggiore grazia.
Non resta che augurarsi che i venti di guerra che soffiano sul mondo in questi tempi possano a poco a poco svanire e, come annunciava Gioacchino, lasciare spazio a un clima di purezza e di libertà per gioire di una maggiore grazia.
Il drago nell’Apocalisse
Il Re d’Inghilterra, Cuor di Leone, prima di andare in Terrasanta per la terza crociata contro l’impavido guerriero e sultano Saladino, per la conquista di Gerusalemme, chiese d’incontrare Gioacchino da Fiore, e volle che fosse lui a spiegargli e interpretargli il simbolo apocalittico del Drago a sette teste.
La produzione, a cura della Delta Star Pictures, ha annunciato che a coprire il ruolo di Riccardo I Re d’Inghilterra nel film “Il Monaco che vinse l’Apocalisse” sarà l’attore americano Nikolay Moss (già vincitore nel 2017 del premio Emmy Award, il più importante premio televisivo a livello internazionale, considerato l’equivalente del premio Oscar per il cinema).
Il Drago a sette teste presente nel Liber Figurarum conservato in Inghilterra, a Oxford. Un rarissimo codice miniato medioevale concepito e disegnato da Gioacchino da Fiore – la più bella e importante raccolta di teologia figurale e simbolica del Medio Evo.
Articolo Cinecittà News