“Si tratta di una delle misure previste dal Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con cui sono stati stanziati 1,2 miliardi di euro, di cui 380 milioni utilizzati per lo scorrimento della graduatoria precedente e 300 milioni destinati al metodo biologico”
Il deputato pentastellato Luciano Cadeddu, componente della commissione Agricoltura, ha dichiarato che: “Attraverso i contratti di filiera e di distretto, sarà possibile rafforzare la tutela verso i produttori primari, soprattutto al Sud Italia e in Sardegna. Rafforzare i contratti di filiera significa aumentare la forza contrattuale dei produttori primari e quindi il loro potere nella definizione dei prezzi. Le imprese agricole – sempre attraverso la distribuzione di questi fondi – possono avviare investimenti e creare valore aggiunto, redditività e occupazione lungo le singole filiere”.
Cadeddu ha proseguito sottolineando che: “Le domande di accesso potranno essere presentate entro 90 giorni, a partire dal 23 maggio (data in cui in cui inizierà a essere operativa la piattaforma web dedicata). I contributi sono rivolti a imprese – anche in forma associata – cooperative, consorzi e reti di impresa del settore agricolo e agroalimentare. Rientrano anche le organizzazioni di produttori e le loro associazioni, comprese anche società miste dove il capitale sociale sia almeno al 51% di imprenditori agricoli”.
“Gli obiettivi che si punta a raggiungere con i contratti di filiera e di distretto per i settori agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura, della silvicoltura, della floricoltura e del vivaismo riguardano: la maggiore sostenibilità del comparto primario nazionale; la maggiore armonizzazione nell’utilizzo di fitofarmaci, antimicrobici, fertilizzanti di sintesi; il potenziamento delle produzioni agricole e la lotta contro la perdita di biodiversità; il miglioramento del benessere degli animali; garantire il contributo agli obiettivi climatico-ambientali; il miglioramento della distribuzione del valore lungo le diverse fasi della catena; lo sviluppo della produzione di energia rinnovabile e l’efficienza energetica; garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare; la riduzione delle perdite e gli sprechi alimentari”.
Cadeddu ha infine spiegato che: “Caratteristica del contratto di filiera è la multiregionalità degli interventi, con costi ammissibili sino all’85% per singola regione per un ammontare totale che va da 4 a 50 milioni di euro. Sono ammessi investimenti in attivi materiali e immateriali connessi alla produzione agricola oltre che: per la trasformazione dei prodotti e la loro commercializzazione, per l’adesione a regimi di qualità, per l’organizzazione e la partecipazione a concorsi e fiere, per progetti di ricerca e sviluppo e promozione”.
“Gli investimenti dovranno essere conclusi non oltre il secondo trimestre del 2026, nei tempi previsti, dunque, dal PNRR” conclude.