Ai maiali e ai cinghiali ospiti di rifugi e santuari attribuito il doppio status – fatto mai accaduto prima in Italia
Potranno essere registrati nella Banca Dati Nazionale (BDN) della zootecnia come “non destinati alla produzione di alimenti”.
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Animali “non destinati all’alimentazione”, quindi animali da vita, da compagnia, individui. Sono finalmente classificati così nella Banca Dati Nazionale (BDN) dell’Anagrafe zootecnica i maiali e i cinghiali ospiti di rifugi e santuari. Lo stabilisce l’ordinanza del Ministero della Salute sulla peste suina africana, andando incontro alla richiesta che da oltre dieci anni la Rete dei santuari di animali liberi in Italia porta avanti per tutti gli animali rifugiati salvati dal macello.
“Nella tragedia di tutti gli ingiusti provvedimenti contro la peste suina questo è un passaggio importante – spiega Sara d’Angelo, coordinatrice della Rete e presidente e responsabile del rifugio Porcikomodi di Milano – : le istituzioni attribuiscono il doppio status al suino, fatto mai accaduto prima. Si sta andando nella direzione da noi sollecitata dal 2012, quando abbiamo iniziato a chiedere al Ministero di prendere atto che esistono i santuari e di riconoscere gli animali che ospitiamo come qualcosa di diverso e opposto agli allevamenti, come individui e non carne che cammina da vendere al chilo. Negli anni c’è stato un confronto costante con il Ministero su alcuni punti qualificanti per gettare le basi al riconoscimento formale dei santuari, come realtà non produttive, al di fuori della logica degli allevamenti. Oggi cogliamo i primi frutti. Prevedendo in BDN il censimento come suino non destinabile alla produzione alimentare si apre uno scenario completamente diverso dal passato. Chiediamo ora al Ministero – conclude Sara d’Angelo – di allargare la comunità degli ‘eletti’, delle specie che possono beneficiare di questo riconoscimento. Siamo in attesa di un provvedimento generale che nei prossimi mesi vada a regolamentare le realtà non produttive come i santuari”.