E’ a pochi passi da Trieste a pochi chilometri dalla Slovenia – Vienna Cammarota sta per arrivare a Trieste!
Vienna Cammarota, anni 72, Ambasciatrice dell’Associazione Culturale italiana, Archeoclub D’Italia, è partita, il 26 Aprile dall’Isola del Lazzaretto Nuovo di Venezia, destinazione Pechino!
Vienna Cammarota (Ambasciatrice Archeoclub D’Italia, camminatrice di lunga tradizione): “A Staranzano una signora, gentilissima, mi ha dato ospitalità. In mattinata sono stata ricevuta dal sindaco, Riccardo Marchesan. Ho notato che c’è una pista ciclabile larga ben 4 metri e di circa 2 Km che collega Staranzano a San Canzian. Ora sono in cammino verso Trieste dove spero di arrivare nel pomeriggio, ma fa caldo e la strada sembra pesare”.
Rosario Santanastasio (Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia) : “Trieste è la città che unisce per la sua grande storia! Archeoclub D’Italia c’è e vuole aprire sedi anche nel Nord per rappresentare il collante tra cittadini e istituzioni nell’attività di promozione culturale del territorio italiano nel Mondo!”.
“A Staranzano una signora, gentilissima, mi ha dato ospitalità. In mattinata sono stata ricevuta dal sindaco, Riccardo Marchesan. Ho notato che c’è una pista ciclabile larga ben 4 metri e di circa 2 Km che collega Staranzano a San Canzian. Ora sono in cammino verso Trieste dove spero di arrivare nel pomeriggio, ma fa caldo e la strada sembra pesare. Cerco di fermarmi a tratti, lungo il cammino ma non è semplice. Sarebbe interessante incrociare anche la Consolare Romana Via Postumia che in sostanza rappresenterebbe nel Nord dell’Italia il proseguimento della Via Popilia che ho avuto modo di percorrere qualche settimana fa sulla Via Regia delle Calabrie. In sostanza i Romani crearono già l’autostrada in grado di collegare il Sud dell’Italia al Nord dell’Italia, anzi verso l’Europa. Il fascino di questo cammino, per me, consiste anche nel fatto di avere la possibilità di percorrere a piedi un tratto che Marco Polo non fece, in quanto raggiunse via Mare Costantinopoli per poi proseguire via Terra. La Consolare Postumia è piena di ponti romani come quello di Ronchi, ad esempio. Ma il percorso lungo l’Isonzo è ricco di particolari ed emozionanti sorprese. I Romani posero già allora il tema del risanamento dell’originario e paludoso collegamento stradale dell’Alto Adriatico fra Occidente ed Oriente.
Ad esempio il ponte di Ronchi venne edificato per valicare un vecchio passo tra due alture carsiche attualmente denominate Villa Hinke ad ovest e Zochet ad est. Tali siti erano lambiti dalle acque di esondazione che alimentavano un antico ramo pedecarsico del fiume Isonzo”. Lo ha affermato Vienna Cammarota, anni 72, Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia, prima donna al Mondo sul cammino della Via della Seta a piedi da Venezia a Pechino. Vienna è partita dal Lazzaretto Nuovo di Venezia lo scorso 26 Aprile.
La Geologia italiana si incrocia con il patrimonio culturale e storico del territorio ed eccone la narrazione:
“Queste acque straripando più a nord – ha affermato Rosario Santanastasio, geologo e Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – nel territorio di San Pier, dalla riva sinistra non arginata del fiume Isonzo, piegavano verso le pendici carsiche di Redipuglia, Vermegliano, Selz e quindi al ponte romano di Ronchi. Lungo il percorso venivano alimentate anche con le infiltrazioni sotterranee delle acque del Vipacco, dei laghi di Doberdò e delle Mucille, riversandosi in seguito nella valle antistante il Zochet e disperdendosi infine in varie direzioni (cimitero di Ronchi, zona Ospedale di Monfalcone e Staranzano). Il ponte consentiva alla consolare Postumia, proveniente dal passo sull’Isonzo di Cassegliano , di proseguire verso sud-est usufruendo in parte del percorso preromano proveniente dal passo di San Pier. Contemporaneamente il ponte venne utilizzato anche dal traffico proveniente dalla nascente Aquileia, fondata nel 181 a.C. e dunque possiamo ben comprendere che c’era un gran, bel movimento di viabilità dall’Italia verso il confine. Vienna dunque si sta avvicinando a Trieste, una città straordinariamente ricca di storia e di cultura. In mattinata è partita da Staranzano, in provincia di Gorizia. A Staranzano è possibile visitare la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, ricostruita nel 1921 in quanto distrutta durante la Prima Guerra Mondiale, ma anche la Riserva Naturale Foce dell’Isonzo che Vienna ha attraversato. Nelle prossime ore sarà Trieste ad accogliere Vienna!”.
Ecco Trieste:
“Trieste è nella parte più settentrionale dell’Alto Adriatico, fra la penisola italiana e l’Istria, a qualche chilometro dal confine con la Slovenia nella regione storica della Venezia Giulia.
Rappresenta da secoli un ponte tra l’Europa Centrale e quella Meridionale
La Venezia Giulia è una regione storico – geografica italiana, posta all’estremo nord-est della penisola italiana, tra le Alpi Giulie e il mare Adriatico, comprendendo le terre poste fra golfo di Trieste, il golfo di Fiume e il Carso, altopiano roccioso calcareo appartenente alle Alpi Dinariche – ha continuato Santanastasio – che si estende a cavallo tra il nord-est dell’Italia, la Slovenia e la Croazia.
Molteplici sono i corsi d’acqua presenti come ad esempio: il Timavo, il torrente Rosandra, il rio Ospo ed altri meno noti ma non per questo meno rilevanti dal punto di vista idrogeologico, storico e naturalistico. Molti di essi scorrono nel sottosuolo della città giuliana coperti dal manto stradale.
A sud della città scorre il Rio Ospo, che segna il confine geografico con l’Istria. Inoltre la moderna zona cittadina compresa tra la stazione ferroviaria, il mare, via Carducci e Piazza Borsa, il Borgo Teresiano, venne edificata nel XVIII secolo dopo l’interramento delle precedenti saline per ordine dell’imperatrice Maria Teresa D’Austria. Trieste è conosciuta per la storia ma anche per la Bora vento catabatico di provenienza est/nord-est, che soffia con particolare intensità specialmente verso l’Alto e Medio Adriatico che a Trieste si incunea dal retroterra incanalandosi lungo i bassi valichi che si aprono tra i monti alle spalle della città, per scendere sul centro abitato e sull’omonimo golfo”.
Città conosciuta anche per la Botanica!
“La città di Trieste è una delle meglio note d’Italia dal punto di vista botanico. La flora urbana, oggetto di studio a partire dalla seconda metà del XIX secolo, è stata oggetto di un censimento approfondito con la mappatura di ben 1024 tra specie e sottospecie. La grande ricchezza floristica è dovuta a diversi fattori, tra cui i principali sono: la penetrazione nel tessuto urbano di aree con vegetazione naturale, come ad esempio il Bosco del Farneto o il Parco di Villa Giulia – ha dichiarato il Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – le caratteristiche transizionali del territorio cittadino dal punto di vista climatico, con un forte gradiente di temperatura e precipitazioni dalla costa verso l’altopiano; la compresenza nel territorio cittadino di substrati sia arenacei sia calcarei; la presenza di importanti aree commerciali, industriali e portuali che favoriscono la presenza di neofite aliene. La flora urbana di Trieste è consultabile attraverso un portale interattivo che permette anche a non-esperti di Botanica di identificarne le specie. Tanti sono i giardini storici
L’etimologia del nome Tergeste è di origine preromana. Lungo il pendio del colle di San Giusto è possibile ammirare Tor Chucherna, l’unica torre di osservazione rimasta della Cinta Muraria di epoca romana.
Il territorio dove attualmente sorge la città di Trieste e il suo retroterra carsico divennero sede stabile dell’uomo durante il Neolitico.Gli storici sono concordi sul fatto che successivamente la romana Tergeste divenne un castrum, ossia un accampamento nel quale risiedevano stabilmente truppe dell’esercito romano e per tale motivo diventò anche un importante porto militare.
Con la conquista militare dell’Illiria da parte degli antichi Romani ebbe inizio un processo di romanizzazione e assimilazione delle popolazioni preesistenti. Ci sono molte testimonianze di epoca romana come il Teatro Romano, ad esempio.
Nella parte bassa del colle di San Giusto è ancora oggi possibile osservare i resti dell’antica Tergeste romana, nonostante le numerose costruzioni moderne che ne coprono, in parte, la visuale. Trieste poi passò alla dominazione bizantina.
Molteplici gli eventi storici e ne cito solo alcuni: nel 1368, la città entra in guerra contro Venezia e deve prima accettare la sottomissione all’Austria per poi essere venduta dalla stessa alla Repubblica marinara.
Trieste fu risparmiata dagli attacchi dell’Impero Ottomano, la cui azione militare più importante fu un’incursione diretta in Friuli nel 1470, durante la quale fu incendiata Prosecco, oggi quartiere periferico triestino, che dista 8 km dal centro cittadino”.
Il Prosecco famoso nel Mondo! Il periodo austriaco.
“La presenza di numerosi documenti dedicati alla viticoltura nella Trieste medievale testimonia l’importanza che questa attività aveva nell’economia cittadina. Infatti, sino allo sviluppo dell’attività mercantile marittima – ha concluso Santanastasio – che seguì alla proclamazione del porto franco di Trieste, buona parte degli abitanti del piccolo borgo fortificato si dedicava alla viticoltura, che era praticata su tutto il territorio comunale, in particolare sul terreno marnoso-arenaceo che si trova a ridosso della città, soprattutto nelle zone più soleggiate.
Trieste è città imperiale e città che unisce. Nel 1719 Carlo VI potenziò l’allora piccolo villaggio di Trieste istituendo il porto franco. Maria Teresa d’Austria, che salì al trono nel 1740, grazie ad un’attenta politica economica tracciò la via che permise a Trieste di divenire nel corso del tempo uno dei principali porti europei e il più importante dell’Impero austriaco. In età teresiana il governo austriaco investì capitali ingenti nell’ampliamento e nel potenziamento dello scalo.
In quegli anni iniziò ad essere edificato il Borgo Teresiano, per ospitare una popolazione che in città era in crescente aumento e che alla fine del secolo avrebbe raggiunto i 30,000 abitanti circa,, sei volte superiore a quella presente un centinaio di anni prima. Il notevole sviluppo demografico della città fu dovuto, in massima parte, all’arrivo di numerosi immigrati provenienti per lo più dal bacino adriatico: Istria, Veneto, Dalmazia, Friuli, Slovenia, ma anche dall’Austria, Ungheria, Serbia e Grecia”.
Cappello della Ferrari ma anche la Bandiera di Venezia!
Ed in Cina Vienna porterà il cappellino della Ferrari, consegnatole da Giuseppe Zhu, Presidente dell’Associazione Italia – Cina. Per l’Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia si preannuncia una grande accoglienza a Pechino.
Vienna è stata accolta da Gerolamo Fazzini, Presidente Archeoclub D’Italia sede di Venezia che le ha donato il gonfalone di Venezia con la parola “pace”.
Vienna Cammarota arriverà in Cina non prima del Dicembre del 2025, a 75 anni compiuti, dopo 22.000 km percorsi, e ad avere attraversato: Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, poi scenderà verso la Turchia, Georgia, Iran. Turkimenistan, Azerbaigian, Uzbekistan, Kirghizistan, Kazakistan, Mongolia, poi Cina.