Lo scrittore, che nel 2016 aveva aperto il festival con la sua opera d’esordio “Maria di Ìsili”, torna con un romanzo potente e delicato che coinvolge fin dalle prime righe per la sua forza emotiva.
L’evento è organizzato in collaborazione con Comune di Cagliari, Mondadori, Libreria Ubik Cagliari, Libreria Mieleamaro, Sardex e il Media partner Sardinia Post.
Il libro e l’autore
Il libro racconta di due donne unite dal legame più intimo e complesso: quello tra madre e figlia. La figlia, ormai adulta e madre a sua volta, scrittrice affermata ma dalla vita personale irrisolta, cerca di ricostruire i frammenti del discorso amoroso che la lega alla madre anziana e alla Sardegna, la terra che ha lasciato anni prima e in cui ora è tornata. Come pezzi di conchiglie sparsi sul bagnasciuga i ricordi le pungono la pelle e le parlano di una remota bellezza, ma non riescono a unirsi in una forma dotata di senso.
Com’è successo – quando, e perché? – che la madre sia diventata qualcuno da cui difendersi e scappare? Eppure, nella distanza, tutto sembrava più nitido: il dolore, i silenzi, le incomprensioni. Più semplice attribuire ruoli e responsabilità.
Ma le prospettive cambiano, man mano che si modifica la nostra esistenza. E quando la prospettiva del racconto si trasferisce alla madre, che nella seconda parte del romanzo diventa l’io narrante, ecco che il quadro si arricchisce di elementi: nuovi colori, profumi, forme. Finché l’incastro dei punti di vista e le rispettive rivelazioni sfociano in una visione dall’alto, che fotografa la nascita di un nuovo e inaspettato legame.
In un alternarsi continuo tra passato e presente, cullati dalla scrittura dolce e musicale di Cristian Mannu, poco alla volta assistiamo alla definizione di un quadro sempre più completo, ricco di dettagli e sfumature. Come se avessimo il privilegio di assistere alla composizione, pennellata dopo pennellata, e poi compissimo qualche passo indietro per ammirarlo nel suo insieme.
Cristian Mannu è nato e vive in Sardegna. Con la sua prima opera, Maria di Ìsili (Giunti, 2016), ha vinto la ventottesima edizione del Premio Italo Calvino e la prima edizione del Premio Fondazione Megamark. È stato inoltre finalista al Premio Berto, al Premio Dessì e al Premio Opera Prima 2016.