L’evento è organizzato in collaborazione con Sellerio, la Biblioteca Popolare dello Sport, la libreria Koinè di Sassari e la Fondazione Siotto di Cagliari, che l’avrà come ospite il 15 aprile in occasione della IX Edizione di Musica e Storia.
Il libro racconta la storia e le avventure di Alfonsina Strada, la ciclista ribelle che per prima sfidò il maschilismo sportivo partecipando, unica donna, al Giro d’Italia del 1924, accumulando numerosi riconoscimenti internazionali.
Dalla povertà alla fama all’oblio, la vita di Alfonsina trova nel linguaggio e nella sensibilità di Simona Baldelli una voce capace di raccontare l’impresa faticosissima e anticipatrice di una donna che mai volle porsi dei limiti. Dai tempi duri e affamati di Fossamarcia, nei pressi di Bologna dove nacque il 16 marzo del 1891, fino al 13 settembre del 1959, giorno in cui morì mentre la sonda Luna 2 toccava per la prima volta il suolo lunare. In mezzo ci sono due guerre mondiali, una Marcia su Roma cui prese parte uno dei fratelli di Alfonsina, D’Annunzio che le regalò una stella d’oro, Mussolini che volle darle un’onorificenza che lei non andò mai a ritirare, una medaglia che la zarina Alessandra le appuntò personalmente al petto. E poi gli anni passati ad esibirsi nei circhi d’Europa e due matrimoni, il primo a 14 anni, l’unico modo per andar via di casa perché i genitori le volevano impedire di gareggiare. Il giovane marito era Luigi Strada, di professione meccanico, uomo dalla psicologia fragile che morì dopo lunghi e dolorosi anni in manicomio. Le volle un bene sincero che lei ricambiò. Ne mantenne per sempre il cognome anche dopo le seconde nozze con il collega Carlo Messori. Nel 1924, il Giro d’Italia rischiava di non partire. Gli organizzatori non erano in grado di far fronte alle richieste economiche delle squadre e queste risposero con una diserzione in massa. Mancavano alcuni grandi campioni e la corsa rischiava di passare inosservata, così gli organizzatori si convinsero ad accogliere la richiesta di una donna di trentatré anni che insisteva da tempo per iscriversi. Era proprio lei, Alfonsina Strada, che aveva già preso parte a due Giri di Lombardia. Molti temevano che il Giro potesse risultare una pagliacciata. Il tracciato della competizione attraversava la penisola per 3.613 chilometri, con dodici tappe intervallate da undici giorni di riposo. Gli iscritti furono 108, al via se ne presentarono novanta e fra questi c’era Alfonsina. Solo in trenta completarono la gara.
Di Alfonsina Strada Simona Baldelli dice: “Nel 1924 lei l’ha fatto, quel Giro d’Italia. Possiamo immaginarci anche quanto sovvertisse l’ordine costituito, questa donna in calzoncini e maglietta, con un berretto a coprirle la zazzera, che se ne fregava d’essere compiacente, decorativa, di essere quell’angelo del focolare che soprattutto nel Ventennio… oddio, non è cambiato molto negli anni, ma comunque all’epoca era ancora più definito”.
Simona Baldelli è nata a Pesaro e vive a Roma. Il suo primo romanzo, Evelina e le fate (2013), è stato finalista al Premio Italo Calvino e vincitore del Premio Letterario John Fante 2013. Il tempo bambino (2014) è stato finalista al Premio Letterario Città di Gubbio. Nel 2016 ha pubblicato La vita a rovescio (Premio Caffè Corretto-Città di Cave 2017), ispirato alla storia vera di Caterina Vizzani – una donna che per otto anni vestì abiti da uomo – e nel 2018 L’ultimo spartito di Rossini. Con Sellerio ha pubblicato Vicolo dell’Immaginario (2019), finalista al Premio Letterario Città di Lugnano 2019 e Fiaba di Natale. Il sorprendente viaggio dell’Uomo dell’aria (2020).